Sassari, 03 marzo 2024 – Nel momento più delicato della stagione, contro il peggior avversario che chiunque in Italia non vorrebbe mai affrontare, succede l’imponderabile: la Dinamo Sassari rialza la testa e lo fa con una prestazione ai limiti della perfezione, reggendo alla grande sul piano fisico contro una Virtus Bologna apparsa col fiato corto, viste le poche ore di distanza dall’impegno di Eurolega, ma non per questo meno vogliosa di inanellare la sesta vittoria consecutiva in questa LBA.
Eroe del piovoso pomeriggio sassarese è stato l’ultimo arrivato in casa Banco di Sardegna, un clamoroso Brandon Jefferson, autore di 29 punti e un 7/10 da tre che ha fiaccato la strenua resistenza di una Segafredo che era arrivata ad un solo possesso dalla definitiva rimonta. L’ha decisa nei secondi conclusivi proprio il nativo del Texas, con due triple consecutive che hanno sigillato la vittoria sarda sul 93-88 finale e portando a casa il secondo grande scalpo stagionale al PalaSerradimigni, dopo quello di Milano del dicembre scorso.
Una sosta che ha fatto bene alla Dinamo per assorbire al meglio le idee del nuovo coach Nenad Markovic, tre settimane di lavoro in palestra che hanno permesso ai sassaresi di confezionare di gran lunga la migliore prestazione in una stagione arida di soddisfazioni. Quaranta minuti in cui la squadra del coach bosniaco non ha mai fatto calare l’intensità sia mentale che fisica, reggendo l’urto di una corazzata che anche in Europa, al massimo livello possibile, miete numerose vittime lungo tutto il continente.
Una gara vinta tornando a giocare un bel basket, ragionato, senza mai forzare la giocata, ma trovando costantemente il miglior tiro possibile, come non si vedeva dai tempi della Sassari di Bucchi ammirata verso la coda della scorsa stagione. Un pomeriggio che ha rasentato la perfezione al tiro, chiudendo con il 59% da due e soprattutto il 54% dai 6.75, grazie anche ai 23 assist complessivi.
Oltre all’MVP Jefferson il merito va diviso con il resto degli americani, sia Breein Tyree, 17 punti e una grande prestazione dal punto di visto mentale per il giovane ex Ostenda, che troppo spesso si scioglieva davanti ai grossi calibri; ma soprattutto un sorprendente Alfonzo McKinnie, 14 punti, con una prova clamorosa nei due lati del campo, lontano parente del giocatore che prima della sosta sembrava già con un piede sulla scaletta dell’aereo.
Bravo ancora una volta coach Markovic a credere in questo gruppo e di volerlo testare, dopo la lunga sosta, nelle delicate gare di questo mese di marzo.
Alla Virtus Bologna di coach Luca Banchi, reduce dalla bella vittoria europea contro Valencia ed orfana degli infortunati Shengelia e Dobric, non è bastata la clamorosa percentuale dell’85% dentro l’area per lasciare l’isola con altre due punti nella valigia. Una difesa bianconera certamente troppo svagata nel primo tempo, che è riuscita però a registrarsi un po’ di più nella ripresa e ciò ha comportato il controsorpasso ospite di un immortale Marco Belinelli, autore di 21 punti, che sembrava aver indirizzato la partita su binari più consoni alla squadra bolognese.
Dominio dentro l’area che non servito per dare la spallata decisiva ad un Banco di Sardegna mai domo, che nonostante la differenza di tonnellaggio nel pitturato ha vinto la sfida a rimbalzo contro Dunston e compagni. Oltre al capitano virtussino buone le prestazioni del grande ex di giornata Achille Polonara, riaccolto per la prima volta dopo 5 anni da un PalaSerradimigni tutto in piedi per lui, autore di 11 punti e di Iffe Lundberg, male in avvio, ma decisivo nella rimonta finale, anche lui con 11 punti a referto.
