Sassari, 21 aprile 2024 – Un mezzogiorno tutt’altro che di fuoco quello andato in scena al PalaSerradimigni, con una Openjobmetis Varese famelica che si è divorata in un sol boccone una Dinamo Sassari in completo disarmo. Un gara durata una manciata minuti, prima di trasformarsi in un interminabile garbage time conclusosi con il punteggio di 88-112: per i lombardi manca la certezza matematica, ma di fatto ha già un piede e mezzo nella LBA del prossimo anno, per i sardi una figuraccia che ha fatto imbufalire in primis il pubblico, che ha risposto allo “spettacolo” offerto con sonori fischi, e nel post gara persino il presidente Stefano Sardara.
Vittoria fondamentale per coach Tom Bialaszewski che, dopo mille peripezie durante tutta la stagione, porta la propria nave finalmente in porto e lo fa con una grande prestazione corale. Sono sette, infatti, i giocatori in doppia cifra, una gara in cui Varese ha controllato il ritmo, giocando ad una velocità forsennata che ha fiaccato fin da subito una Dinamo in balia completa dell’avversario.
Due punti fondamentali che però non significano ancora salvezza matematica, ma poco ci manca, visto che dal fondo continuano a correre, ma la squadra biancorossa è forte dei 4 punti di margine con gli ultimi due posti e solamente uno scenario, a dir poco improbabile, la vedrebbe ancora condannata alla retrocessione.
Trascinatore come sempre Niccolò Mannion, doppia doppia da 24 punti e 11 assist, di fatto colui che dal suo arrivo ha risvoltato l’annata dell’Openjobmetis come un calzino, raccogliendo una squadra che prima del suo approdo aveva 3 vittorie e 9 sconfitte in campionato e che proprio oggi, con lui in squadra, ha toccato il 50%: 8 vittorie e 8 KO.
Un bilancio esemplificativo dell’importanza dell’ex Golden State, autentico direttore d’orchestra in un roster che oggi ha girato alla perfezione come un orologio, dai cecchini Hugo Besson, 20 punti, e Gabe Brown, 16 punti, al totem Skylar Spencer, 12 punti, che ha retto alla grande nonostante avesse contro Gombauld, l’unico giocatore di casa sceso dal letto con il piede giusto.
Varese, che dopo i primi due minuti d’assestamento in cui ha subito il gioco interno di una Dinamo che sembrava essere scesa in campo, ha imposto un ritmo forsennato al match, correndo senza sosta, trovando molto spesso tiri facili in transizione o comunque tiri entro gli 8 secondi. La gara fondamentalmente si è giocata tutta lì, con i biancorossi capaci di toccare i 50 punti dopo appena 13 minuti di gara (!).
Tre minuti in avvio di secondo periodo che hanno deciso il match, con gli ospiti capaci di piazzare un break devastante di 3-16, toccando il +20 e trasformando la 28ª giornata in un bell’allenamento. Nel parziale che ha deciso la contesa, da sottolineare la bella prova del giovane Leonardo Okeke, 10 punti e un atletismo clamoroso che messo in difficoltà un giocatore come Ousmane Diop.
Giornata da ricordare anche al tiro, con il 47% dai 6 metri e 75, un 16/34 che è tornato utile nella ripresa con i padroni di casa che hanno tentato in vano una timida rimonta. Ma è il dato dentro l’area a sottolineare lo strapotere di una Varese che ha dominato nel pitturato, toccando un irreale 82%, un 20/23 che descrive al meglio una difesa sassarese tutt’altro che ermetica e molto più vicina all’imbarazzante.
Per la Dinamo Sassari la vittoria salvezza sul campo di Brindisi è stato l’inizio della fine, culminata alla prestazione indescrivibile di oggi, anche se a dir la verità le avvisaglie di una squadra che aveva staccato completamente la spina si erano viste nella brutta trasferta di Napoli.
Un Banco che una volta raggiunta la salvezza, arrivata aritmeticamente in realtà soltanto sabato sera con la sconfitta di Pesaro sul campo della Bertram, non ha avuto le forze mentali di alzare l’asticella, andando a prendersi un piazzamento Playoff ampiamente alla portata.
Ma forse era troppo da chiudere ad un roster allestito in estate con troppe scommesse e con pochissimi giocatori di spessore che durante questi mesi hanno evidenziato i propri limiti, soprattutto caratteriali, senza dimenticare le botte di sfortuna dei tanti infortuni subiti, in primis quello di Bendzius che ha minato di fatto la stagione biancoblu già da settembre.
Una disfatta quella di oggi da cui si salva il solo Stephane Gombauld, autore di una doppia doppia da 31 punti e 10 rimbalzi, l’unico in grado di predicare in un deserto desolante che ha avuto come sottofondo i sonori fischi di un PalaSerradimigni sdegnato, non soltanto dallo spettacolo offerto in un caldo pomeriggio d’aprile, ma da tutta una stagione nella quale questa squadra non si è fatta quasi mai amare dal proprio pubblico.
