Trieste, 28 giugno 2018 – L’Italbasket ci mette tanto cuore, tanta grinta ma alla fine paga dazio contro una Croazia di un Bogdanovic a tratti immarcabile (28 p.ti).
Era la penultima gara del primo girone di qualificazione al Mondiale cinese del 2019 e, con la qualificazione già in tasca, per l’Italbasket era comunque una gara da orgoglio puro, da vincere possibilmente pur sapendo che la cima della montagna da scalare fosse ardua. Alla fine vince la squadra con più qualità nei singoli e si sapeva che potesse andare così.
La gara è tutta quì, da una parte un gruppo discreto di giocatori che ci hanno messo il meglio che poteva dare, l’Italbasket; dall’altra un pari gruppo di discreti giocatori impreziosito da due fuoriclasse come Saric (in verità il ’76rs questa sera poco presente), e Bodganovic, più un futuro fuoriclasse come Ivica Zubac (con futuro già certo in NBA).
La differenza è tutta in questa semplice, non semplicistica, analisi perchè se è vero che la densità e la qualità delle due squadre era differente nei singoli, l’Italbasket ha dato tutto, sfiorando anche l’impresa risalendo dal -16 al -4 nell’ultimo periodo ma commettendo diversi errori, anche banali, che a questi livelli sono spesso letali.
Come ad esempio la pessima percentuale ai liberi, che su di uno scarto finale di 6 punti pesano come un macigno: 7/12 per l’Italbasket, ben 31/39 per i croati...
Ma quei 39 liberi subiti contro i soli 12 tirati sono anche un parametro che spiega come gli Azzurri non abbiano letto in modo corretto un metro arbitrale molto ma molto veniale quando gli Azzurri erano in difesa, e l’esperienza non è certo un dettaglio che compri al mercato.
Degli Azzurri in campo stasera, chi di loro ha giocato o vissuto momenti importanti in campo internazionale?
E’ vero che ha pesato molto la scavigliata di Dani Hackett nel primo periodo, infortunio che ha tolto il giocatore dai giochi quasi subito “costringendo” agli straordinari il duo Vitali–Filloy agli straordinari (e con esiti non esaltanti), ma gli errori di poca confidenza a certi livelli alla fine hanno spianato la strada alla Croazia.
Eppoi troppi falli gratuiti, troppi liberi concessi agli avversari che ne hanno ovviamente approfittato, troppe lacune in attacco nel momento in cui serviva l’azione, il passaggio, il canestro che tenesse la gara più in equilibrio nel terzo periodo, prevedendo che il fiato corto avrebbe alla fine sopraffatto gli adriatici.
La Croazia del neo-coach Drazen Anzulovic (“teleguidato” quasi da vicino da due mostri sacri del basket croato come Toni Kukoc e Dino Radja a bordo campo), ha comunque giocato meglio, non benissimo ma meglio.
Ha assestato un colpo letale all’Italbasket al rientro in campo nel terzo periodo mettendo in chiaro le cose, poi ha gestito il vantaggio dilatatosi anche sul +16 sino a quando la reazione d’orgoglio dell’Italbasket, guidata da un ottimo Christian Burns ed Awadu Abass (doppia cifra e career high per Awudu Abass e Christian Burns, entrambi 14 punti), riportavano il match addirittura sino al singolo possesso di vantaggio per i biancorossi nell’ultimo minuto di gioco.
Ma alla fine nonostante i croati, o meglio Bogdanovic, avessero esaurito testa, fiato e lucidità (incredibile lo 0/2 ai liberi per Bogdanovic nei secondi finali dopo un fenomenale 15/15 dalla linea della carità), alcune scelte non propriamente illuminate di un Ariel Filloy brutta copia del buon giocatore ammirato la scorsa stagione sancivano di fatto il 72-78 finale: ma allora si poteva fare?
Ma no, siamo sinceri, forse…Forse perchè è impensabile provare a segnare sempre da fuori, quando dentro l’area si è cercato poco di entrarci a causa dell’enorme differenza tecnica e fisica tra le squadre vicino al ferro (Amedeo Tessitori ci ha messo tutto come anche Paul Biligha ma per loro c’è ancora molto da fare per poter stare degnamente a questi livelli), e se poi accade che nel secondo tempo globale si tira nel complesso 3/14 da tre, è facile capire che vincere a Trieste stasera avrebbe avuto dell’epico.
