Ragusa, 14/01/2024 – La Virtus Segafredo Bologna, reduce dal successo interno in Eurolega contro le francesi di Villeneuve, vendica la sconfitta di una settimana fa, che valeva la qualificazione alla final four di Coppa Italia in programma a Torino dal 16 al 18 febbraio 2024, sconfiggendo la Passalacqua Ragusa.
Eppure il primo periodo delle padrone di casa era stato incoraggiante, tanto da fare raggiungere loro subito un vantaggio in doppia cifra grazie alla grande aggressività, che ha portato tanti extra possessi, e a buonissime letture. La difesa delle bolognesi è cresciuta in modo esponenziale nell’arco della partita, mangiando tanti secondi all’attacco delle siciliane e tagliando i rifornimenti ad Oderah Chidom (se riusciva a ricevere, veniva raddoppiata).
Il gioco interno della squadra di coach Pierre Vincent è stato importante, ma è stata una serie di triple a tagliare le gambe alla squadra di coach Lino Lardo. Neanche il fatto di avere due lunghe cariche di tre falli ad inizio terzo periodo ha complicato le cose alle emiliane, che hanno avuto un apporto non indifferente da giocatrici, per così dire, neutrali (in quattro, anche se Beatrice Del Pero non è stata utilizzata, messe assieme non arrivano in totale a 10 punti di media).
È stata l’occasione per rivedere in campo Ilaria Milazzo tra le siciliane, mentre Ivana Dojkic resta ancora indisponibile tra le emiliane.
La Passalacqua Ragusa, dopo il turno di riposo che osserverà nella giornata prossima, fra due settimane sarà ospite dell’Allianz Geas Sesto San Giovanni ( che ha compiuto un colpo gobbo ai danni del Famila Wuber Schio) in quello che sarà uno scontro diretto in chiave playoff, mentre la Virtus Segafredo Bologna è attesa dalla trasferta di Eurolega contro le turche del Mersin mercoledì e da quella di campionato contro Brixia Basket domenica prossima.
IL TABELLINO: Passalacqua Ragusa – Virtus Segafredo Bologna 60–69
LE PAGELLE
THOMAS Jasmine 6: ha alternato cose buone ad altre decisamente meno buone, confermando, tuttavia, le buone capacità balistiche.
SPREAFICO Laura 6,5: dal perimetro è stata a tratti letale, come quasi sempre. È stato suo il miglior plus/minus, +9, tra le padrone di casa.
JUSKAITE Laura 6,5: il suo primo periodo è stato da applausi, anche in difesa. Poi è un po’ calata, anche a livello emotivo.
MICCOLI Maria 6: anche lei ha disputato un partitone per 10 minuti, prima che la partita si complicasse per tutta la Passalacqua Ragusa.
CHIDOM Oderah 4,5: è stata la copia sbiadita di quella ammirata solo una settimana fa, che nessuno delle bolognesi riusciva a fermare.
MILAZZO Ilaria 6: si è rivista in campo dopo un paio di mesi, facendo così così. Da segnalare i due rimbalzi offensivi.
PASTRELLO Silvia 5: si è battuta, o ci ha provato almeno, come al solito, ma senza particolari acuti.
JAKUBCOVA Ivana 6,5: è stata la sua migliore prova stagionale, grazie ad una tripla messa a segno, ad una palla recuperata, ad un 10 di valutazione.
NIKOLIC Matea s.v.
PASA Francesca 5,5: ha lottato, ma, rispetto alla prova monstre contro Villeneuve (24 punti), ha fatto poco.
PETERS Haley 8: è partita dalla panchina, ma poi è entrata in campo e “ha acceso la luce”, martellando dal perimetro (ed in generale dal campo).
RUPERT Iliana 5,5: non si è notata più di tanto, anche se il suo lo ha fatto. Certo è che una straniera il contributo lo deve dare.
COX Lauren 6,5: molto meglio rispetto alla prova disastrosa di settimana scorsa. È il minimo sindacale, forse, ma è servito alla sua squadra.
ZANDALASINI Cecilia 7,5: ha messo a segno 13 punti quasi con nonchalance, ma la classe è cristallina.
ANDRÉ Olbis Futo 6,5: stavolta è riuscita a contenere Oderah Chidom senza tanti fronzoli.
BARBERIS Beatrice 6: è partita in starting five e ha fatto decentemente il compitino.
ORSILI Alessandra 6,5: va premiata la sua abnegazione difensiva. I 6 punti realizzati? “Zucchero non guasta bevanda”.
CONSOLINI Chiara 6: tornata al PalaMinardi da ex, ha tenuto il campo con dignità. Ottimo il +11 alla voce plus/minus.
LE VOCI DAL CAMPO (dal canale YT di Cristiano Garbin):
Salvatore Lo Magno
edito da Fabiola Jenco