Storicamente il campo di Madrid per i colori biancorossi non è stato certo foriero di grandi ricordi né tanto meno espugnato con facilità, anzi; ed anche questa partita verrà archiviata nella sezione grandi rimpianti insieme a quella volta in cui, eravamo a metà anni 80, un tiro da tre punti di D’Antoni venne sputato non troppo regolarmente da una retina troppo stretta e non convalidato oppure a quell’altra in cui una rimessa fatta male permise ai madrileni di avere la meglio su un Olimpia non certo forte come questa di oggi (si era nel 2009, se la memoria non mi fa difetto).
Per acuire poi il rimpianto ed aumentare la rabbia biancorossa ci hanno pensato i tre di arancione vestiti con una direzione scandalosa, con fischi clamorosamente casalinghi e metro di giudizio totalmente sballato. Non siamo certo sorpresi, poiché contro il Real è da sempre così, ma in questa occasione si è di certo superato il limite della decenza.
E, a mio parere, male ha fatto Pianigiani a lamentarsene solo a fine partita. Per come la vedo io, un coach deve cercare , anche teatralmente, di cambiare il trend delle fischiate. Credo che in molti guardando la partita abbiano esclamato all’indirizzo del buon Simone “e prenditi un tecnico!!“. Io l’ho fatto, perché va bene non dare alibi ai giocatori ma, come si dice a Roma, quando ce vo’, ce vo’….
Da qualsiasi parte la si giri, è un peccato: massimo vantaggio di 18 punti nel secondo quarto giocando una pallacanestro con pochi fronzoli e facendo girare a mille un attacco tra i primi d’Europa (aiutata da una difesa inesistente) guidato dal probabile MVP di questa Regular Season.
L’Olimpia non è riuscita a difendere questo tesoretto e piano piano i blancos hanno aggiustato il tiro in difesa aiutando diversamente sui pick and roll, costringendo i giocatori milanesi a forzare ed ad abbassare le percentuali in maniera drastica. La rimonta è partita da qua, con raddoppi e aiuti forti su James soprattutto visto che nel primo quarto i suoi 17 punti (potrebbe essere record) avevano fatto imbestialire Laso.
Nonostante questo il buon Mike ha continuato a segnare con continuità, il problema è che non è più riuscito a mettere in ritmo gli altri. Solo Nedovic e Nunnally hanno trovato il canestro ma sempre dopo azioni personali, quasi mai dopo una circolazione di palla che è mancata totalmente nei secondi venti minuti. Non è certo un caso se i parziali del 3 e 4 quarto recitano 19 e 14 punti segnati per un totale di 33, esattamente pari ai punti messi a referto nel solo primo quarto.
Come è accaduto spesso da quando Gudaitis si è infortunato dai lunghi è arrivata una prestazione offensiva molto povera. Tarczewski non ha demeritato ma si sa che lo si deve innescare con dei giochi a due dinamici e non ci sono state tante occasioni in questo senso. In più il buon Kaleb ha avuto i soliti problemi di falli anche se almeno due inventati di sana pianta.
Brooks invece non è stato un fattore: due tiri tentati in 23 minuti però veramente troppo pochi e non è la prima volta che lo scriviamo: il buon Jeff ha le capacità per realizzare almeno una decina di punti e comunque deve prendersi almeno 10 tiri a partita, ne va del bilanciamento del gioco. Non si può vedere che Omic ne tenti uno in più dell’ex Sassari.
Ecco, Omic: io credo in tutta onestà che a Podgorica ( ma direi anche in tutta Europa) stiano ancora ridendo e festeggiando pensando alla somma elargita da Milano per portarlo via a fine girone d’andata. Vero che si trattava di un emergenza ma come già scritto numerose volte con metà del buy-out versato ( 200 mila cucuzze, dicunt) si poteva andare a pescare un giocatore migliore ed anche più funzionale al tipo di gioco di Milano.
In questa sconfitta il suo marchio è impresso a fuoco, ha giocato un secondo quarto da brividi e in generale una delle peggiori partite che abbia visto fare ad un lungo di questo livello. Uno con le sue caratteristiche di solito va in difficoltà quando attaccato da lunghi mobili, magari attaccanti naturali, cosa che né Ayon, né Tavares sono.
Semplicemente questo non è il suo livello, e mi sarebbe piaciuto vedere qualche minuto Burns da 5 come se la sarebbe cavata ma il coach non se l’è sentita di metterlo in campo, come del resto Cinciarini al posto di un deleterio Jerrells.
L’andamento di questa partita ha fotografato molto bene che tipo di allenatore sia l’ex Mens Sana: game plan perfetto per 20 minuti perché le partite le sa preparare bene, poi Laso fa adattamenti alla difesa ed a quel punto l’Olimpia si smarrisce non trovando un piano B; non prova mai a cambiare difesa né ad andare con Brooks e Kuzminskas come lunghi per aprire il campo.
Da tempo si accusa Simone di fare fatica a leggere le partite ed a comportarsi di conseguenza, devo dire che a Madrid non ha fatto nulla per smentire le critiche.
Critiche che non hanno risparmiato in passato nemmeno Mike James, autore di una prestazione pazzesca. Dominatore assoluto in un primo quarto dove sembrava al campetto (e pure l’intensità madrilena), autore di giocate da NBA, peccato per quelle 2-3 perse in momenti chiave. 35 punti nell’Eurolega moderna sono comunque tanta roba, non è facilissimo segnarli. Insieme a lui bene direi Nunnally, autore di una prova di sostanza anche difensiva.
Nedovic invece ha giocato una partita strana: primo tempo molto bene, dall’assurdo fallo tecnico in poi invece si è perso, salvo ritrovarsi nel finale, ultimo tiro a parte. Averlo come sesto uomo è un bel lusso, certo è che un lungo un minimo credibile come attaccante gli leverebbe un pò di pressione che a volte gli fa prendere la decisione sbagliata.
Male Micov: sbaglia tiri importanti e non è mai veramente utile alla causa. Ormai il periodo in cui non è brillante come ad inizio stagione si sta allungando, speriamo finisca al più presto perché di Vlado al meglio questa squadra ne ha parecchio bisogno.
Detto dei lunghi voglio spendere due parole su Kuzminskas perché è stato colui che con i falli guadagnati nel secondo quarto ha tenuto a galla l’attacco milanese: nel secondo tempo è stato poco utilizzato da Pianigiani il quale si ostina a non provarlo mai da ala piccola: in questa occasione poteva anche tentare, magari avrebbe aiutato a rimbalzo ad esempio, dove i 16 catturati dagli spagnoli in attacco han fatto la differenza.
Occasione sprecata quindi, ma non c’è tempo nemmeno per pensarci, venerdì si torna in campo a Desio contro il Panathinaikos e come sapete tutti sarà praticamente uno spareggio.
Per i nostalgici e scaramantici ricordiamo un altro Olimpia – Pana giocato al PalaDesio vinto di due punti dai biancorossi sotto gli occhi di Spike Lee. Fu la partita in cui si ruppe un tassello del parquet e in cui la difesa di Cerella su Diamantidis esalto’ i 6400 spettatori presenti. Son passati meno di 5 anni da quella partita, molto è cambiato ma non la passione dei tifosi milanesi. PalaDesio sold out, e speriamo in un altra grande vittoria dell’Olimpia.
Garbin Cristiano
@garbo75