Un bell’avvio di partita in cui la Virtus sembra mettere subito le cose in chiaro: il pitturato è roba nostra! Dall’altra parte, la velocità degli esterni di casa mette imprevedibilità ad un attacco Dinamo, mai così armonioso come quest’oggi.
L’equilibrio viene spezzato dall’ingresso del redivivo McKinnie, che con un paio di affondate firma il primo mini allungo per i padroni di casa, +5. Il primo periodo si gioca a ritmi sfrenati e il punteggio si alza, con la Segafredo che risponde colpo su colpo fino al 27-25 col quale si chiude la prima frazione.
Il copione del secondo periodo è pressoché lo stesso, con la Dinamo che conduce il gioco, complice anche la tutt’altro che ermetica difesa bolognese che concede ben 7 rimbalzi offensivi nel solo primo tempo. Il Banco fiuta l’impresa e allora schiaccia il piede sul pedale dell’acceleratore: Tyree e Jefferson sono due schegge impazzite che creano scompiglio e producono un parziale di 15-4, con i sassaresi che volano sul +13.
Coach Banchi reagisce buttando in campo i suoi uomini di maggiore esperienza, Dunston alza il muro ed Hackett pensa al resto, in un amen e con un parziale di 7-0 la Virtus ritorna a galla. La macchina perfetta dei padroni di casa sembra essersi inceppata di colpo e il 44-40 con cui si va negli spogliatoi ne è la prova.
Nella ripresa accade quello che molti si aspettano, con gli ospiti che tornano a difendere come sanno fare, la Dinamo regge nei primi minuti con un’ottima circolazione, ma la maggior classe degli ospiti viene fuori alla distanza con le due bombe consecutive di Belinelli del +5 che sembrano aver girato definitivamente l’inerzia dell’incontro.
È il timeout obbligatorio di Markovic a risvegliare una Sassari tramortita e l’effetto è dirompente, un 10-0 di parziale firmato Cappelletti e McKinnie che dimostra ancora una volta quanto la squadra biancoblu ci creda fortemente. Solamente il canestro di un evanescente Jordan Mickey chiude il break e il terzo periodo sul 65-62.
L’ultima frazione è una battaglia, Lundberg si sveglia dal torpore e di classe impatta sul 67 pari. Nel momento decisivo tornano a timbrare il cartellino sia Tyree che Jefferson con due triple consecutive che riportano Sassari sul +6 a 5′ dalla sirena.
Il danese ex CSKA sembra aver acceso l’interruttore giusto, ma la squadra di Markovic è brava a mantenere un cuscinetto di 6/7 punti di distanza fino alla tripla del solito Jefferson che stampa il +8 a 120 secondi dalla sirena. Ma i sardi non hanno fatto i conti con l’orgoglio di un campione come Belinelli, che dipinge il consueto capolavoro dall’arco e ad un solo minuto dalla fine la Virtus è solamente a -3.
Nell’ultimo giro di lancette succede di tutto: Diop dalla rimessa regala la tripla a Belinelli che però sbaglia, il centro senegalese raccoglie il rimbalzo, subisce il fallo di Dunston, ma subito dopo stampa, involontariamente, un cartone sul volto dell’ex Varese. Fallo antisportivo giusto che riapre tutto.
Diop non sbaglia i suoi due liberi, il lettone Lomazs sì. La Virtus resta in attacco e dopo la stoppata su Hackett di Charalampopoulos, il greco la combina grossa facendo fallo sull’ineluttabile Belinelli intento a mettere l’ennesima tripla. Tre liberi perfetti che riportano i vice campioni d’Italia in carica sul -1 a 50 secondi dalla fine.
Lundberg regala il favore al greco e pesta la riga sulla rimessa, tecnico che porta Jefferson in lunetta e la Dinamo sul +2, ma è sempre il playmaker tascabile a far esplodere il PalaSerradimigni con la sua tripla in palleggio. 91-86 A soli 28” dalla sirena.
La Virtus avrebbe per ben tre volte la palla del -1 sempre con Belinelli, ma per tutte e tre le volte il ferro risponde picche, fino al tap-in di Abass del -2 a 6”. Fallo sistematico su Jefferson che a gioco fermo non trema. Non c’è più tempo, la gara termina sul 93-88 con il palazzetto di piazzale Segni ebro di gioia.
