Roma, 8 luglio 2020 – Tre ufficialità in un’altra giornata calda di un Mercato LBA 2020-21 che continua a regalare sorprese all’insegna delle giovani scommesse da parte di società che, come ormai è noto a tutti, hanno bisogno di ottimizzare le risorse non illimitate a disposizione dei propri general manager.
Partiamo da Varese, dove si potrebbe dire “Welcome back Morse” in seguito all’annuncio del centro americano di 26 anni Anthony Morse. Caso di omonimia a distanza di circa 40 anni ovviamente, a creare un curioso file rouge a cavallo della gloriosa storia della società lombarda, con la speranza che anche il nuovo arrivato possa non rendere blasfemo l’accostamento al suo illustrissimo predecessore Bob Morse.
Tornando al presente, il suo acquisto va ad aggiungersi agli altri innesti di un mercato quasi principesco in relazione al budget destinato per la prossima stagione, campagna acquisti che ha avuto in Luis Scola la ciliegina sulla torta. Forte di un solido percorso di crescita, partito in Ungheria e Germania (Atomeromu e Braunschweig) per poi svilupparsi nella nostra serie A2, tra Mantova e Imola, offre quella atletismo e quella verticalità che lo rende elemento potenzialmente indispensabile nel futuro scacchiere tattico a disposizione di Coach Attilio Caja, con la possibilità di coesistere sia con Luis Scola che con Denzel Andersson, pensando a un quintetto “grosso” piuttosto fisico.
L’ultima stagione da dominatore nella categoria inferiore (18 punti e 7,3 rimbalzi di media), in particolare, hanno messo in mostra le sue notevoli abilità da rollante pur non disdegnando la ricerca della giocata in post basso, con un utilizzo sapiente della spalla sinistra per tenere il contatto con il difensore e l’equilibrio, propedeutico al gancio con la mano destra. Notevole rimbalzista, anche in chiave offensiva, da valutare a livello superiore la sua natura di rim protector.
Siamo alle battute finali anche per quanto concerne il mercato della De’ Longhi Treviso, che chiude il proprio reparto esterni con il contratto annuale siglato con il rookie Tyler Cheese, play-guardia mancina di 196 cm uscita da Akron University per dare il via alla propria carriera europea.
Reduce da un biennio felice con la maglia dei Akron Zips, questo ragazzo non ha bisogno di molte azioni per presentarsi al proprio pubblico: attaccante naturale, ha grande confidenza, ai limiti dell’abuso, delle proprie doti di ball-handling per disorientare il proprio marcatore e crearsi la conclusione dal palleggio, evidentemente con buon profitto fino a oggi, a giudicare dai 15,7 punti di media messi a segno nell’ultima stagione di college. Qualità che, se confermata tra i pro, potrebbe renderlo il sesto uomo giusto dal quale attendersi impatto immediato sulle partite in uscita dalla panchina.
Piuttosto interessanti anche i 5 rimbalzi a partita, che denotano degli istinti intriganti sul piano delle letture del gioco, così come i 3,4 assist incoraggiano circa la sua capacità di cercare il canestro senza dimenticare l’importanza di mettere al servizio della squadra le attenzioni difensive a lui rivolte a causa della sua esplosività nella metà campo offensiva.
Ancora una volta protagonista l‘Allianz Pallacanestro Trieste, che va a completare il pacchetto di italiani a disposizione di Eugenio Dalmasson con Davide Alviti.
L’ala frusinate di 200 centimetri, classe 1996, sarà probabilmente il cambio del titolare nel ruolo di “3” avendo la grande possibilità di mostrare con continuità tutte quelle qualità appena intraviste nell’ultima stagione a Treviso, anche per colpa degli infortuni che lo hanno costretto a rincorrere la condizione, saltando il primo mese e mezzo di campionato.
Le ottime percentuali, sebbene su un numero limitato di partite disputate, rendono la sensazione di essere di fronte a un talento in grado di rendersi protagonista al tiro da ogni distanza, frutto del lungo lavoro in palestra che lo ha portato a scalare gerarchie e concorrenza fin dal settore giovanile nell’Eurobasket Roma, passando per la lunga stagione in A2 con Virtus Roma, Mantova, Derthona Basket e Andrea Costa Imola prima dell’approdo a Treviso nel 2018. Treviso che adesso lo saluta, non senza più di qualche rimpianto probabilmente.