Bologna, 6 giugno 2024 – E’ di Milano il primo set di questa finale Lba, e ci è voluto un supplementare ed un Shavon Shields mostruoso per avere ragione di una Virtus Bologna tanto coraggiosa quanto in debito di ossigeno.
Si possono dire tante cose di questo match, ma c’è un dato che spiega perfettamente l’andamento della partita di stasera: l’Olimpia Milano ha segnato 86 punti con 7 assist, la partita è tutta qui. Puoi avere una valutazione + alta di 13 punti al termine dei tempi regolamentari; puoi aver 4 giocatori in doppia cifra; puoi aver superato il tuo solito down del 3°quarto; ma se dall’altra parte hai giocatori in serata devi essere perfetto per sperare di portare a casa la pelle.
Il primo tempo è dominato da Bologna, che gioca la propria pallacanestro e riesce a non far mai entrare in ritmo l’Olimpia tanto da tenerla a soli 25 punti, ma ha l’enorme colpa di non riuscire a capitalizzare la mole di lavoro in punti di vantaggio.
Dopo l’intervallo lungo la partita cambia, Shabazz Napier si iscrive alla gara e praticamente da solo ricuce il gap con la Virtus, che gioca il suo solo terzo quarto, come con Tortona, come a Vitoria, come con Venezia.
Un’altra nota importante sul secondo tempo meneghino è la variazione difensiva operata ad inizio azioni, quando con una specie di zona a fronte dispari ha rallentato l’ingresso nei giochi di Shengelia e soprattutto ha impedito alla Segafredo di sfruttare il post basso contro Napier.
Risolti i problemi difensivi e constato che, vista la serata, una pallacanestro offensiva decente non si riusciva a giocare, l’Olimpia Milano ha intrapreso la strada degli isolamenti e bene ha fatto, perché ha trovato la serata di grazia di Shields, non sicuramente la prima, la buona vena del Napier ritrovato di questi play off ed un Davon Hall incisivo come non mai.
Sopraffatta momentaneamente dal bombardamento lombardo, 12/18 nel secondo tempo per l’Olimpia, la Virtus ha trovato la forza, nonostante la serata inquietante di Daniel Hackett, di rientrare in partita e di andare sul +3 a 38 secondi dalla fine, ma, sfruttando una scivolata di Cordinier, Napier è riuscito a siglare la bomba del pareggio con 33.8 secondi dalla fine della gara.
L’ultimo attacco felsineo non ha prodotto altro che un tiro impiccato di Lundberg, mentre l’ultima azione Olimpia si è infranta su un fallo di Pajola sul solito Napier, non fischiato dalla solita, indecente, terna di questa stagione, e la partita è andata all’overtime deciso da Shields che, con tre bombe consecutive, marcato, da almeno 8 metri e mezzo, ha chiuso definitivamente la contesa e strappato subito il fattore campo a Bologna.
In casa Olimpia non si può che essere soddisfatti di questa gara, vinta giocando offensivamente non una pallacanestro di qualità, come ammesso da Ettore Messina in sala stampa, ma con una ritrovata compattezza degna delle grandi squadre impreziosita dalle giocate decisive di quel grandissimo campione che è Sir Kyle Hines.
In casa Virtus Bologna i pensieri notturni saranno tanti e soprattutto inerenti alla penultima azione offensiva dell’Armani. Ora bisognerà vedere se i bianconeri avranno la forza di rialzarsi da questa scoppola, sia dal punto di vista fisico che da quello morale ma, soprattutto, dovranno trovare il modo di fare entrare in questi play off Daniel Hackett, perché questa Virtus Bologna, ha nel giocatore di Forlimpopoli il suo leader spirituale e va dove la porta lui.
