E’ un momento straordinario per il basket in carrozzina italiano, che dopo essere tornato con i “senior” tra le prime quattro squadre del continente nell’Europeo di Madrid dello scorso dicembre, ha conquistato a Pajulahti in Finlandia la medaglia d’oro ai recenti European Para Youth Games 2022, in pratica i giochi olimpici europei juniores.
Un successo storico che da lustro e prestigio a tutto il nostro movimento del wheelchair basket, ottenuto grazie ad un programma di lavoro biennale creato “ad hoc” dalla Fipic e segnale importante della presenza di un serbatoio di giovani di alto livello che scalpita per andare a raccogliere l’eredità dei campionissimi della nazionale maggiore.
Un trionfo, quello celebrato in Scandinavia dopo la vittoriosa finale contro la fortissima Olanda, nato paradossalmente dal fallimento dell’Europeo U22M del 2021 di Lignano Sabbiadoro. Il “day after” vide la Federazione Italiana rilanciare pesantemente su gran parte di quel gruppo di giovani, rimboccarsi le maniche e riprendere un lavoro complicato grazie anche all’aiuto di uno staff tecnico e manageriale sempre e comunque in grado di ragionare e prendere decisioni in maniera estremamente lucida.
Il tempo è stato ancora una volta galantuomo, ed il risultato ottenuto lo si può tranquillamente scoprire dalle foto scattate sul gradino più alto del podio di Pajulahti, dove è salito anche Alessandro Sbuelz, romano classe 2004 e cannoniere del Santa Lucia Roma, uno dei grandi protagonisti di una delle pagine più belle in assoluto del wheelchair basket italiano.
Sentiamolo quindi:
Iniziamo con la domanda classica per eccellenza, ossia ricordando due date: 17 giugno 2021, Lignano Sabbiadoro, si chiude con la quinta sconfitta su cinque partite un europeo disastroso per la nazionale under 22, 3 Luglio 2022 , Pajulahti, l’Italia conquista la medaglia d’oro agli European Para Youth Games, con 7 giocatori di quella stesso gruppo. Che cosa è cambiato in un anno?
“Siamo stati sicuramente una squadra più esperta rispetto allo scorso anno. Un gruppo di ragazzi con un anno in più di esperienza e crescita a livello personale, soprattutti i ragazzi che hanno avuto la possibilità di giocare quest’anno in Serie A. La scintilla è scattata per tutti fin dal primo momento, abbiamo condiviso insieme dei grandi momenti ed è arrivato poi anche il risultato sportivo.”
Negli sport di squadra, non dipendendo dal valore del singolo atleta, è difficile mantenersi sempre ad un livello alto, giocando sempre contro tantissime squadre competitive a livello internazionale. Che valore dai a questa medaglia medaglia d’oro, ottenuta oltretutto contro una eccellenza mondiale del wheelchair basket come l’Olanda?
“Ha il valore importantissimo della “RIPARTENZA”, ed una iniezione di fiducia per tutto il movimento del basket in carrozzina italiano. Abbiamo dimostrato che “ci siamo anche noi, che non siamo una squadra di secondo livello e che tutte le paure e delusioni di Lignano sono state superate ed allontanate. Lo abbiamo fatto grazie alla nostra forza di volontà che ci ha consentito di non mollare mai, e lo si è visto soprattutto nella finale contro l’Olanda.
E’ arrivato il momento , sia per la nazionale maggiore che per il gruppo juniores, di raccogliere finalmente i frutti di tanto lavoro. E questi frutti li stai meritatamente assaporando pure tu. Orgoglio, emozione, responsabilità: quali sensazioni hai ogni volta che indossi la maglia della nazionale?
“Tutto, la maglia azzurra è tutto. C’è dietro il lavoro della Federazione che non cerca di costruire soltanto dei giocatori importanti a livello nazionale, ma soprattutto a livello internazionale. C’è la responsabilità di ripagare chi ha investito su di noi e quella di far conoscere all’estero il nostro basket in carrozzina. Proprio per questo desideriamo ringraziare tutti quelli che ci aiutano ogni giorno a migliorare e crescere.”
Un ricordo, ed uno soltanto dell’esperienza finlandese, con i ragazzi della nazionale italiana di basket in carrozzina..
“Sicuramente la musica messa ad alto volume e tutti noi a cantare in qualsiasi momento della giornata. In viaggio, in albergo ma soprattutto nello spogliatoio prima delle partite, con i nostri coach sempre presenti. La possibilità di essere un gruppo fino in fondo, uniti e tutti quanti insieme.”