Altro giro, altra sconfitta per Milano in questa disgraziata Eurolega. Sembra passato un anno da quella fantastica serata al Forum in cui Baron e Ricci furono gli eroi di una rimonta ispirata dall’espulsione di Hines.
Sembra un anno ma in realtà è passato poco più di un mese, in cui tanta acqua è passata sotto al ponte biancorosso: prima l’illusione di una rimonta europea e di una guarigione di uomini e squadra, poi la ricaduta nel baratro (che continua) con la novità delle sconfitte anche in LBA. In mezzo l’affaire Kemba ed ora il probabilissimo arrivo di Napier.
Quello che non cambia invece sono i risultati di Eurolega e soprattutto il modo in cui arrivano. A Monaco ad esempio abbiamo visto un attacco finalmente decente, con la correità degli avversari ma un approccio difensivo da squadra mentalmente già in off season.
Voglia di combattere, di lottare, di non arrendersi pari a zero. Emotivamente un piattume generale che fa a pugni sia con la storia del club sia con quella recente che con il credo del coach. Questa non è una squadra di Messina.
Anche se pensandoci meglio non si può pretendere animus pugnandi da giocatori iper tecnici come Baron (che fin qui lo ha spesso mostrato sorprendentemente), o Cabarrot o lo stesso Davies.
Poi c’è la questione motivazioni che si somma a quella atletica. Melli ad esempio ha giocato, nel giorno del suo 32esimo compleanno, una delle partite peggiori in carriera come approccio. Saranno gli effetti di un suo sovrautilizzo indiscriminato e sovente inutile? Sarebbe un bel problema.
Ora arriva Napier che porterà certamente attacco, leadership e rimetterà al suo posto pedine finora utilizzate in caselle improprie. Ma attenzione a non pretendere che risolva da solo tutti i problemi. Il primo è l’entusiasmo che manca a questa squadra, un pò per la pressione e le aspettative disattese, un pò per i risultati ma anche per il tipo di carattere del suo coach.
Se Napier dovesse sollevare il morale ed alzare la gioia di giocare di questo gruppo anche solo un cicinin avrebbe già giustificato il suo ingaggio. Speriamo.
IL TABELLINO: AS MONACO – OLIMPIA MILANO 101 – 88
DIAMO I NUMERI
12 – i punti di un redivivo Deshawn Thomas, una delle poche note liete di serata. La scelta di Messina di promuovere lui come vice Melli e non Ricci o Voigtmann non so se è definitiva ma è sorprendente. Da parte mia dico che un tentativo con il tedesco lo farei ancora, specie ora con l’arrivo di Napier.
141 – i secondi in campo di Tonut. Se leviamo i 93″ giocati alla fine a partita finita ne rimangono ben 48. Non saranno troppi? A parte gli scherzi, gestione che faccio fatica a spiegarmi e credo che anche Stefano non se lo spieghi. E in cuor suo si sarà un attimo pentito della scelta di venire a Milano, e temo che potrebbe consigliare diversamente qualche giocatore Reyer che l’Olimpia potrebbe mettere nel mirino per il 2023-24…
3 – i punti di Baron. Ormai le difese hanno capito come fermarlo e lui povero non ha più armi per contrattaccare. Credo sia il più felice dell’arrivo di Shabazz, sia perché è l’unico con Pangos che già lo conosce ma soprattutto perché permetterà di trovargli più spazio e si spera tornerà a fare quel che ha sempre fatto. Tirare.
66 – la percentuale da due punti concessa al Monaco. Decisamente il dato statistico più rilevante della partita. I monegaschi arrivavano al ferro a loro piacimento, soprattutto a causa di esterni che palla in mano sono i più pericolosi di tutta l’Eurolega e che stanno imparando ad aprire tiri e spazi anche per i compagni. Uno come Donta Hall ad esempio va a nozze, 4-5 schiacciate a partita su alzate dei propri esterni le inchioda regolarmente. Mettiamolo in canotta biancorossa, vedrete che non ne farà più manco una…
33 – i punti della coppia Mitrou Long – Cabarrot. Il primo autore anche stasera di giocate passibili di roncolate sulla schiena ma non ci si deve sorprendere, anche a Brescia lo scorso anno le faceva. Solo che giocava bello tranquillo e non con una pressione da una tonnellata addosso. Comunque sia, ora probabilmente si accomoderà in tribuna spesso, specie quando tornerà anche Shields e sarà invitato a cercarsi una nuova destinazione per l’anno prossimo. Il secondo invece è stato uno dei migliori e non mi stupisce affatto. Basso livello emotivo della partita, difesa avversaria allegra, ritmi alti, poca necessità di letture = una sua buona partita. Giocatore che non andava preso e che non va confermato, invece è accaduto ed accadrà il contrario.
SALA STAMPA
Cristiano Garbin
@garbo75
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