“E’ un risultato clamoroso, straordinario non perché l’ho ottenuto io, ma perché va fuori dall’ordinario. Sono molto orgoglioso e avverto molto il senso di responsabilità perché questa maglia ce l’ho addosso”
Walter De Raffaele
In un mondo che vive sulla frenesia dove ogni partita che si vive segue una sentenza, ma anche un’annoiata dissertazione a metà fra l’analisi politica e il saggio filosofico che nulla ha a che vedere con lo sport e, in questo caso specifico, la pallacanestro, arrivare a allenare 400 partite nello stesso e medesimo club di appartenenza è qualcosa di particolarmente unico.
A livello cestistico non è un caso raro nei college statunitensi…Ci vengono in mente come primi nomi Mike Krzyzewski ai Duke Blue Devils e Herb Magee ai Philadelphia Rams. O anche in NBA, con Gregg Popovich, ai San Antonio Spurs la sua storia sorpassa ogni limite sportivo, qualunque esso sia.
In occasione della partita di 7 DAYS EuroCup contro i rumeni del Cluj-Napoca, Walter De Raffaele ha festeggiato la quattrocentesima panchina in gare ufficiali da head coach della prima squadra maschile.
Dal febbraio 2016, il coach orogranata ha collezionato 241 vittorie, 159 sconfitte, con una percentuale di successi superiore al 60%, tra competizioni in Italia, 283 gare con 174 successi e 109 sconfitte (61,4%) ed Europa 117, con 67 vittorie e 50 sconfitte (57%).
Alle 400 panchine da capo allenatore vanno aggiunte 182 da assistant coach, per un totale di 582 in 12 stagioni. Ancora, un traguardo più unico che raro in Italia, ma non solo.
Nella speciale classifica di “capi-allenatore Reyer” Walter De Raffaele è davanti a due leggende che hanno fatto la storia della Costantino Reyer 1872 come “El Paron” Tonino Zorzi (357 panchine) e Giulio Geroli (224).
Le dediche di un risultato clamoroso
A margine della conferenza stampa dopo la vittoria contro Cluj, coach Walter De Raffaele ha voluto celebrare il traguardo storico.
“Come allenatore, è un risultato clamoroso, straordinario non perché l’ho ottenuto io, ma perché va fuori dall’ordinario. Sono molto orgoglioso e avverto molto il senso di responsabilità perché questa maglia ce l’ho addosso, come la mia famiglia, perchè tredici anni sono tredici anni… È quasi un quarto della nostra vita, e della mia famiglia. E’ un traguardo molto importante che non capita quasi mai. E’ un’altra cosa storica che rimarrà sempre, come tanti altri che abbiamo ottenuto in questi anni, e che niente potrà cancellare.
Questa è veramente una cosa importante, e mi onora il fatto che questa longevità dimostra quanto possa essere comunque un buon veicolo per quello che è il modo di pensare della Reyer, sia in campo che fuori”.
“Una dedica particolare per questo traguardo raggiunto? A tutti vorrei dire: lo staff, i dirigenti, il club, i giocatori… le vittorie hanno fatto passare molto velocemente questi anni… E poi, la mia famiglia, mi supporta e mi sopporta da tanti anni, non è facile stare accanto a me. Però, ho la fortuna di avere al mio fianco una donna che è l’altro me stesso, senza di lei non sarei niente. E l’ultima dedica, ma di certo, non per importanza.”
Umilmente ambizioso
Quando si arriva a un traguardo così grande ma così raro, troppe volte le valutazioni sono considerate solo dai risultati, considerando molto poco quello che è il lavoro svolto e la crescita di un progetto societario da costruire passo dopo passo, partita dopo partita.
Diventa inesorabilmente evidente, allora, quanto la sintonia tra proprietà, dirigenza e squadra sia un altro dei punti di forza di questa Umana Reyer Venezia. E ciò dà ancor più la misura del fatto che, per aprire cicli vincenti e decisamente importanti, non basta più la classica collezione di figurine, ma servono idee e programmazione. Non volendo tutto e subito, così nello sport come nella vita di tuti i giorni.
Per questo si resta umilmente ambizioso, termini con cui si definisce Walter De Raffaele da coach.
Tentare di avere quell’empatia per rappresentare in questi anni i valori che la proprietà dell’Umana Reyer, in questo caso, hanno dato al club. E un’etica del lavoro non solo nei momenti positivi ma anche (e soprattutto) nelle sconfitte. Club, staff e giocatori, sono componenti che si devono allineare in un percorso straordinario (e clamoroso), nel senso che non è per nulla ordinario. Si tende a dimenticare tutto in fretta, nonostante la conquista di ben quattro trofei (Scudetto 2017, FIBA Europe Cup 2018, Scudetto 2019, Coppa Italia 2020).
Il percorso deve essere ricordato per arrivare alla conclusione, così come va consigliata la calma nell’analizzare prematuramente le potenzialità e le possibilità degli oro-granata nel corso della singola stagione. Poche altre squadre sono infatti capaci di sovvertire qualsiasi pronostico e di rendere completamente decentrate le valutazioni che su di essere vengono fatte, quanto lo è stata Venezia nel corso di diverse annate.