L’Italbasket era partita comunque molto bene, primo periodo pieno di ritmo e difesa, risalita dal -6 al +5 grazie ad uno splendido Pietro Aradori ma anche grazie da una difesa che metteva in crisi Saric (poco splendente la sua prova), mentre Bogdanovic, Zubac ed in un certo senso anche Stipcevic davano ossigeno ai croati, il primo ed il secondo con i punti, Rok con una buona circolazione di palla. Stentava clamorosamente l’approccio Amedeo Della Valle, probabilmente “arruginito” dopo aver visto dalla TV tutti i playoff scudetto e la vittoria della sua futura Olimpia Milano: zero punti, zero presenza ma almeno parziale da 24-21 per l’Italbasket.
E’ sempre dai 6.75 che l’Italia si esaltava. Il primo canestro Azzurro del secondo periodo era la tripla di Filloy. Bogdanovic però faceva 3/3 dalla lunetta per il 28-27 Croazia al minuto 13. Azzurri e biancorossi procedevano per diversi minuti a braccetto, trascinati dai canestri di Aradori da una parte e il tandem NBA Zubac-Bogdanovic dall’altra. Due invenzioni di Luca Vitali per il fratello Michele prima e per Biligha poi rimettevano l’Italbasket in perfetta parità (39-39) ad un giro d’orologio dall’intervallo lungo. Dalla lunetta Bogdanovic era infallibile (5/5 nel primo tempo, chiuderà con 15/17), e mandava al riposo la sua squadra con un possesso di vantaggio (39-41).
Zubac ed un ispirato Ramljak aprivano il terzo periodo, i liberi di Bogdanovic e la tripla di Zubcic valevano il massimo vantaggio dalla palla a due (59-47). Era un momento “no” per l’Italia che di fatto girava le sorti del match, gli Azzurri sbattevano contro il muro croato e subivano un black out realizzativo solo sporadicamente aggiustato soprattutto con Burns. I 13 punti messi a segno nel periodo complicavano la vita agli Azzurri, che vedevano fuggire via la Croazia 65-52 all’ultimo riposo.
Burns provava a rimettere dritta la barra (57-71). La tripla e il 2/2 ai liberi di Abass (64-73), oltre a mettere una sola cifra di distanza fra la squadra di coach Sacchetti e la Croazia, erano l’iniezione di fiducia che faceva reagire l’Italbasket. Abass non si faceva demoralizzare neanche dopo l’invenzione sulla sirena dei 24’’ di Saric e con 6 punti di seguito riapriva la gara (76-70) a due minuti dall’ultima sirena. Azzurri da grande cuore! Brian Sacchetti faceva a sportellate nel pitturato ed in reverse si prendeva il canestro del -4. Non bastava però, la Croazia fissava il punteggio sul 78-72.
Sala stampa
Meo Sacchetti:
“Normalmente chi vince ha giocato meglio. La Croazia nel secondo tempo ha giocato bene. Noi non abbiamo giocatori per giocare sotto e dobbiamo correre. Dovevamo adattarci prima e giocare pallacanestro più fisica. Bravi i Ragazzi fino alla fine, e potevamo fare meno errori al tiro negli ultimi minuti”.
Awudu Abass:
“Ci tenevo a vincere la partita. Nonostante il ko abbiamo dimostrato di esserci. Loro sono molto forti ma sono contento che la squadra sia riuscita a tornare a galla. C’è rabbia per come è andata ma abbiamo dimostrato anche oggi che siamo una squadra”.
Parziali: 24-21; 15-20; 13-24; 20-13
Progressione: 24-21; 39-41; 54-63; 72-78
MVP: ebbeh, Bogdan Bogdanovic….28 punti, 26 di valutazione….Ottimo Pietro Aradori, 15 p.ti ma solo nel primo tempo, applausi anche per Burns ed Abass
Fabrizio Noto/FRED