Siena, 12 giugno 2009 – Dal dopoguerra soltanto Varese, Milano, Virtus Bologna e Treviso erano riuscite nell’impresa di vincere lo scudetto per 2 anni di fila.
Questa constatazione da l’esatta dimensione dell’impresa dei senesi. Nessun paragone con le squadre sopra citate ma Siena si iscrive a buon diritto a questo esclusivo club di grandissime squadre.
La Mens Sana arriva a questo prestigiosissimo traguardo al termine di una galoppata iniziata con la Supercoppa vinta ai danni di una Benetton letteralmente stritolata nella finale, proseguita con una RS esaltante durante la quale i record saltano uno dopo l’altro come tappi di spumante, RS condotta in testa dalla prima all’ultima giornata e conclusa con 16 punti di vantaggio sulle più immediate (si fa per dire) inseguitrici.
Durante l’anno non sono mancate le difficoltà: una Coppa Italia che resta stregata per la Montepaschi che viene eliminata addirittura da una Scavolini che neppure si qualificherà per i PO, un’Eurolega giocata da protagonisti assoluti che culmina però con la cocente delusione della sconfitta patita contro un modesto Maccabi.
E come dimenticare di annoverare, tra le difficoltà, gli infortuni di Kaukenas e McIntyre, entrambi operati, di Lavrinovic, costretto a 1 mese di stop?
Più forte di tutto e di tutti la Montepaschi approda alla finale scudetto dopo aver eliminato con un doppio cappotto la Fortitudo e l’Armani Jeans, vince le prime due in casa, compie un’impresa storica in gara-3 espugnando il Palalottomatica dopo essere stata in svantaggio di 20 punti, perde gara-4 sia per meriti indubbi dei capitolini sia per un evidente rilassamento mentale, e si arriva a gara-5.
Il PalaSclavo è una bolgia indescrivibile, 3 ore prima della palla a due ci sono centinaia di persone che premono ai cancelli, parcheggi esauriti, i biglietti sono introvabili, la tensione palpabile.
Alle 19:00 il palazzo è già esaurito in ogni ordine di posti, la temperatura altissima, il biancoverde brilla dappertutto e l’entusiasmo è alle stelle. Lo sparuto gruppetto di tifosi romani (un centinaio) non riesce a far sentire la propria voce nell’inferno senese.
Le squadre entrano in campo per il riscaldamento e i decibel del rumore raggiungono vette inimmaginabili, il canto della Verbena sale altissimo.
ronti via, per 2 minuti non si segna, i senesi hanno il braccino, i romani anche, le due squadre vivono stati d’animo contrapposti: da una parte c’è la consapevolezza che il traguardo è lì, è dietro l’angolo e sta aspettando un braccio biancoverde che lo colga, dall’altra parte c’è la sensazione che questo sarà l’ultimo atto di una sfida e, per farla continuare, sarebbe necessario un miracolo.
Il primo quarto è equilibrato, il secondo meno e si va al riposo sul 49-40 per Siena. Repesa ha mischiato le carte lasciando Ukic e Lorbek in panca e lanciando in campo, a sorpresa, Crosariol. Il centrone lo ripaga con due giochi da 3 punti in pochi minuti ma anche con 3 falli commessi in un amen. In casa senese c’è un McIntyre da 14 punti nel primo tempo e un monumentale Thornton. Hawkins non vuole arrendersi, Ukic pare più tonico del solito. Dopo l’intervallo la partita si fa più equilibrata, si gioca quasi punto a punto anche se Siena non mollerà mai, fino al termine, il comando delle operazioni e la supremazia nel risultato. Il quarto quarto è quello dell’apoteosi, le triple del capitano Stonerook e di Lavrinovic, le penetrazioni di Kaukenas e di McIntyre pongono il sigillo allo scudetto senese numero 3. A 4″ dalla fine c’è una prima invasione di campo rintuzzata dagli stewards, poi la partita finisce con il tripudio di bandiere biancoverdi e con la consegna della coppa ai campioni d’Italia.
Il premio come MVP della serie finale viene consegnato a McIntyre, pur con tutto l’affetto e la riconoscenza che si deve a questo grandissimo giocatore riteniamo che altre scelte (Stonerook, Thornton…), sarebbero state più plausibili. Un bravo a Simone Pianigiani che colleziona due scudetti nei suoi primi due anni da head coach, a McIntyre vero leader in campo e fuori di questa squadra, a Sato uomo dalle movenze da pantera e dall’atletismo incredibile, mastino implacabile in difesa. Bravo ancora a Thornton capace di non far rimpiangere la stella Forte, a Stonerook vero leader difensivo e capitano coraggioso, a Eze stoppatore e saltatore come pochi in circolazione.
La panchina: Kaukenas sesto uomo più forte d’Italia e guardia tra le prime 3 d’Europa, Lavrinovic vero valore aggiunto di questa squadra, Ilievski indispensabile per dare ossigeno a TMac e ordine alla squadra, Carraretto umile e silenzioso che sa sempre rispondere “presente” esattamente come Ress. Bravi nell’ombra anche Berti, Doretti, Diener, Wilks, Romero, bravissimo Ferdinando Minucci vero deus ex machina di questa straordinaria compagine biancoverde.
Di Roma che dire: ha perso contro una squadra più forte, ha cercato qualche alibi arbitrale, ha lottato orgogliosamente per tutta la serie e ha portato a casa con merito una vittoria. Più di così crediamo che sarebbe stato ingiusto chiedere alla squadra capitolina.
Sala Stampa
Jasmin Repesa
“Abbiamo fatto degli ottimi play-off, negli ultimi 2 mesi ci siamo potuti allenare bene e al completo e i risultati si sono visti. Contro Siena abbiamo fatto il possibile ma loro sono una delle più forti squadre d’Europa e più di così non potevamo fare. Sono partito con Lorbek in panchina perchè aveva subito un brutto colpo in gara-4. Complimenti alla Mens Sana che ha vinto meritatamente al 100% lo scudetto e complimenti ai miei giocatori per come si sono battuti fino alla fine.”
Simone Pianigiani
“E’ andata nella maniera più giusta, abbiamo fatto un’ottima annata condita da vittorie anche contro squadre europee fortissime, abbiamo sconfitto i campioni di Turchia, quelli di Spagna, i campioni d’Europa uscenti, abbiamo dominato in Italia e lo scudetto è più che meritato. Abbiamo superato infortuni e momenti difficili e battuto 6 volte su 7 i finalisti. Sono contento del credito che ci siamo guadagnati in Europa e sono orgoglioso di questi ragazzi, con loro andrei anche nella giungla!!!!!!”
Alessandro Lami