Forse forse ci siamo. L’antibiotico prescritto dal dottore di nome Napier sta facendo un buon effetto, ed il paziente ancora non può dirsi completamente guarito e non può fare sforzi eccessivi ma perlomeno cammina e sta bene.
Ovviamente il paziente si chiama Olimpia Milano e questa seconda vittoria che segue quella di due giorni fa contro il Baskonia aumenta ancora di più la fiducia della squadra e dell’ambiente verso la squadra, oltre a creare un minimo di entusiasmo anche grazie a Napier e agli effetti collaterali, benefici, che sta portando
Detto in parole povere, senza l’ex Portland probabilmente si sarebbero perse anche queste due partite, ed a questo punto cresce il rammarico per non averlo ingaggiato prima. Gli affezionati lettori sanno che saranno due mesi almeno che su questi schermi ne invocavo l’ingaggio.
Ma tornare indietro non si può ed allora sguardo verso la prossima avventura, che in Italia si chiama Trieste ed in Europa Fenerbahce. Se in LBA il risultato finale ha la valenza che ha (poca), quella ad Istanbul è la prima di 11 finali, se si vuol ancora credere in una qualificazione ai playoff.
Oggettivamente ci vorrebbe qualcosa che assomigli ad un miracolo ma la speranza è giusto coltivarla: con Napier sempre più inserito, con Shields pronto o quasi a tornare, con Voigtmann tornato ai fasti moscoviti sognare una rimonta si può, e visto il parco giocatori coi loro stipendi si deve.
A patto però di alzare la qualità del gioco, ad oggi troppo deficitaria per pensare di inanellare tutte quelle vittorie che servirebbero per l’impresa. L’attacco piano piano sta producendo e sta tornando ad un livello quantomeno accettabile, ma è in difesa che serve un cambio di passo.
Nonostante l’anima difensiva dello scorso anno sia svanito con tutti i nuovi innesti, che sono tutto tranne che giocatori che prediligono la propria metà campo, è fondamentale avere ancora la capacità di strangolare anche solo per pochi minuti l’attacco avversario.
Certo è che non sempre è facile quando in campo ci sono ad esempio Baron, Voigtmann o lo stesso Napier, quindi dev’essere l’organizzazione a prevalere limitando o meglio eliminando i punti lasciati 1 vs 0 e le distrazioni sui rimbalzi in difesa ad esempio.
Personalmente penso che Messina e il suo staff possa lavorarci su ed il periodo è anche propizio una volta giocato ad Istanbul, perché si andrà nella vicina Varese e poi nella comunque non lontana Torino per le F8. Ma con qualche giorno in più per allenarsi tutti quanti le esecuzioni dovrebbero migliorare così come l’intesa.
Il peggio sembra passato insomma, ma attenzione che è un attimo prendere un colpo d’aria ed ammalarsi ancora senza più poter andare in farmacia ad acquistare nuovi farmaci…
IL TABELLINO: OLIMPIA MILANO – STELLA ROSSA 74 – 68
DIAMO I NUMERI
8 – i tiri tentati e sbagliati da Napier. Nonostante questo gli darei almeno 6,5 perché fortunatamente il basket è anche altro. Dopo averlo visto per circa 38 minuti in campo devo dare una mia impressione: non è un realizzatore alla Shane Larkin anche se sporadicamente potrà farne anche 30. Mi sta sorprendendo positivamente la sua maturità nell’atteggiamento e la sua pulizia e linearità di gioco, oltre ad un tasso di attività difensiva non da poco. Negativamente per ora c’è che non è un realizzatore naturale e questo nei finali punto a punto potrebbe venire a galla, perché la sua leadership lo porterà a prendersi i tiri che scottano. Un vero primo bilancio lo faremo a fine mese.
7 – come i punti di Voigtmann ed il suo voto in pagella. Non ha strabiliato né crivellato il canestro avversario ma si è dimostrato vivo, sempre attento e reattivo e poi ha messo il canestro più pesante della partita, con un semigancio in corsa tutt’altro che facile. E Messina non ha esitato a proporlo in coppia con Melli nel finale, creando lo scenario ipotizzato in estate dal coach ex Spurs. Con le due torri bianche in campo assieme, in attacco entrambi dietro la linea da 3 ed area libera, liberissima per le incursioni dei vari Hall, Cabarrot, adesso Napier e tra qualche tempo Shields.
4 – come i punti, e le triple sbagliate, di Nemanja Nedovic uno dei grandi ex. Oggi vero sesto uomo Olimpia, ha fatto vedere perché sarà ricordato come uno dei grandi talenti mai sbocciati fino in fondo. Non è solo questione di fragilità fisica, l’ex Golden State è il classico giocatore che definirei più bello ed elegante che utile. Se vuoi vincere, lascialo che giochi per gli altri.
17 – i punti dell’altro ex di serata, Bentil. Fino a 10 giorni fa lamenti e rimpianti si udivano a palazzo e leggevano nei social. Lo rivolevano tutti al posto della controfigura di Giovannone nostro. Oggi le cose stanno e sono cambiate, ma il ghanese ha dimostrato una volta di più di essere un giocatore di livello che fa sempre il suo e a volte anche quello degli altri. Grande Ben, sei sempre il benvenuto al Forum (basta che non ne metti 30….).
0 – la riga dello score di Branko Lazic, tolti i 4 falli commessi (e 1 subito). Giocatore di culto, che vorrei sempre nella mia squadra (come dodicesimo però…), perché mena come un fabbro ferraio ma non si risparmia mai. Insomma, il Cerella serbo….con meno beltà.
14 – i minuti giocati da Brandon Davies, pochini. Ha fatto in tempo però a produrre 10 punti anche se non ha catturato rimbalzi. Per il momento amarcord vorrei spiegare ai più giovani che se fosse successo 40 anni fa si sarebbe chiesto il taglio per non aver catturato nemmeno una carambola. Una volta i pivot avevano principalmente un obbligo, prendere più rimbalzi possibili, adesso invece tirano da tre e partono in palleggio conducendo in contropiede…Non c’è più religione…
SALA STAMPA
Cristiano Garbin
@garbo75
IG: garbin_cristiano