Persino in Ansa arriva la notizia dell’agguato ai 15 reggiani arrivati ad Atene per la coppa. Leggo da Gazzetta.it, a firma Francesco Pioppi. Escludo ci fossero giornalisti italiani al seguito.
Caos ad Atene: tifosi di Reggio Emilia aggrediti (anche con estintori) da quelli dell’Aek.
Incredibile assalto sulle tribune, dove è stata creata una cortina fumogena: gara iniziata in ritardo, alcuni feriti tra i reggiani anche se non hanno dovuto far ricorso a cure ospedaliere.
Una settantina di tifosi dell’Aek Atene ha brutalmente aggredito una quindicina di tifosi della Unahotels Reggio Emilia, arrivati nella capitale greca per assistere alla sfida di BasketballCL tra le due squadre.
La partita di Eurocup tra Aek Atene e Reggio Emilia è cominciata in ritardo per l’assurdo agguato dei tifosi greci a quelli italiani. Lancio di oggetti preceduto dal fumo degli estintori e grande concitazione all’interno del palasport come testimoniano le immagini di BNGrecia.
Stando alle prime ricostruzioni, l’imboscata sarebbe iniziata all’esterno della Olympic Indoor Hall, ma sarebbe poi degenerata quando gli ultras dell’Aek sono entrati nell’arena e hanno preso gli estintori, rovesciandone il contenuto addosso ai supporters emiliani, con l’atmosfera che si è fatta soffocante.
Approfittando della coltre di gas e fumogeni, hanno poi distrutto alcune paratie, afferrando pezzi di legno e ferro con cui hanno ripetutamente colpito i malcapitati tifosi della Unahotels, tutti riconducibili al gruppo organizzato degli “Arsan”.
FERITI — Secondo le prime informazioni ci sarebbero cinque feriti tra gli italiani, ma fortunatamente nessuno avrebbe lesioni così gravi da richiedere approfondite cure ospedaliere. La partita è comunque iniziata, con 25 minuti di ritardo rispetto all’orario previsto (18.30), con i dirigenti reggiani che hanno informato ufficialmente la Fiba al riguardo e ottenuto di poter sospendere il riscaldamento per permettere di soccorrere i tifosi.
La situazione è stata riportata alla normalità solo molti minuti dopo, grazie all’intervento delle forze dell’ordine e all’aiuto di alcuni dirigenti della Pallacanestro Reggiana che hanno messo in sicurezza i tifosi, scortandoli in un luogo sicuro.
Fin qui Gazzetta.it, ho letto anche Reggionline.it, Gazzettadireggio.it e parecchi siti.
Qui ripubblico i video sui tifosi ellenici che ho realizzato all’andata
Lo sport e il tifo sono spettacolo, da quando ho lo smartphone mi esibisco su youtube, dal 2014, ho perso quasi 20mila video, sennò sarei a 25 milioni di visualizzazioni e a 20mila iscritti, adesso sono a 3 milioni e a meno di 3mila iscritti. Ebbene, il tifo pittoresco è sempre bello, mai però deve degenerare.
Avevo notato il calore dei tifosi dell’Aek, all’andata, e anche il loro coro “Bella ciao”, inatteso.
E’ un confine sottile fra sostegno e ubriachezza, fra cori che fanno vibrare la curva e offese, naturalmente non conoscendo spesso la lingua ospite è difficile per me decrittare. “Bella ciao” me l’aveva fatto notare l’amico Luigi Vinceti, classe 1941, Gazzetta di Reggio.
Lungi da me il voler difendere i violenti, a Reggio Emilia sono stati scortati benissimo dalla Digos, però anche la curva biancorossa esagera. In questi anni si è avvicinata al calcio, ci sono attivisti della Reggiana calcio o ex in curva e con Brindisi intimidivano persino il cameraman di Eleven Sports.
Non troppi anni fa, sono stato costretto ad allontanarmi in macchina per essermi affacciato alla pizzeria Donato, in zona campovolo, un anno e mezzo fa al brindisi di inizio stagione dopo una bella chiacchierata con Gianni Draghi, ex regista di livello regionale e padre del pr Davide, mi è stata strappata la maglia da un ultras solo perchè dissi “inquadro a terra, me lo dici in video?”. Mi aspettavano, mi avevano già notato prima, appunto con Draghi.
