Dopo la settimana con il doppio impegno conclusasi per l’Olimpia con la preziosa vittoria sull’Olympiacos ma anche la sconfitta a Madrid contro il Real torna l’Eurolega con il suo quinto turno che per Milano vuole dire trasferta a Berlino per affrontare l’Alba ed i due ragazzi italiani di belle speranze come Procida e Spagnolo.
Spendo due parole su una mia battaglia personale, perché penso che sia scandaloso che due dei migliori giocatori giovani italiani giochino a Berlino. Io penso che le due big Milano e Virtus Bologna dovrebbero cambiare politica nel costruire i roster e dico di più: dovrebbero spingere in Lega per abbassare il numero degli stranieri in LBA.
Quando capiremo che dare spazio agli italiani non significa abbassare il livello del gioco? E quando capiremo che il livello del gioco non interessa a nessuno, semplicemente perché non c’è uno strumento che lo misura?
Quando capiremo che senza un identità indigena, senza uno zoccolo duro, le squadre fanno più fatica a vincere e i tifosi fanno più fatica ad identificarsi specie se il roster cambia quasi integralmente ogni biennio (e son buono)?
Lo spazio sui quotidiani dato al basket dovrebbe essere un bell’indicatore di questo, diamo spazio agli italiani, rendiamoli riconoscibili dalle masse. Sempre se si vuole migliorare la visibilità del prodotto basket, cosa che non do per scontata vista le gestione della baracca…
Detto questo, faccio fatica a trovare parole per questa partita che l’Olimpia Milano ha sciaguratamente gettato nell’orifizio igienico tirando pure lo sciacquone.
Fino ad un certo punto era una partita controllata dai Campioni d’Italia, forti di un buon margine di vantaggio, con l’inerzia a favore, con le proprie stelle in gas e l’Alba all’angolo del ring.
La chiave di volta è stata l’aumento della pressione difensiva, tramite una difesa press che ha disseminato trappole in continuazione facendo arrivare l’attacco milanese spesso negli ultimi secondi dell’azione o forzando delle perse che hanno rasentato l’incredibile considerato il livello dei giocatori milanesi.
Poi negli ultimi istanti gli episodi sono andati tutti a favore dei tedeschi, dallo 0/4 ai liberi di Hines, al canestro miracoloso di Brown (che pure prima ne aveva infilati due o tre da urlo), all’errore in palleggio arresto e tiro di Shields in un azione che se ripetuta 1.000 volte avrebbe fruttato su per giù 1998 punti, perché l’ex Trento di solito quel tiro lo mette anche bendato.
Anche avesse vinto Milano, date le circostanze e visti gli ultimi minuti, sarei stato dubbioso e perplesso: sulle scelte tattiche di Messina, sulla sua conduzione della partita in primis.
Pensavo avesse capito fin dall’inizio che il quintettone oggi non fosse meglio non proporlo dopo un avvio tremolante.
Pensavo avesse capito che oggi Melli meglio in panca ad incitare che in campo, pensavo avesse capito che se gli avversari pressano a tutto campo con ferocia meglio che Pangos stia seduto di fianco a Tomic.
Invece no, ed allora ecco che l’Alba ne ha approfittato orchestrata da Israel Gonzalez, delfino di Aito, e trascinata da Thiemann, giocatore sottovalutato, lungo moderno tiratore e combattente che nella mia squadra vorrei sempre.
Sviscerare i problemi in casa Olimpia Milano sarebbe ripetere un po’ quanto scritto da inizio stagione fin qua. Di Pangos non ci si può fidare come uomo guida della squadra, la quale oltre al play ha dei buchi in altri settori.
Sotto canestro ad esempio, manca un pivot fisico, uno di quelli duri che sappiano navigare nelle acque agitate che si trovano sotto le plance dell’Eurolega. Kamagate è ancora troppo acerbo, e se capisco il suo non utilizzo in Europa, lo capisco meno in LBA. Hines ha 37 anni e non ci si può aggrappare a lui sempre e comunque.
Poi, senza Baron e senza Datome mancano tiratori che sappiano punire i raddoppi e sappiano convertire i vantaggi creati da Mirotic e Shields.
Oggi abbiamo visto troppe incertezze da parte di tutto il resto della squadra nell’attaccare i close out ad esempio; sempre un passaggio in più del necessario, sempre quella mancanza di convinzione unita ad una sorta di soggezione verso i due leader tecnici.
A questo livello non ci si può permettere di rifiutare tiri aperti, pena scelta sbagliata che manda fuori giri l’attacco ed agevola la transizione avversaria; poi, lo spettatore medio osserva prima sempre la fase offensiva. Ma la difesa è l’altro grande problema: manca la sensazione di squadra che stritola l’avversaria anche solo per pochi minuti.
Questa è forse la squadra meno messiniana da questo punto di vista da quando Ettore sta all’ombra del Duomo.