Solita nota polemica sull’arbitraggio: anche questa sera caotico, indeciso con decisioni al limite del paradossale, come i due canestri più fallo non dati alla Segafredo nel terzo quarto o il mancato fischio sulla penetrazione di Napier allo scadere, per poi perdere 5 minuti nel riguardare una rimessa che tutta la Segafredo Arena aveva giudicato, giustamente, essere pro Milano. Un altro grande successo del duo Petrucci – La Monica.
Highlights
Sala Stampa
Virtus Segafredo Bologna vs EA7 Emporio Armani Milano 75-86 dts
Parziali: 19-14; 14-11; 15-29; 20-14; 7-18
Pagelle
Gabriel Lundberg 7: per essere rientrato dopo quasi 20 giorni di stop partita di grande sostanza, ha qualche blackout, ma è più che perdonabile.
Marco Belinelli 5,5: mancano i suoi punti nel primo tempo, che sono quelli che avrebbero permesso a Bologna di avere più respiro, senza dimenticare il grande lavoro fatto su di lui da parte della difesa Olimpia.
Alessandro Pajola 6+: prova a spezzare la difesa milanese cercando di accelerare il più possibile i ritmi offensivi, sbaglia un paio di triple importanti, ma il suo lo fa.
Ognjien Dobric n.g. : un solo minuto e poi mi sembra esca zoppicando.
Bruno Mascolo n.e.
Toko Shengelia 7+: il primo tempo mette in ambasce tutta Milano, nel secondo viene arginato molto bene dalle alchimie messiniane. Sbaglia un paio di liberi nel supplementare, ma dopo 38 minuti di battaglia ci può stare abbondantemente.
Daniel Hackett 4: è svuotato fisicamente, non riesce mai a suonare la carica come solo lui sa fare, irriconoscibile.
Achille Polonara 5,5: non incisivo come in altre situazioni, regge difensivamente, in attacco è titubante e si fa condizionare da 2 errori dalla lunga distanza.
Ante Zizic 6: si vede che è ancora sofferente, se riesce a ricevere sulle sue tacche può fare male, ma in difesa soffre a rimbalzo contro il solito Hines.
Bryant Dunston 5: nelle difficoltà offensive milanesi del primo tempo c’è anche il suo zampino, ma poi cala e sparisce.
Awudu Abass 5: non replica la magnifica gara #4 di Venezia e si limita molto, discreto il suo lavoro difensivo su Mirotic.
Isaia Cordinier 6,5: la sua è una gara totale, ma ha sulla coscienza i tre errori nel finale di gara che costano carissimo.
Giordano Bortolani n.e.
Stefano Tonut 5: male in attacco dove nn trova spazi e no ngli entra un tiro che uno dalla media, in difesa fa il massimo contro le triple di Beli.
Nicolò Melli 6: sbaglia tanti tiri dal mid range e si guadagna la sufficienza con il lavoro sporco a rimbalzo.
Shabazz Napier 7,5: fino alla deflagrazione della bomba Shields il migliore per distacco. Non solo per le triple, ma anche per leadership ed aggressività offensiva.
Giampaolo Ricci n.g.
Diego Flaccadori 5,5: senza infamia e senza lode.
Devon Hall 7,5: primi 20 minuti in sordina, poi è l’arma segreta dell’Olimpia che cuce il gioco e martella il canestro nel finale.
Guglielmo Caruso n.e.
Shavon Shields 9: nel prepartita tutti han detto che era al 70% si e no. E meno male, altrimenti ne avrebbe fatti 50. E’ andato palesemente in trance agonistica, devastante.
Nikola Mirotic 6: strappa la sufficienza per le due giocate difensive nel finale. Fino a quel momento, nervoso ed inconcludente. Lo aspettiamo al varco in gara2.
Kyle Hines 7: quando c’è da vincere, lui è presente. Giocate fondamentali in difesa e a rimbalzo.
Johannes Voigtmann 5,5: non incide in attacco , è comunque presente nella partita ma può e deve far meglio, prendendosi i suoi tiri senza timore.
Le pagelle dell’ Olimpia sono redatte dal diabolico Garbo