In un momento della stagione dal discreto coefficiente di difficoltà, viste le ultime sconfitte in Euroleague (Barça, Real Madrid, Virtus Bologna e Zalgiris), e l’infermeria che sembra non potersi svuotare a breve, l’Olimpia Milano corre ai ripari ingaggiando monsieur Timothè Luwawu-Cabarrot, l’ennesimo prodotto dalla vastissima fucina transalpina che sforna annualmente talenti cestistici di altissimo livello internazionale.
Lo avevamo detto!
Come anche ricordato dal ns Cristiano Garbin nell’articolo di ieri sera del match vs lo Zalgiris, Timothè Luwawu-Cabarrot era da tempo del mirino delle Scarpette Rosse a causa delle già citate difficoltà in seno al roster milanese di sopperire prima di tutto numericamente alle numerose assenze per infortunio (Datome, Shiels e Baron su tutti), ma palesatesi in modo fragoroso nel derby di Euroleague vs la Virtus Bologna: squadra decimata nel ruolo di 3 ed in apnea offensiva.
Così riecco un francese a Milano dopo Amath M’Baye, anno domini 2017-18 e malgrado le premesse iniziali, non fu un matrimonio felice. Domanda: quante chances che invece con Timothè Luwawu-Cabarrot le cose potrebbero andare meglio?
Saperlo! Classe ‘95, TLC (che suona male ma accorcia molto…) cresce nell’Olimpique Antibes (predestinato?), ed a 19 primavere esordisce in prima squadra nel team più prestigioso della cittadina francese, gli Sharks Antibes, da anni nella Pro B francese e, l’anno dopo, trova un ingaggio in Serbia, al Mega Leks dove in 28 gare della Lega Adriatica mette a segno 14,6 p.ti/gara con 4,8 rimbalzi per gara.
Numeri interessanti e per Timothè è già l’ora di dichiararsi al draft NBA ed eccolo selezionato al primo giro dai Philadelphia 76ers, al numero 24 rimanendo due anni a Philadelphia. Inizia poi il balletto delle cessioni in stile journeyman: ceduto a Oklahoma City e successivamente a Chicago per trascorrere poi due anni a Brooklyn (con parentesi in G-League), e uno ad Atlanta dal quale proviene.
Oui, bon palmarès!
Tutto sommato il suo CV non è malvagio: due medaglie d’argento sia nel 2021 (Olimpiadi di Tokyo), che pochi mesi fa in Germania all’Europeo vs la Spagna e, in entrambi i casi, dando la paga all’Italbasket nei quarti di finale grazie alle sue doti di shooter. Doti che in NBA gli han consentito di giocare 328 gare con 60 presenze fin dall’inizio, con un 7,8 p.ti/gara ed il 38,1% da tre nel 2019-20.
A questo punto la domanda sorge spontanea: era proprio quello che serviva a questa incerottata e sfiduciata Olimpia Milano? Sembrerebbe che Timothè non sia un giocatore in grado di crearsi il canestro da solo bensì qualora venisse imbeccato con i tempi giusti dalla linea dei sogni. E considerando che al momento la squadra soffre proprio in fase di costruzione…
Ma che le doti ci siano è fuori discussione. Adesso spetta ad Ettore Messina tirare fuori da lui il meglio. Almeno così si spera perchè la stagione potrebbe diventare complessa ed avara di soddisfazioni in Euroleague qualora non s’invertisse questo trend da orecchie basse.
Fabrizio Noto/FRED
@Fabernoto