A 41 anni e dopo ben 19 stagioni WNBA alle spalle, la GOAT (Greatest Of All Time) del basket USA femminile Sue Bird ha spiccato il suo ultimo volo e si è definitivamente ritirata.
A true game-changer 👑
— NBA TV (@NBATV) September 7, 2022
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L’aveva dichiarato il 16 Giugno di quest’anno che questa sarebbe stata la sua ultima stagione professionistica in WNBA. Come in una storia circolare destinata a chiudersi nel suo inizio, l’annuncio ufficiale della sua decisione è avvenuto nel Connecticut, lì dove tutto è cominciato, lì dove Bird ha frequentato l’università e ha giocato nel circuito collegiale con le UConn Huskies che l’hanno inserita nel professionismo. E stanotte le Las Vegas Aces hanno chiuso la sua carriera in gara-4 delle semifinali Playoff WNBA 2022 con la coach della franchigia del Nevada Becky Hammon a “trasformarsi” in Ajla Tomljanović, la tennista australiana che tre giorni fa agli US Open ha avuto l’onore e l’onere di eliminare la GOAT del tennis mondiale, Serena Williams.
I’ve decided this will be my final year. I have loved every single minute, and still do, so gonna play my last year, just like this little girl played her first ☺️ #TheFinalYear @seattlestorm pic.twitter.com/Uo2YqCCKUD
— Sue Bird (@S10Bird) June 16, 2022
L’obiettivo di un quinto titolo WNBA è svanito contro delle Aces troppo forti, in grado di vincere due volte a Seattle e che – quale che sarà l’avversaria tra Connecticut Sun e Chicago Sky, andate a gara-5 – entreranno da favorite d’obbligo alle WNBA Finals 2022.
Suzanne Brigit “Sue” Bird ci ha messo la sua solita cattiveria agonistica, ha provato a mordere la partita (conclusasi 92-98) guidando le compagne, soprattutto Breanna Stewarte (42 punti di cui 26 nel 1° tempo, 7 rimbalzi e 6 triple) e Jewell Loyd (29 punti) a far la voce grossa, ma Las Vegas si è dimostrata più squadra e superiore grazie anche al terzo quarto negativo delle Storm (10 dei primi 11 tiri sbagliati, 12 punti nella frazione), mentre le avversarie Chelsea Gray, A’ja Wilson e Jackie Young hanno fatto il resto.
Per Sue è restata alla fine “solo” la consolazione di averci provato, e l’abbraccio del suo pubblico. Una chiusura da 8 punti e 8 assist in 36 minuti sul parquet della Climate Pledge Arena di Seattle, città che spera di ritornare ad abbracciare il ritorno dei suoi Super Sonics, chissà mai…
SUE BIRD FOREVER 💛 #Thankyousue pic.twitter.com/Qu2A1MjkdR
— TOGETHXR (@togethxr) September 7, 2022
“Penso che inizialmente mi sentissi triste per la stagione e il match”, ha detto Sue. “Poi penso che, quando le emozioni hanno iniziato a venire in superficie, è anche quello che so in fondo, quella è stata la mia ultima partita. Quindi è stata una combinazione di queste due cose, ma nel complesso è semplicemente strano. Avrei voluto che potessimo come squadra fare un po’ di più per arrivare alle Finals, ma sono così orgogliosa di questa squadra. Sono così, così, così orgogliosa di essere un membro delle Seattle Storm. È stato mio onore di giocare per questa franchigia, di giocare per questi fan.”
Terminato il match Sue Bird si era diretta verso lo spogliatoio con compagne di squadra e staff tecnico prima di invertire la rotta e rimanere in campo. Dato l’abbraccio di tutti i membri della squadra di Las Vegas e dello staff tecnico, Bird ha poi riconosciuto la folla alzando la mano più volte attraverso un’ovazione estesa che è durata fino a quando non è finalmente entrata negli spogliatoi.
“Non volevo davvero lasciare il campo. Sembrava che fosse lì che stavano andando tutti, quindi all’inizio l’ho fatto. Ma volevo anche avere un ultimo momento per dire grazie, per immergermi tutto, perché in un certo senso è una cosa felice. Sono orgogliosa di tutto ciò che abbiamo realizzato qui. Ovviamente sono triste, ma c’è anche felicità, poter vivere un momento del genere con i fan, farli cantare come hanno fatto. Conosco le lacrime, non sembrano lacrime felici, ma c’è molta felicità.
Naturalmente il mio corpo si sente bene, quindi questo può ingannare, ma c’è un motivo per cui mi sono sentita a mio agio e mi sentivo fiduciosa che questo fosse il mio ultimo anno. Poter dirlo ad alta voce è stato un grosso ostacolo. Una volta che l’ho scavalcato, ho capito di aver fatto la cosa giusta a causa di come mi sono sentita dopo. Il basket mi mancherà tantissimo e non lo si potrà sostituire, questo lo so bene. Ma la mia decisione è giusta“.
Sue Bird chiude la sua carriera come una delle giocatrici più vincenti del basket USA, maschile e femminile che sia, con 4 titoli WNBA, 13 partecipazioni all’All-Star Game, la nomina quale una delle migliori 25 giocatrici di sempre, e ben 5 medaglie d’oro olimpiche con Team USA.
Il percorso di Sue Bird dalla scelta numero 1 in assoluto del draft WNBA 2002 a divenire una futura Hall of Famer sembrava diretto in una carriera trascorsa interamente a Seattle. Per 19 stagioni con le Storm Bird è stata un esempio di coerenza, con una media a doppia cifra segnando ciascuna delle sue prime 16 stagioni e almeno 4,8 assist, tranne in una. Bird ha perfino affrontato una serie di interventi chirurgici pericolosi per la sua carriera al suo fastidioso ginocchio sinistro, un gruppo in continua evoluzione di sempre nuove compagne di squadra e il suo stesso invecchiamento. Lei che nei suoi Stati Uniti d’America è un’icona sportiva (portabandiera USA ai giochi olimpici di Tokyo 2020) e del mondo Lgbt, fidanzata ufficiale della calciatrice Megan Rapinoe.
A career like no other⤵️
— ESPN (@espn) September 7, 2022
4x WNBA champion
13x WNBA All-Star
5× All-WNBA First Team
All-time assists leader
All-time leader in Games played
Thank you, @S10Bird ❤️ pic.twitter.com/AZWoR5ey7X
Certamente c’è stata una partita nella sua carriera che Sue Bird avrebbe voluto che fosse andata diversamente, un passaggio che non aveva fatto o un tiro non realizzato. Tuttavia, ha terminato una carriera che sarà difficile da eguagliare per le future generazioni di stelle della WNBA.
“Ci sono come questi piccoli piccoli rimpianti in termini di ciò”, ha detto Bird in conferenza stampa post-partita. “Ma penso che sia naturale come atleta essere come, ‘Dang, quanto vorrei che avremmo vinto quello!’ Ma in generale, mi sento molto in pace e a mio agio con la mia carriera, non ho grandi rimpianti, non ho praticamente nulla di cui posso recriminare. So di aver fatto tutto il possibile per vincere i campionati e abbiamo avuto successo in questo senso, quindi è davvero bello. So di aver avuto un impatto positivo sulla mia comunità, sulle mie squadre. Non credo che ci fossero pietre inalterate in quel modo”. SIPARIO.