Male tutto il quintetto titolare, a partire da Tyree e Jefferson, colui che ha permesso alla Dinamo di risollevarsi nella seconda parte della stagione, dopo i disastri perpetrati dal suo predecessore Whittaker, ma che contro Varese ha dato prova di come stia contando i giorni prima di rientrare negli USA. Per non parlare degli oggetti misteriosi McKinnie e Charalampopoulos, che ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, hanno dimostrato i propri limiti caratteriali.
La partenza ha illuso in tanti, con Gombauld capace di segnare 12 punti nei primi 3 minuti, toccando il + 8, massimo vantaggio di tutta la gara. Ma da quel momento Varese ha imposto il suo ritmo e il Banco è andato in errore di sistema, arenandosi in attacco e trasformando l’area dei sardi in un enorme casello autostradale.
A cavallo tra primo e secondo periodo si è creato poi il parziale che ha spazzato via le poche velleità dei sardi, un break clamoroso di 16-44 che ha messo la pietra tombale al lunch match di giornata. Nella ripresa ci sono stati un paio di vani tentativi di ricucire lo svantaggio, prontamente scacciati via dalle grandi percentuali al tiro degli ospiti, Besson su tutti, che da quel momento in poi hanno potuto veleggiare agevolmente verso la vittoria.
Una prestazione che ha fatto andare su tutte le furie persino il presidente Stefano Sardara, che durante la sua presidenza raramente si è espresso in maniera così decisa e aspra contro la squadra, sottolineando l’atteggiamento vergognoso di una squadra con la testa già alle vacanze.
Sfuriata che per la prima volta trova allineata la linea societaria con quella della tifoseria, quest’ultima insoddisfatta da diverso tempo in un PalaSerradimigni mai così gelido. Una disaffezione per una squadra che non ha mai trasmesso quel senso d’unità che hanno sempre avuto i roster del passato, che magari non sempre facevano annate memorabili, ma dimostravano di avere una solida identità di squadra e forte carattere.
Oggi è stato messo un punto alla Dinamo Sassari targata 2023-24, fuori dai Playoff come solo nel 2017-18 le era capitato in LBA. Tanti saluteranno, quasi tutti, con i soli Bendzius e Cappelletti ad avere ancora un contratto per la prossima stagione, con l’obiettivo di costruire nuovamente un Banco di Sardegna capace di riaccendere non soltanto la passione della città, ma di tutta l’isola.
Dinamo Banco di Sardegna Sassari – Openjobmetis Varese 88-112
Parziali: 25-35; 16-29; 28-27; 19-21
Progressione: 25-35; 41-64; 69-91; 88-112
Sala Stampa
Tom Bialaszewski e Stefano Sardara
Il duro sfogo del presidente Sardara:
Sono qui per chiedere scusa ai nostri tifosi, agli sponsor e a tutto il mondo Dinamo, perché quello che abbiamo visto oggi è vergognoso. I giocatori oggi hanno lanciato un messaggio, che sono appagati dal risultato ottenuto e allora a partire da domani lavoreranno in queste due settimane quanto il club penserà sia il caso. È stata una stagione disastrata e come sapete ho sempre supportato la squadra, perché sapevo le difficoltà di partire con tanti problemi, ma vedere oggi una squadra non andare in campo è vergognoso. Domattina facciamo allenamento presto e cerchiamo motivazioni perché questa è una piazza che ha storia, ha tifosi, ha tradizione e merita rispetto, e oggi quel rispetto non si è visto.
Le Pagelle
Dinamo Banco di Sardegna Sassari
Alessandro Cappelletti 5: non riesce a dare alla squadra il cambio di passo, ma rispetto all’apatico Jefferson dimostra almeno di tenerci. La sua stagione a tratti è stata problematica, ma sicuramente resterà uno dei pochi punti fermi da cui far partire la Dinamo del futuro.
Riccardo Pisano s.v.: l’unico, insieme a Gombauld, in grado di scaldare un pubblico in accesa contestazione verso la squadra. Entrato in pieno garbage time, non riesce però a mettere punti a referto.
Breein Tyree 4: scollegato, come spesso gli è capitato in stagione. Grandi alti e bassi incomprensibili come oggi, in 27′ in cui non incide minimamente.
Filip Kruslin 5: con una Dinamo allo sbaraglio, il croato trova la prima giornata al tiro positiva della sua stagione. Un 3/4 da tre che però non placa il suo nervosismo dall’altra parte del campo, con 3 falli commessi già nel primo tempo che di fatto lo escludono per gran parte del match.
Ousmane Diop 4.5: entra, ma non è il solito Diop. Forse risente dell’aria da ultimo giorno di scuola e sembra non metterci la solita grinta che lo ha sempre contraddistinto. Quando ormai la gara ha preso i contorno della partitella di fine allenamento, ci mette un minimo d’orgoglio, ma è tardi.
