di Michele Longo (Vox&One podcast)
Trento 19 novembre 2023 – Dopo la sconfitta di Sassari la Dolomiti Energia Trento riprende il suo splendido cammino battendo per 81-71 la malcapitata Happy Casa Brindisi, ancora a zero vittorie e sempre più ultima. MVP della gara è Davide Alviti, 21 punti con 5/6 da tre, che continua a godersi la sua grande rivincita dopo i due anni di anonimato milanese.
Il match ha avuto poco da dire. Primi 5 minuti di una bruttezza disarmante, con 5 palle perse di Brindisi ed errori a ripetizione da entrambe le parti. Galbiati ha preparato la partita alla grandissima, ordinando da subito una pressione soffocante sul portatore di palla. Sapeva che Kyzlink non è un play e ha centrato la difesa su di lui, mettendolo in difficoltà ad ogni possesso e bloccando l’attacco di Brindisi. Così la difesa di Trento, con mani addosso e fisicità, ha infatti sterilizzato l’attacco salentino (9 punti nel primo quarto) e esaltato la transizione che ha sempre trovato bocche da fuoco libere dall’arco dei tre punti (53% da tre al 20′). Nonostante un Grazulis in ombra (3 punti con un solo tiro), gli esterni trentini hanno punito ogni close out in ritardo della difesa brindisina e contribuito a creare il +17 di fine primo tempo, gap risultato poi decisivo nel finale così come confermato anche da coach Sakota in sala stampa.
Nel secondo tempo Brindisi ha avuto il solo merito di restare in partita, ha messo un po’ di paura a Trento, ricucendo fino al -7, ma la partita non è mai stata realmente in discussione. La parabola di Brindisi sembra molto simile a quella di Verona lo scorso anno quando alcuni miglioramenti lasciavano pensare a un cambio di rotta, ma poi nelle partite decisive si trovava sotto di 20 punti già nel primo tempo. Certo, il parquet di Trento è uno dei più difficili da espugnare ed è sempre complicato adattarsi a una difesa tanto aggressiva e fisica, ma il metro arbitrale è stato chiaro e coerente sin dal primo minuto e non possono esserci recriminazioni.
QUI TRENTO – La squadra di Galbiati è una sinfonia dolcissima che alterna una difesa fisica a un attacco in transizione che mette in ritmo tutti gli effettivi in campo. I due quintetti sono perfettamente bilanciati e garantiscono la stessa intensità, tutti i giocatori sono coinvolti e in ritmo, ognuno ha il suo ruolo e suona il suo spartito senza sbagliare una nota. Il lavoro fatto da Galbiati su Alviti e Ellis è incredibile. Il primo veniva da due anni anonimi a Milano, il secondo da esperienze in A2 che non sembravano essere propedeutiche a una stagione del genere. Il resto lo fa l’ambiente di Trento, società seria e solida, che ha costruito un sistema in cui tutti si trovano a proprio agio e in condizioni di fare bene. Basti pensare che la scorsa estate è stata cambiata la spina dorsale di questa squadra (Flaccadori, Spagnolo e Atkins, oltre al coach), ma il contraccolpo è stato pressoché nullo, così come il periodo di adattamento per i nuovi. Bravi
QUI BRINDISI – Un passo avanti, contro il Kalev/Cramo in FIBA Europe Cup, e tre indietro. Brindisi è nuovamente caduta nei suoi errori, facendo mancare intensità soprattutto difensiva ed uscendo dalla partita già dopo pochi minuti di gioco. Il ritorno di Senglin mette, come prevedibile, Mitchell fuori dalle rotazioni, ma i problemi sono decisamente altri. A cavallo tra il primo e il secondo quarto in campo c’erano Senglin, Morris, Sneed, Laszewski e Bayehe, ovvero 4/5 del quintetto base disegnato a inizio stagione che giocava contro il secondo quintetto di Trento. In quel momento Brindisi ha preso il parzialone che si è poi rivelato decisivo, il che la dice tutta sulla bontà delle scelte fatte in estate. Non può bastare essere contenti di essere rimasti in partita e aver chiuso sotto di 10 e non di 30 come al solito. Così come chiesto e sottolineato in sala stampa da coach Sakota, Brindisi ha bisogno di innesti immediati soprattutto in fase di playmaking. Non ci si può neanche più appellare alle assenze, perché errare è umano, ma perseverare è diabolico. Pensare che solo un grande acquisto possa risollevare la stagione di Brindisi è un errore madornale e serve solo a perdere tempo prezioso. Servono giocatori di sistema, abili a mettere in ritmo Senglin e Morris e capaci di far girare un attacco che è di gran lunga il peggiore del campionato. Mancano 23 partite alla fine della stagione, per salvarsi Brindisi deve vincerne almeno 11 (meglio 12) e allo stato attuale delle cose è un miraggio. In settimana, Nando Marino, ha tuonato contro i leoni da tastiera che lo criticano. E’ bene però ricordare che quei leoni da tastiera sono gli stessi che pagano un abbonamento, che seguono la squadra in trasferta e che, al netto delle critiche, non hanno mai insultato nessuno. Non sarebbe male se qualcuno si prendesse le proprie responsabilità, per lo meno ammettendo che in estate sono stati fatti dei disastri. Sarebbe un buon modo di fare un minimo di mea culpa, dato che il rischio di essere già virtualmente retrocessi a metà novembre è altissimo e la colpa non è di certo del pubblico brindisino.
