Prima o poi doveva accadere, diranno i fatalisti. Dopo sei vittorie in fila in Eurolega poi, striscia che raramente si è vista sotto la Madonnina, anche la legge dei grandi numeri nonché la cabala erano contrarie ad un referto rosa da portar via nella terra degli Zar.
E così è stato, con il nuovo Zar Alexey Shved al comando, stavolta ottimamente supportato da un nugolo di buoni giocatori per una squadra assemblata meglio rispetto a tante edizioni del recente passato. Certo,il finale sarebbe potuto andare diversamente se Milano non avesse avuto un completo black out offensivo a cavallo tra terzo e ultimo quarto, lasciando un retrogusto amarognolo sulla bocca di staff e giocatori ed instillando dubbi tra noi che abbiamo guardato la partita sul divano a 2500 km dal palazzo moscovita.
I primi 25 minuti i biancorossi li hanno giocati ad un ottimo livello offensivo, con mani calde e teste giuste. Difensivamente c’è stato un passo indietro rispetto alle recenti prove offerte dalla squadra di Messina, ma comunque il tutto sembrava sufficiente per vincere e senza neanche troppi patemi.
Da quel +9 (con due o tre occasioni perse per aumentare ancora il divario) sul 56 a 47 il nulla, come se il talento offensivo fosse stato rubato come in Space Jam, come se la fluidità dell’attacco fosse stata improvvisamente ghiacciata da una magia di una delle Winx; 35-12 di parziale per i russi e partita finita.
Qui però vorrei sottolineare che da questi schermi più volte abbiamo ribadito uno dei difetti del roster milanese, cioè la mancanza di esterni capaci di creare a giochi rotti, di prendersi falli e di produrre punti fuori dagli schemi.
Nedovic è quello che più si avvicina a quel tipo di giocatore ma è troppo alterno anche all’interno della stessa partita e comunque non è un giocatore, a mio avviso e per ragioni che spiegherò a parte, a cui dare i palloni che scottano.
L’altro esterno titolare è Rodriguez, il quale però è troppo poco fisico per prendersi falli, e poco realizzatore inside per monopolizzare un attacco intero. E’ la guida della squadra, non può svolgere anche il ruolo spettante al settimo/ottavo uomo.
Entrambi a Mosca comunque non hanno giocato la loro miglior partita, lasciando l’impressione che siano poco compatibili tra loro e bisognosi di una stampella tecnica che al momento manca. O meglio, sta mancando.
Ed arriviamo quindi al primo pomo della discordia che di nome fa Shelvin e di cognome Mack. A Mosca non ha giocato male, semplicemente non ha giocato. Si è limitato a fare il Caronte, traghettando la palla nella metà campo avversaria ed a passarla al primo compagno libero.
Conosco giocatori di Promozione adatti al ruolo e già abituati a farlo, disposti ad accettare un ingaggio di 900 euro l’anno, non 900 mila come percepisce il prodotto di Butler University. Ci stavamo abituando ad un Mack più incisivo nella metà campo offensiva, questa prestazione è un brusco passo indietro.
L’altro giocatore in palese difficoltà tecnica e mentale risponde al nome di Aaron White: lanciato in quintetto da Messina causa anche assenza di Gudaitis (con lui sarebbe cambiato taaaantoooo…), ha disputato 11 minuti in cui ha vinto il premio “senza infamia e senza lode”.
L’Aaron White visto a Kaunas però era altra roba, e credo che anche lo staff si stia convincendo di aver sbagliato valutazione. C’è tempo per rimediare e ingaggiare un profilo di ala forte più adatto alle esigenze dei milanesi: amici lettori, pensate ad un Jonas Jerebko, ad esempio.
Molto più tiratore ed attaccante sta sfruttando gli spazi concessi dalle difese concentrate su Shved ma è un 4 moderno ( a Biella 10 anni fa era un ala piccola, poi nella NBA si è ingrossato a dismisura ed ha cambiato ruolo, un po’ come Gallinari). A mio parere avrebbe fatto molto più comodo rispetto all’ex Zalgiris. E’ però da vedere se sul mercato vi siano altri Jerebko liberi…..al momento, dubitiamo.
Un altra nota negativa di giornata è Brooks: non tanto e non solo per i soli 4 punti segnati (che debba tirare di più lo scriviamo da 15 mesi) ma per la difesa scialba che ha mostrato soprattutto contro Jerebko.
Micov e Tarczewski faccio fatica a giudicarli, credo che 5,5 sia una rapida fotografia della loro partita. Come cantava Gianni Morandi, si puo’ dare di più, su questo non ci piove
Note positive: il solito Scola, unico punto di riferimento vicino a canestro di una squadra totalmente sbilanciata sul gioco perimetrale senza il proprio centrone lituano. E Roll, esiziale da 3 punti e molto sveglio e brillante sulle palle vaganti: peccato per quella botta che l’ha tolto di mezzo alla fine.
Messina stasera non si merita la sufficienza: più che per la conduzione della partita e per le rotazioni ( anche se io a Biligha e Moraschini avrei dato qualche minuto, anche solo per vedere l’effetto che fa…)proprio per la preparazione della stessa.
Ho visto più trappole difensive per Shved nell’amichevole pre-campionato di settembre che in questa partita. Una difesa allungata ogni tanto senza troppa convinzione, raddoppi sulla stella avversaria fatti senza la necessaria grinta. Mi aspettavo di più, non dico una box and one o raddoppi sistematici, ma comunque un game plan difensivo più deciso.
Adesso dopo la parentesi di campionato contro la Fortitudo per l’Olimpia arriva una settimana cruciale: doppio turno di Eurolega con due gare casalinghe da vincere ad ogni costo. Maccabi e soprattutto Efes non saranno avversarie facili ma se si vuole puntare in alto in casa non bisogna perdere.
Attenzione perché la società, anche se ufficialmente smentisce, non è inattiva sul mercato. Altre brutte prestazioni collettive ed individuali potrebbero indurre il presidente Ettore a schiacciare il pulsante Game Over per qualcuno degli attuali componenti del roster della squadra più titolata d’Italia.
Cristiano Garbin
@garbo75