Certo nessuno può fare miracoli se a roster ci sono non difensori come Pangos o Mirotic, se Shields non può spremersi al 100% anche in difesa e se i deputati a dare atletismo come Poythress, Tonut, Hall e per una volta pure Hines giocano come 16enni spauriti e commettono disattenzioni o errori banali
Io ho la mia idea, e dico che con due innesti mirati cambierebbe tutto il panorama, sia davanti che soprattutto dietro. Certo bisogna trovarli ed avere la voglia di inserirli (oltre che di metterli a libro paga).
Secondo me l’Olimpia Milano ne farà solo uno di innesto e non lo farà troppo velocemente correndo il rischio dello scorso anno, cioè di farlo troppo tardi. Vedremo Vacirca, Stavropoulos e Messina stesso che faranno, intanto c’è e ci sarà da soffrire.
La settimana prossima arrivano Maccabi e Monaco e se si vogliono avere ambizioni di playoff bisogna fare doppietta, cosa possibile ma non scontata. Vedremo.
IL TABELLINO: Alba Berlino – Olimpia Milano 85 – 82
DIAMO I NUMERI
4 – il voto a Melli, per un volta. Ma anche i suoi tiri passati per non so quale motivo generando, appunto, almeno 4 imprecazioni al secondo da parte dei tifosi a casa. E sono anche i suoi minuti di autonomia attuale, considerando che da inizio stagione faccio fatica a ricordare una sua partita di livello almeno sufficiente. Forse era il caso, post Mondiali, di lasciarlo a riposo di più al posto di volerlo a tutti i costi per la fondamentalissima SuperCoppa di cui nessuno già non si ricorda più nulla nonostante sia passato solo un mese.
0 – lo stesso discorso, e continuo da sopra, vale per Ricci ad esempio che oggi è andato in tribuna collezionando ovviamente zero minuti giocati. Son quasi convinto che, con il miglior Ricci, Thiemann non avrebbe avuto tutto questo impatto perché Pippo tra un fallo, una gomitata e qualche giocata di furbizia/esperienza lo avrebbe limitato. Purtroppo la controprova non l’avremo mai.
34.789 – i tiri aperti rifiutati dai vari Voigtmann, Melli, Hall, Tonut. Messina certamente ci lavorerà sopra, ma temo che sia più una questione mentale che tecnica, perché stiamo parlando di 4 giocatori che in attacco hanno troppi lati oscuri, tra chi ha troppi alti e bassi, tra chi non guarda nemmeno in canestro, tra chi pensa solo a difendere.
370 – più o meno sono i centimetri da terra ai quali è arrivata la manona di Procida per inchiodare Mirotic al tabellone. Azione che difficilmente dimenticheremo, un gesto tecnico da NBA, degno di Lebron James. Gabriele comunque deve ancora migliorare tanto, e penso che prima di fare il salto debba diventare un giocatore leader della sua squadra. Ancora non lo è e non so se lo diventerà ma ovviamente gli auguro il meglio, come del resto a Spagnolo, e ripeto che il fatto che loro due che sono i migliori 2002-2003 d’Italia stiano a Berlino è la fotografia dello stato di obsolescenza del nostro sistema basket, a cui nessuno pone rimedio.
1996 – è l’ultimo anno, a mia memoria, in cui l’Olimpia Milano non abbia sbagliato il mercato estivo ed in cui a novembre nessuno chiedeva la testa di nessuno (oddio, c’era qualcuno come il sottoscritto che avrebbe preso un pivot Usa non fidandosi di Cantarello ed Alberti). Da lì in poi ogni anno sempre qualcosa da correggere, qualcuno da prendere con spesso le toppe peggio dei buchi. Vorrei sperare che in una società top europea queste situazioni finiscano e che ognuno si prenda le proprie responsabilità sulle scelte fatte e che soprattutto si abbia l’arguzia di porre rimedio in tempi brevi ad eventuali sbagli.
SALA STAMPA
Ettore Messina
Con tutto il rispetto per la partita dell’Alba che ha avuto il grande merito di combattere duramente e credere nella vittoria a prescindere dal punteggio, torniamo a casa con la sensazione di aver buttato la vittoria.
Abbiamo costruito vantaggi importanti tante volte, sia nel primo che nel secondo tempo, ma non siamo riusciti a conservarli. Nell’ultimo quarto abbiamo concesso otto rimbalzi offensivi che è un numero spropositato e ci sono costati tantissimo.
È ovvio che la partita di stasera conferma che abbiamo due ottimi giocatori e qualche volta tendiamo ad aspettarci che risolvano tutti i problemi. Ma non è così, quindi dobbiamo giocare meglio e avere contributo anche dalle altre posizioni.
Dovremo lavorare, tanto, e tornare sulla strada giusta. I tiri liberi? Dovremmo essere più aggressivi e andare di più in lunetta e poi quando ci andiamo dobbiamo tirare meglio. Ovviamente anche questo è stato un problema. Ma il dato più grave è aver concesso 28 punti. Questo è inaccettabile”
Cristiano Garbin
@garbo75