Pistoia, 20 gennaio 2025 – Il day after, in quel di Pistoia, è il giorno del grande sospiro di sollievo. La prima del girone di ritorno, infatti, proponeva uno scontro diretto per la salvezza che la truppa di coach Okorn, giocando in casa, non poteva fallire.
Invece, al di là del risultato finale, si può tranquillamente dire che nell’arco dei 40 minuti si siano viste giocare sul parquet del PalaCarrara più partite, molto diverse tra loro. Alzi la mano chi, tra i tifosi di casa, dopo i primi venti minuti nutriva qualche ragionevole speranza di vittoria. Ve lo dico io, probabilmente nessuno. Senza nulla togliere al valore di Varese, infatti, i toscani si aspettavano di vedere, fin dai primissimi minuti, una squadra di indemoniati vendere cara la pelle.
Si aspettavano di vedere Silins, finalmente accoppiato con un lungo vero come Cooke, tornare ai propri discreti livelli di inizio stagione. Si aspettavano un gioco ragionato in attacco, con un extra pass in più per liberare il tiro a più alta percentuale. Si aspettavano una difesa finalmente decisa a non fa passare nulla o quasi.
In altre parole, senza nulla togliere alle capacità di Varese ed al rispetto che si deve ad un avversario che, bene o male, si presentava a Pistoia con 12 punti in classifica, tutti ci aspettavamo di vedere i progressi di Pistoia, con un unico grande interrogativo, quanto avrebbe potuto incidere l’ansia di dover vincere a tutti i costi.
Nei primi venti minuti, invece, non è stato riscontrato nulla di tutto quello che era lecito aspettarsi dai padroni di casa. Un primo dato, i 28 punti subiti nei primi dieci minuti, che sono diventati addirittura 59 alla sirena per la pausa lunga. Il solito snodarsi degli attacchi con soluzioni estemporanee del singolo. Silins abulico, Cooke impalpabile.
Insomma, dopo i primi venti minuti il più ottimista dei pistoiesi poteva ragionevolmente sperare in un sussulto di orgoglio che facesse rientrare la squadra in partita, per poi perdere la sfida nei minuti finali, ovvero – in altre parole – il solito copione di quasi tutto il girone di andata. Sarebbe stata una condanna alla retrocessione, al netto della matematica. Pensare di giocare in casa con Varese e non vincere, proponendo il canovaccio visto nei primi venti minuti avrebbe significato alzare bandiera bianca.
Invece, la svolta nella pausa lunga. Cosa si siano detti nello spogliatoio resterà un mistero, fatto sta che la squadra ha cambiato marcia, ha deciso di mettere in mostra gli attributi e tirare fuori un pizzico di orgoglio. Il parziale di 36-14 del terzo tempo parla da solo. Una voglia matta di vincere, improvvisamente tante botte per non concedere nulla dietro, tanta pazienza in attacco. Sono stati tutti magnifici.
Lo è stato certamente Maverick Rowan, che ha acceso la lampadina e non ha più forzato nulla. Lo è stato un magnifico Christon, con la voglia di andare in post basso a cercare il contatto ed il libero aggiuntivo sulla finta ed il giro di perno. Lo è stato Kemp, ancora una volta Mvp per presenza e continuità di rendimento.
Lo è stato il grande cuore del capitano Della Rosa, due bombe nei momenti nevralgici della partita. Lo è stato coach Okorn, con la sua espulsione ha fatto esplodere tutto il palazzetto a dei livelli che non si sentivano da un pezzo e che con la sua rabbia ha dimostrato quanto ci crede e quanto ci tiene.
Dunque, ossigeno per Pistoia che sale ad 8 punti in una giornata in cui anche Napoli vince ed una sconfitta per Varese che i lombardi possono tranquillamente metabolizzare in attesa delle prossime sfide.
Luca Cipriani