Per la Virtus Bologna una sconfitta con molti alibi e pochi rimpianti, vista la contemporanea sconfitta della capolista Brescia, ma un incidente di percorso che farà certamente riflettere coach Banchi. Già giovedì prossimo nella tana dell’Olympiakos, uno scontro diretto da vincere per alimentare le speranze di un posto favorevole nei prossimi playoff di Eurolega.
Per la Dinamo Sassari una vittoria certamente insperata, ma fortemente voluta di un gruppo che finalmente può fregiarsi di chiamarsi tale, dopo molti mesi passati ad annaspare in zone di classifica pericolosa. Due punti che regalano serenità, ma ora la squadra di Markovic è chiamata a fare lo step successivo: dare continuità anche lontano dalla Sardegna, dove finora ha racimolato una sola vittoria.
La sfida non sarà delle più agevoli, in un campo che è stato teatro di scontri epici e raramente favorevole ai sassaresi: domenica prossima al Taliercio contro la Reyer Venezia del grande ex Spissu. Una trasferta difficile, ma non impossibile per la squadra vista oggi: dopotutto più son grandi e più fanno rumore quando cadono!
Dinamo Banco di Sardegna Sassari – Virtus Segafredo Bologna 93-88
Parziali: 27-25; 17-15; 21-22; 28-26
Progressione: 27-25; 44-40; 65-62; 93-88
Sala Stampa
Luca Banchi, Nenad Markovic e Brandon Jefferson
Le Pagelle
Dinamo Banco di Sardegna Sassari
Alessandro Cappelletti 6.5: Markovic è ripartito dall’ex play di Verona. Il coach gli concede tanti minuti e lui lo ripaga con una gara ordinata e giocate che troppo spesso aveva tenuto in soffitta in questa stagione. Come i due giochi da tre punti, fondamentale l’ultimo nel momento caldo della gara con la Virtus che tentava la definitiva rimonta. Chiude con 6 punti, 3 assist e ben 6 falli subiti.
Breein Tyree 7: grande prova di maturità per il numero 5, che troppo spesso davanti ad una squadra di rango andava fuori giri e si incaponiva con la giocata personale. A sorprendere è la sua fase difensiva, suo grosso tallone d’Achille, quest’oggi attenta, salvo un backdoor subito sulla linea di fondo nel primo tempo. Decisivo nell”ultimo quarto con un 2/2 pesantissimo da tre, dopo aver tirato 1/5 fin a quel momento. Chiude con 17 punti e senza mai andare in lunetta.
Filip Kruslin 5: appena 8′ per il croato che ancora sembra non aver digerito il cambio di allenatore. Soffre soprattutto in fase difensiva, dove ha l’arduo compito di incollarsi ad un Belinelli scatenato, con scarsi risultati.
Stefano Gentile 6: in ripresa rispetto alle ultime uscite. Buon impatto al suo ingresso nel secondo periodo, che da il via al primo allungo dei sardi. Nella ripresa cala, ma è sempre presente, soprattutto in difesa.
Ousmane Diop 6: con lui in campo la Dinamo ha un’altra energia. Ci mette il suo solito agonismo a rimbalzo, 7 quelli totali, e grande visione di gioco con ben 5 assist per i compagni, trovando però il canestro solamente nella ripresa. Perde mezzo punto per quei 5 secondi di follia che rischiavano di costare la partita ai sassaresi: sul +5 regala a Belinelli una comoda tripla aperta, che il capitano bolognese sbaglia; vola a prendere il rimbalzo, subisce fallo e per divincolarsi colpisce al volto Dunston. Antisportivo sacrosanto.
Stephane Gombauld 6: parte bene, mettendo in apprensione uno Zizic certamente non in grande giornata e segnando un paio di canestri da sotto. Alla lunga perde parecchio mordente, non facendo vedere la stessa energia dell’avvio e Markovic gli preferisce il più elettrico Diop.
