Se me la sento, andrò a Torino, cercando di entrare senza pagare, vantandomi poi in giro. Ho rinunciato a Sanremo anche per questo, ma potrei pure pagare, non in anticipo, per non andare sotto pressione mentale.
Maurizio Bezzecchi nega di avere deciso lui, fatto sta che direi dalla supercoppa 2018 non sono più stato accreditato, neanche alla coppa Italia, perchè sapete che i videoracconti slegati dall’attualità o meglio le domande non sulla partita sono esclusiva di chi decide il mio enorme coprovinciale.
A parte Maurizio, che naturalmente quando andrà in pensione lascerà detto. Anzi, anche senza di lui diranno no Marco Aloi, ho scherzato con lui al rugby (“Chissà quante donne, è un fisicatissimo”) e l’accredito al rugby già in bilico è svanito e Federico Riccò, da Ospizio, direi, a dg di Lega. Anche se il vero gm è proprio Maurizio.
E’ il classico veleno che sprigiono due volte l’anno, manlevo il direttore Fabrizio Noto e la redazione, anzi mi scuso se profitto.
Ieri mattina mi sono presentato in conferenza stampa, alla Reggiana, basket, è ogni venerdì alle 10,15, parla Priftis, dunque. C’era Franco Tosi, 72 anni e mezzo, Teletricolore, leggenda sul calcio. E poi Adriano Arati, pubblicista, Istoreco, una bella realtà a metà fra storia e comunismo, nella nostra città, resistenza e dintorni, strumentalizzata – io mi candiderò con Forza Italia, se non cambiano idea -. Dicevo, Arati, persona che stimo molto. Mi dicono che neanche tutte le volte c’è, un rappresentante di Gazzetta di Reggio.
Davide Draghi mi ha chiesto cosa ci facevo, ci tenevo a esserci e ho detto subito “Posso anche non fare domande”. Buona idea. Così farò anche altri venerdì, se mi alzerò in tempo e volentieri.
Mi interessa riprendere, a modo mio, evidenziando i 4 me escluso, ma neanche questo. Il taglio su attualità di Gazzetta e le poche domande di Tosi, che invece alla Reggiana dal 1976 ne fa una marea, fra one to one del passato – sino al ’92, direi, con Telereggio – e domande collettive.
Sapete il nostro taglio, la partita è sempre sullo sfondo. E’ noto quanto io pensi di tante situazioni. Capirei se attaccassi chiunque, ad alzo zero, della società, mai fatto. L’ho fatto solo su Attilio Caja e non me pento. Ho usato una parola emotiva frutto anche di tanta frustrazione personale e globale ma solo perchè è impossibile raccontare a lungo chiunque sia in Reggiana basket, persino i magazzinieri.
Mentre in tv, a Teletricolore, i tesserati mancano mai.
Lungi da me parlare di stretta attualità, tantopiù che guardo i miei highlights, della partita, tramite Dazn, ma sul resto posso insegnare a molti, a 52 anni. Tantopiù a giovani che vengono anche assunti, da testate di riferimento.
Sapete quante notizie ho portato in carriera?
Una volta che mi va piazzerò un po’ di video, stavolta non lo faccio, per scherzo, quasi.
La vigilia la trovate su vannizagnoli.it, su youtube.
E anche una bella cena – quasi nessuna immagine – del ds Filippo Barozzi con il numero 1,1, di Emilia Romagna, Giammaria Manghi, c’è l’audio d’ambiente, ero non lontano dal loro tavolo. Con loro Diego Oneda, pr di Scandiano, ex Prima Pagina Reggio, lavorò con Draghi junior.
Senior ve lo racconterò, un giorno, lo trovate da me.
E poi Paride, amico del grande Manghi, 1,1 perchè è veramente il braccio destro di Stefano Bonaccini, comunistissimo presidente della regione, pasionario, sconfitto stranamente da Elly Schlein, per la segreteria nazionale.
Giovedì ho partecipato a una bella conferenza della regione, da online, ho chiesto una, due cose a lui, soltanto una donna aveva preso la parola.
Mi spiace che non ci siano eventi di basket, nel superprogramma dell’Emilia Romagna, un tempo c’erano le Final Eight a Forlì, sarebbe bello che ritornasse la supercoppa.
Anzi, lo sapete, mi piacerebbe tanto se quei due eventi andassero al sud, in regioni senza basket, perchè lo sport dev’essere inclusione.
Sapete che fra Lombardia, Veneto ed Emilia i soldi escono dai taschini delle giacche dei grandi imprenditori.
Zanetti, la famiglia Bartoli, Landi prima, un po’ meno nelle Imola e Rimini del passato, oppure di Ferrara.
Altre notizie.
Filippo Barozzi è andato in panchina come portiere, di riserva, appunto, al torneo della montagna, con il Baiso. Calcio, è il ds del basket, ha sposato in estate Chiara, è andato nel continente nuovissimo, in luna di miele, era portiere del Sassuolo, una volta in panchina in serie C, al Mapei, direi, dietro Agazzi, poi alla Cremonese.
Bella storia. Che nessuno a Reggio mi pubblica, naturalmente, per pura antipatia.
Qualcosa di carino lo dimentico.
Di Meneghin e Morse e Orazio Rustichelli farò un’altra volta, cercate i video da me, anche del film
Non è importante la serata in se, c’erano 250 persone e più, il cinema al Corso, Garibaldi, era quasi pieno, è importante la prospettiva.