Le cinghiate, l’aggressione sono da censurare, andrebbe cambiata proprio la cultura. Il rispetto degli arbitri, non le brutte frasi, il rispetto di avversari e anche dei biancorossi, anche quando sono ultimi in classifica. Ho saltato la gara con i turchi, a Reggio, per seguire il mondiale di calcio in tv, domenica sono stato a seguire Trieste perchè sapevo che poteva essere l’ultima di Menetti. In generale, ripeto, siamo lontani dallo sport dei sogni.
E sembra che il problema sia io perchè ogni volta che riesco racconto la storia di una tifoseria, cerco di soffermarmi su quanti più personaggi possibili. Le maschere di Vivatickets si accordano per fermarmi: “Non puoi stare qua, c’è un cancelletto di passaggio, non puoi lasciare riprendere lasciando il telefono sul supporto, non puoi andare in mezzo ai tifosi”.
Il cubano Cabrera, Menozzi, dietro c’è comunque la regia di Fabrizio Fieni. Ora i diritti di immagini durante le partite sono di Legabasket e di Eleven Sports e magari di D-Max e de la Nove, per quella volta al mese. In teoria si possono effettuare riprese e dunque colloqui solo prima, all’intervallo o dopo, si cerca di impedirmelo con ogni mezzo, persino di passare in una strada verso il parcheggio dei pullman.
I tifosi ospiti in genere non hanno grandi problemi, gli italiani, peccato che alcuni siano allegri, bevendo al bar loro riservato, gli ultras stranieri un pò di più. I reggiani non vogliono farsi riprendere per non finire diffidati o daspati.
Nessuno steward che intervenga per gli insulti, per chi vorrebbe entrare in campo, ricordo Silvano Negri fare cenno a un reggiano facinoroso “Giù le mani, non mi toccare”.
Ripeto, è un problema di cultura. Chi non vuole farsi riprendere, a un evento sportivo, è perchè non vuol far sapere di avere una doppia faccia, magari nella vita è serio, alle partite di pallacanestro esagera e vuole essere libero di farlo.
E magari trova le stesse maschere alle discoteche di Reggio, le cattedrali come Italghisa, ex fonderia, e Sali e Tabacchi o l’estivo Via delle Spezie come nei locali più piccoli. E’ un interesse unico, la commistione fra controllati e controllori, fra Vivatickets che, salvo eccezioni, mi vuole impedire qualsiasi tipo di ripresa, anche davanti a un impianto, e gli ultras che non vogliono mostrarsi come tali o semplici tifosi che se finiscono su youtube non va bene, in particolare inquadrati da me, mentre se finiscono su Telereggio o su Medianews, Teletricolore, sono ben felici. Per non parlare delle bellissime, dei bellissimi, degli sponsor, dei manager, di tutto un po’ insomma. La famosa empatia.
Si può tifare con calore limitando le offese. Sembra più offensiva una domanda curiosa, alla Giuseppe Cruciani – infinitamente di meno, in realtà – di insulti, di provocazioni. Sembra peggio una critica, anche netta, di una minaccia. Quando, lo sapete, io parto sempre per raccontare quella che chiamo magia, di qualsiasi impianto sportivo. E a Reggio Emilia, scientificamente, mi dedico al mondo ospite. Anche per evitare intimidazioni personali. Anni fa arrivavano multe ai club per semplici aeroplanini verso gli arbitri, okay, non bisogna mai lanciare niente, ma neanche i cori sono accettabili. Non basta che non siano razzistici o di discriminazione territoriale.
Tornando alla Grecia, l’agguato degli incappucciati è gravissimo, le immagini lasciano intuire qualcosa, si vede la corsa del ds Filippo Barozzi, quando capisce che qualcosa di grave sta succedendo. Rinviare la partita credo sarebbe stato impegnativo anche per Reggio Emilia, certo non è bello che la Fiba abbia minacciato penalizzazioni a UnaHotels, anzichè all’Aek.
Servirebbe l’esclusione immediata dei gialloneri dalla Champions league e magari anche nella prossima stagione dalle coppe, ecco che allora capirebbero di non farlo più. E magari di non andare in trasferta con gli occhiali scuri, per non farsi riconoscere appunto nelle riprese.