I PARZIALI: 19-9, 28-21, 13-20, 21-21
LE PAGELLE
DOLOMITI ENERGIA TRENTO
Quinn Ellis 7,5: Stranamente in campo per soli 13 minuti, ma è fondamentale nel parziale che di fatto chiude la partita. E’ un 2003 che ha fisico, letture, tiro ed è un fattore in difesa. Galbiati meriterebbe il Coach of The Year solo per il lavoro fatto su di lui.
Myles Stephens 5,5: Forse l’unico che non suona lo stesso spartito del resto della squadra
Prentiss Hubb 7: Un fattore nel primo tempo con triple chirurgiche e di vitale importanza. Meno bene nella ripresa.
Davide Alviti 9: Prestazione incredibile. Si mangia Sneed, il miglior difensore di Brindisi, segnandogli in faccia 5 triple. Punisce ogni close out in ritardo, si fa sempre trovare al punto giusto nel momento giusto. Giocatore ritrovato.
Luca Conti SV
Toto Forray 6: Meno lucido del solito e abbastanza confusionario.
Derek Cooke 6,5: Dati i precedenti, forse il colpo di mercato che più aveva fatto storcere il naso. Invece sta facendo benissimo, perfettamente calato nel suo ruolo di rim protector. Oggi ha avuto vita facile contro Seck, ma non è di certo la prima buona prestazione dell’anno
Mattia Udom 7: Fondamentale in difesa con la sua fisicità e in attacco con le sue triple. A Brindisi ha spiccato il volo, a Trento ha confermato che in A ha tutto il diritto di starci e di poter giocare minuti importanti.
Paul Biligha 7: Il cattedratico della difesa non perde occasione per dare sfoggio della sua saggezza. Non benissimo in attacco, ma le sue letture sono quelle che mettono in crisi l’attacco brindisino
Andrejs Grazulis 5: 16 minuti, 3 punti, un solo tiro tentato. Stranamente fuori dai giochi, ma la grandezza di Trento è proprio quella di avere un collettivo in grado di sopperire anche a un giorno di ferie preso dalla sua stella
Kamar Baldwin 6: Segna 10 punti, ma è più confusionario del solito (3 palle perse).
HAPPY CASA BRINDISI
Jamel Morris 6,5: Dopo la buona partita contro il Kalev/Cramo, altra buona prestazione. Parte malissimo, poi nel secondo tempo aggiusta mira e scelte e chiude a 18 punti.
Xavier Sneed 4,5: Peggior partita dell’anno. Completamente fuori fase, a tratte irritante. Alviti lo umilia in difesa e in attacco perde la testa con penetrazioni e conclusioni senza alcuna logica.
Nate Laszewski 7: Sempre più in palle è sicuramente il migliore di Brindisi. Coach Sakota lo sfrutta per quel che può dare, triple e rimbalzi, lui è stato intelligente da capire quale fosse il suo vero ruolo e sfruttare ogni singola opportunità concessa.
Joonas Riismaa 5: E’ la continuità il suo tallone d’Achille. Non riesce quasi mai a sfoderare più prestazioni di livello. Fuori partite e stranamente in difficoltà in difesa.
Fadilou Seck 5: Un 207cm di 26 anni che non riesce a tenere un rimbalzo in mano. Ok, se non fosse per gli infortuni non sarebbe neanche in rotazione, ma è lecito aspettarsi qualcosa di più da uno con quel fisico.
Jordan Bayehe 6,5: Doppia doppia da 11+11 a cui aggiunge 8 falli subiti. E’ una delle poche luci difensive di Brindisi, ma quando non ha il supporto di Laszewski e soprattutto di Sneed non può non andare in difficoltà.
Jeremy Senglin 6: di fiducia. Nel primo tempo si vedono tutti i quasi due mesi di assenza, poi inizia a carburare e fa vedere qualcosa di buono. Chiude con 7 punti, 4 assist e la convinzione che è una guardia e non il playmaker che serve a Brindisi
Tomas Kyzlink 5,5: Subito in difficoltà contro la difesa aggressiva di Trento, non riesce a cambiare rotta. Molto meglio quando poi gioca nel suo ruolo da guardia/ala