Stephane Gombauld 6.5: senza il francese la Dinamo probabilmente avrebbe toccato il punto più basso della stagione, la debacle di Brescia. È l’unico a tenere in piedi la baracca, con il suo gioco interno che in avvio illude i sardi. Dopo appena 3′ di partita ha già 12 punti nel tabellino, purtroppo per la Dinamo una volta che esce si spegne definitivamente la luce. Rientra con la partita già compromessa, continuando lo stesso a fatturare, anche se in difesa si adegua al livello osceno tenuto dai compagni, con Spencer libero di passeggiare nel pitturato. Chiude con una doppia doppia da 31 punti e 10 rimbalzi, unica buona notizia in un pomeriggio da dimenticare.
Alfonzo McKinnie 3: quando la toppa è peggio del buco. Arrivato in sostituzione dell’infortunato Bendzius, raramente ha dimostrato carattere, visto che la tecnica purtroppo è quella che è. Anche oggi una prestazione da stralunato, soprattutto in difesa, c’è da dire aiutato egregiamente dal resto della truppa. Col senno del poi: era meglio far giocare il lituano con una gamba sola.
Brandon Jefferson 3: gioca una gara in infradito, costume e la valigia già pronta sul letto. L’atteggiamento è tipico degli americani che a fine stagione non vedono l’ora di tornare a casa e non sembra il solo in casa Dinamo. Una gara incommentabile da parte di colui che ha però ha avuto il merito di aver portato la squadra, in realtà più simile all’Armata Brancaleone, ad una salvezza tranquilla. Voglia zero, come i punti segnati, perdendo palloni da mani nei mani nei capelli. Grazie di tutto e buon viaggio!
Vasilis Charalampopoulos 4: gara che è lo specchio della sua stagione altamente negativa. Quando serve, o meglio quando c’è ancora partita, si nasconde sotto il parquet; nella ripresa decide di dare una pompata alle sue statistiche e segna 12 punti, con la gara diventata un mero allenamento. Gli infortuni l’hanno condizionato, ma ha dato ampia dimostrazione che il carattere non è di casa. Un altro addio che in pochi rimpiangeranno.
Openjobmetis Varese
Michael Gilmore 6: probabilmente il meno appariscente degli uomini di Bialaszewski, appena 5 punti segnati, ma in difesa non fa calare l’attenzione.
Niccolò Mannion 8: domina incontrastato una gara che dura meno di un tempo. Una prestazione da assoluto leader, facendo a fette gli svogliati esterni di Sassari. Doppia doppia scintillante da 24 punti, 11 assist, qualche persa di troppo, ma quando gioca così dimostra di essere di un’altra categoria.
Skylar Spencer 6.5: Gombauld nei primi minuti è una forza della natura che lo inibisce per gran parte del primo quarto. Una volta capito che Diop non è tarato allo stesso livello del francese, prende coraggio e gioca una gara solida. Quando rientra il centro transalpino il risultato è già indirizzato verso i lombardi, ma continua a soffrirlo tremendamente.
Davide Moretti 7: Tyree si autoesclude dalla contesa e l’ex Olimpia Milano ne approfitta alla grande. Centrato fin dalla palla a due, punisce al tiro andando in doppia cifra (11 punti) e subendo 6 falli, ma è in difesa che confeziona il 7 in pagella. Mette grande pressione sui portatori di palla, portando gli esterni di casa a rallentare pesantemente il giro palla.
Sean McDermott 7: chirurgico ogni qualvolta viene chiamato in causa. L’attacco di Varese gira come un orologio e quando tocca a lui prendere le proprie responsabilità, non tradisce mai. Chiude con 14 punti e 5 rimbalzi.
Elisee Assui N’Guessan s.v.: entra nel finale, a gara finita da oltre 15′. Diventa un duello con Pisano a chi segna prima, ma purtroppo per entrambi finisce zero a zero.
Hugo Besson 8: al tiro è in serata di grazie. 20 punti, con un notevole 4/5 da tre. Specialmente nella ripresa, con la Dinamo che prova timidamente a rientrare nel punteggio, ma il francese affonda la flotta dei quattro mori con un paio di triple che mettono i chiodi sulla bara.
Leonardo Okeke 7.5: entra nel secondo periodo e Varese piazza il break decisivo. Mette in campo un atletismo che per i lunghi di casa è impossibile da contenere. Chiude con 10 punti a referto, 6 dei quali nel parziale che chiude il discorso nel primo tempo, suonano confortanti per il pieno recupero di uno dei tesori di Varese e di tutto il basket italiano.
Gabe Brown 7.5: per lunghi tratti Charalampopoulos deve vederne due contemporaneamente, tanto gli ha fatto girare la testa. Solidissimo a rimbalzo, con 6 palle raccolte, punisce in maniera costante una difesa sarda che spesso se lo dimentica sull’arco, con un 4/9 che fa lievitare il suo tabellino a 16 punti.