Trovate un mio tètè a tètè con Massimiliano Finazzer Flory, bella firma, regista, che mi ricorda Massimiliano Fuksas, grande architetto, per i suoni singolari del nome. Ha firmato lui il docu su Meneghin, emozionante.
Reggiana basket ha organizzato con la Fip, anzi molto è stato di Davide Giudici, Fip provincia di REggio. Pullmino all’autostrada, per prendere Morse e amici, arrivati da Montegrotto Terme, Padova, e Meneghin, pure, che ha lasciato la macchina al casello, giunto da Milano.
Prime due tappe carbonare, direi. Al palasport esclusiva direi per Lega e o Fip e magari per la Reggiana pallacanestro, con Dino e Bob e Alessandro Crovetti, mio estimatore, ad accompagnare. Poi, a piedi verso il municipio.
E là la telecamera di Telereggio, con Crovetti a fare le due interviste, ingaggiato ad hoc, mentre naturalmente io mica posso reggere il microfono di Telereggio, sennò cerco troppa visibilità.
E il fotografo di Gazzetta di Reggio, Enrico Rossi, che era lì, mi dicono, come fondazione per lo sport di Reggio, altro attore dell’evento, con la bellissima direttrice Silvia, speravo moglie. Speravo per il presidente Mauro Rozzi, di Pieve Modolena e un anno in più di me, lui. Pieve è la frazione dei Zagnoo, in dialetto reggiano.
Enrico è pure il fotografo della Reggiana, pallacanestro, storico.
Neanche vado a vedere le foto, è il principio.
A me ha avvisato Barozzi, martedì sera, a tavola, sennò magari sarebbe sfuggito o l’avrei visto tardi, perchè mia moglie legge i giornali dopo le 18, al rientro dal lavoro. Grazie Silvia, Gilioli.
Il fotografo di Carlino, Reggio, Stefano Rossi, non sapeva di quei due momenti, era a conoscenza solo delle due ore al cinema.
Del Carlino alla proiezione c’era Daniele Barilli, in pensione da mesi, magari ha scritto, magari senza firma, sul sito vedo un bel pezzo senza firma, magari è prepensionato, poi tornerò sul suo personaggio, ogni tanto l’ho citato, negli anni, comunque è felice, in quiescienza.
Daniele è il basket, a Reggio, tantopiù dopo che Maurizio, Bezzecchi, per due decenni buoni suo enorme antagonista, è passato in Lega, prima di A2, grazie a Chiarino Cimurri, e poi di A1.
C’era Paolo Tedeschi, bel pubblicista, visto a Telereggio, negli anni, e magari scriveva prima del ’90, prima che io iniziassi a scrivere e a studiare. Lo leggevo sul terzo o sul quarto giornale di Reggio, anni fa, Prima Pagina o, prima, Ultima Notizie, direi, o magari proprio su Il Giornale, di Reggio, appunto.
Orazio, dunque, idolo del mio vicino, l’avvocato Stefano Marchesini, ultras della Reggiana, calcio, e lo evoca quando al sole la domenica pomeriggio gioca con i figli, in cortile, prospeciente al mio letto, alla mia camera ufficio.
Rustichelli. Andrò a filmarlo in falegnameria. “Ma non è mia”. Mi ha dato l’indirizzo, chissà se l’ho appuntato o pubblicato in diretta, così lo ricerco, fra le 3 ore e passa di girato.
Infine, Eurolega.
Milano temo arrivi 11ª e Bologna 7ª e che poi esca aL Playoff. Badate, non porto male, non tifo perchè non mi accreditano, anzi spero arrivano ai quarti e in semifinale, rispettivamente, ma è durissima.
Virtus è in ribasso, Olimpia ha battuto Madrid, offrendo un saggio del reale valore.
Conoscete il mio pensiero. Una marea di tecnici nella storia del basket mondiale e italiano in particolare sono stati licenziati a stagione in corso con colpe molto inferiori rispetto a Ettore Messina.
Di fronte al quale mi inchino – lo intervistai per Libero, una delle mie tante soddisfazioni -, eppure, eppure dovrebbe fare l’ad, ecco, provare a restare solo alla scrivania.
Se vuole ancora allenare, almeno lasci fare il mercato ad altri.
Perchè se lui fa il doppio ruolo, almeno 10 tecnici italiani lo debbono fare, nei club di cui hanno scritto la storia.
Menetti a Reggio Emilia e De Raffaele a Venezia, Ramondino a Tortona, Pancotto, Caja, Sacripanti ad Avellino, Trinchieri a Cantù, Pozzecco a Varese, Repesa alla Fortitudo. E non ho voglia di pensare.
Sapete che adoro i ricordi, il basket di quando ero giovane. Intitogliamo palasport, sale stampa, tribune stampa, corridoio, facciamo musei, della pallacanestro e di tutto un po’.
Strade per Mike Mitchell e Kreso Cosic, sala stampa Laerte Guidetti, a Reggio Emilia, firma di Corriere dello sport e di Tuttosport. Prima che per Torino scrivessi io, dai 22 anni. Sino a quando ho iniziato a divertirmi per vannizagnoli.it, con lo smartphone. Fermato ovunque, anche in libreria. Unico giornalista presente, con 14 spettatori, ieri sera, ma autore e relatore vengono istruiti perchè non accettino la mia intervista successiva.
Ridicoli. E non sono gli unici, purtroppo. Neanche sono andato a Sanremo, siamo scesi a due apparizioni in 4 edizioni.