Sicuramente qualcuno vi avrà detto una volta (o più) in vita vostra che la permanenza di ogni essere umano sul globo terrestre è fatta a cicli e che talvolta ruoli e situazioni che sembrano predefinite si possono ribaltare; bene, questa Olimpia-Virtus mi pare l’esempio perfetto per fotografare queste affermazioni.
La mia mente mentre osservava la partita è corsa all’anno 2003, quando la V dominava in Europa e l’Olimpia appena scampato il pericolo retrocessione era una squadra da metà classifica ad andar bene con il solo Sconochini (ex, tra l’altro) ad infiammare le poche anime presenti al vecchio Palalido.
In 15 anni ne è passata di acqua sotto i ponti ed eccoci qua in un Forum non strapieno ma comunque abbastanza affollato, a commentare una partita tra due squadre dalla potenza di fuoco ben diversa.
Intendiamoci, 15 anni fa la differenza era ancora più marcata rispetto ad oggi ma questa sfida ha messo in risalto come le seconde linee biancorosse potrebbero tranquillamente vincere la Regular Season se solo non giocassero contro il quintetto dell’armata milanese.
Troppa qualità ed anche quantità in casa Olimpia nonostante si potrebbe allestire un altro quintetto in casa milanese, quello degli infortunati. Iniziano ad essere in tanti: Nedovic, Cinciarini, Tarczewski a cui si è aggiunto dopo 10 soli minuti Mike James. Infortunio che non ci voleva poiché venerdì a Gran Canaria è una partita da circoletto rosso, importantissima per il futuro europeo di Milano e pure evitabile, sarebbe bastato per il buon Mike conservare preziose energie e non tentare per forza una schiacciata da urlo ma tutto sommato inutile.
Ai 4 infortunati potremmo aggiungere Nunnally, ufficializzato proprio in mattinata ed atteso ad ore a Milano. Vediamo se scenderà in campo subito, certo Pianigiani fa bene in conferenza stampa ad evitare trionfalismi quando invece il colpo sul mercato è bello grosso perché il giocatore è di alto livello europeo. Per il coach l’esercizio comunicativo ha i crismi del “evitiamo di caricare da subito l’ambiente di forti aspettative”.
Onestamente il back court James-Nedovic-Nunnally è uno dei top 3 in Europa ed anche la second unit Jerrells-Bertans-Micov non è certo scarsa (e ci sarebbe pure la terza made in Italy Cincia-Adv-Fontecchio). A mio avviso per il definitivo salto di qualità manca sempre meno: a livello di parco giocatori direi la solita ala-pivot con cui non vi annoierò più e, in prospettiva 2019/20, anche un 4 più costante di Kuzminskas che proprio ala forte non è. La sensazione ad oggi è che non verrà confermato ma siamo a fine gennaio per cui (anche se sognare il Gigione nazionale non è reato) ci diciamo da soli: caaaalma.
Tutte queste divagazioni vi faranno capire che della partita c’è poco da dire: Milano mi ha sorpreso per la qualità della propria difesa che fa il paio con quella messa in mostra in Eurolega contro lo Zalgiris. Questo tipo di approccio è fondamentale se si vuole fare strada quando arriveranno le partite dentro-fuori.
Mi ha sorpreso in positivo anche la prestazione di qualcuno che era caduto un po’ in disgrazia tipo Fontecchio, votato MVP di questa classica del basket italico. Bene così anche se è ancora evidente la scarsa personalità e faccia tosta del ragazzo (oddio ragazzo, ha 23 anni e va per i 24 anche se sembra ne abbia 19).
Detto di un James stellare nel primo quarto e che poco o niente c’entra con il livello attuale della serie A (a differenza di 15 anni fa, dove Ginobili era fortissimo ma non era un gronchi rosa, vi erano altri campioni), segnalo anche un Jerrells che a parte la pessima partita di 3 giorni or sono pare stia continuando la sua crescita fisica e di fiducia, specie quando può prendersi tante responsabilità causa assenza dell’ex Pana.
Micov ha giocato in ciabatte a va benissimo così, stessa cosa non si può dire di Kuz e Brooks. Il lituano perché non va benissimo che lui giochi in ciabatte, e il neo italiano perché le ciabatte non sa nemmeno cosa siano. Ci dà dentro sempre, anche se messo a fare il pivot: anzi è li che tira fuori il meglio di sé specie a rimbalzo.
Dopo avervi detto di Burns e Bertans poco visibili ma utili spendo 2 parole per Della Valle, la cui prestazione odierna mi ha ricordato qualche partita in maglia Reggiana dove per assenze altrui è stato costretto a fare il play. Non se l’e’ cavata male ma sinceramente sembra un filo in crisi di fiducia, non tanto al tiro quanto nella convinzione che ci mette a far le cose. Troppo spesso sbaglia la giocata per troppa o troppo poca voglia di fare. Siamo certi comunque che una volta tornato al suo ruolo abituale anche le sue prestazioni torneranno quelle solite.
In casa Virtus invece serpeggia preoccupazione non per il risultato ma per il modo con cui è arrivato: una volta sotto di 16 allora la squadra ha reagito ed ha fatto esattamente così anche in coppa contro il Besiktas. Non sono bei segnali, la squadra sembra un coacervo di solisti senza coesione e senza anima, né individuale né di squadra.
Vediamo come e se ne uscirà fuori Sacripanti che certo esperienza ne ha; ed attenzione, perchè queste due storiche squadre si affronteranno anche tra non molto nei quarti di finale di Coppa Italia a Firenze. Chissà se in quell’occasione i ruoli si ribalteranno……
Garbin Cristiano
@garbo75