Alfonzo McKinnie 7.5: è lui o non è lui? Certo che è lui! Se non fosse sul nome scritto dietro qualcuno avrebbe pensato ad un nuovo, silenzioso, acquisto in casa Dinamo ed invece è incredibilmente proprio McKinnie. Aggressivo in attacco, aggredendo il ferro con schiacciate esaltanti e soprattutto in difesa con una garra mai neanche intravista al PalaSerradimigni. Ringhia su chiunque gli capiti a tiro da Michey fino ad Hackett. Chiude la miglior gara della stagione con 14 punti, 4 rimbalzi, 3 rubate e 22 di valutazione. Onore a Markovic che prima della sosta ha creduto nel ragazzo, evitando di andare sul mercato.
Brandon Jefferson 8.5: ormai è ufficialmente lui il leader di questa Dinamo nel 2024. Gara clamorosa per l’ex Trapani. Parte con le marce alte già nel primo periodo facendo capire alla Virtus che questo Banco non ci stava a far da agnello sacrificale di giornata. Nella ripresa, con gli ospiti che tentano e trovano il sorpasso, è ancora lui a ricacciare indietro l’invasore con 8 punti in fila. L’ultimo quarto, però, è il suo terreno di caccia e con 12 punti la vince quasi da solo nel finale, con le due triple che mandano tutti a nanna. MVP di giornata con 29 punti, 7/10 da tre, 5 falli subiti, 6 assist e 36 di valutazione.
Vasilis Charalampopoulos 6.5: per lunghi tratti del match si fatica a notare la sua presenza, non può giocare in post basso, causa il maggior tonnellaggio dei lunghi virtussini, perciò si limita ad attendere il suo momento e non sbaglia quasi mai. Segna 9 punti con l’80% al tiro, ma nell’ultimo minuto si trasforma in croce e delizia: prima spedisce in tribuna il canestro già fatto di Hackett, poi nella rimessa successiva compie la frittata regalando tre tiri liberi ad una vecchia faina come Belinelli, riportando il risultato nuovamente in discussione.
Virtus Segafredo Bologna
Iffe Lundberg 5.5: gioca un primo tempo orrendo, ma nel secondo sembra sempre lui, viene poi escluso dalla partita dai falli molto molto molto punitivi.
Marco Belinelli 6.5: fare canestro non è mai stato un problema, ma un paio di palle perse di troppo e soprattutto almeno due tagliafuori mancati ne inficiano la prestazione.
Alessandro Pajola 5: dopo la grande prova contro il Valencia infila probabilmente la peggior prestazione della stagione.
Rihard Lomazs 5: troppo timido e spesso in ritardo difensivamente, sbaglia anche un tiro libero pesantissimo.
Daniel Hackett 6.5: il suo lo fa sempre, va in doppia cifra e prova a dare la scossa ai suoi, sulla coscienza ha una palla persa sanguinosa, più per sfortuna che per imperizia.
Jordan Mickey 4.5: semplicemente osceno, molle, svagato, sempre in ritardo di almeno un passo, completamente fuori dalla partita.
Achille Polonara 6,5: sempre più presente, complice anche l’assenza di Shengelia gioca molti minuti facendo il suo.
Ante Zizic 5.5: gioca solo 6 minuti nel primo tempo e mai più riproposto. Forse qualche minuto in più lo meriterebbe, non è sicuramente all’interno dei giochi, ma una mano la squadra dovrebbe dargliela.
Bryant Dunston 6: coach Banchi prova a risparmiarlo, ma vista l’insipienza dei colleghi deve spremerlo. E’ un professore, il corridoio aperto per l’entrata di Hackett è pura poesia, ma non può essere lui sempre la coperta di Linus.
Awudu Abass 6: non segna quasi mai, e sono errori pesanti, ma il suo lo fa sempre, fra rimbalzi, difesa e palle recuperate.
Isaia Cordinier 5: mostra le cose migliori come assistman, ma difensivamente questa sera è un pianto.