La recente vittoria dell’Olimpia Milano nella Frecciarossa Final Eight Coppa Italia 2021 superando Reggio Emilia, Venezia e Pesaro, ha risollevato la questione dell’eccessivo squilibrio tra il roster milanese e quello delle altre pretendenti.
Diversi tifosi hanno invocato l’adozione del Salary Cap come soluzione a tutti i mali.
L’obiettivo di questa analisi è capire in che modo sia stato implementato nello sport americano, per valutarne l’adozione nel campionato italiano.
SOFT CAP
È il sistema utilizzato principalmente dall’NBA. Rispetto all’Hard Cap, dove la quota destinata ai salari non può essere superata per nessun motivo, il Soft Cap, in alcuni casi, permette alle franchigie di effettuare scambi o mettere sotto contratto dei giocatori, superando il tetto salariale.
Queste eccezioni sono strettamente vincolate dall’accordo contrattuale collettivo (CBA) e sono un caso unico nello sport professionistico americano.
Perché nascono queste eccezioni?
La volontà dell’NBA è quella di proteggere le franchigie che vogliono tenere in squadra un giocatore particolarmente importante.
Il Salary Cap viene calcolato prima dell’inizio di ogni stagione secondo il BRI (Basketball Related Income) della Lega.
Questo indicatore incorpora tutte le entrate strettamente riconducibili all’attività sportiva: diritti televisivi, acquisto dei biglietti, quota sulle vendite di magliette e abbigliamento NBA, 50% dell’ammontare dei naming rights di arena e campo di allenamento, etc.
Prima dell’inizio del mercato il commissioner e il sindacato giocatori (NBPA) si incontrano per discutere e approvare il BRI.
Questo incontro è fondamentale, perché dal BRI dipendono i salari dei giocatori.
Se non viene raggiunto un accordo entro il 6 Luglio, allora si andrà incontro ad un BRI stimato dalla lega.
La formula per calcolare il Salary Cap stagionale sarà la seguente:
S.C. = [(BRI– Player Benefits)*44.74%]/ N.Franchigie
*Player Benefits = contributi per assistenza sociale e medica
Quando si parla di Salary Cap e della sua applicazione, è importante prendere in considerazione quattro termini fondamentali: Salary Floor, Luxury Tax, Apron e Cap Hold.
Il Salary Floor determina l’ammontare minimo che una squadra deve spendere per l’ingaggio dei suoi giocatori in tutta la stagione. Quest’anno è rimasto invariato ed è pari al 90% del Salary Cap.
Se una squadra non raggiunge questa soglia, sarà obbligata a distribuire la differenza tra i giocatori che in quel momento ha sotto contratto. Eventuali buyout, pagati per liberare un giocatore che non appartiene alla lega, non devono essere conteggiati.
La soglia di Luxury Tax indica invece il tetto massimo che, se superato, comporta il pagamento di una tassa aggiuntiva a carico della squadra. Lo schema delle tasse è il seguente:
Ammontare del superamento della soglia di luxury |
Non-Repeater |
Repeater |
|||
Minimo | Massimo | Tassa | Incremento Massimo | Tassa | Incremento Massimo |
$0 |
$4,999,999 |
$1.50 |
$7.5 milioni |
$2.50 |
$12.5 milioni |
$5,000,000 |
$9,999,999 |
$1.75 |
$8.75 milioni |
$2.75 |
$13.75 milioni |
$10,000,000 |
$14,999,999 |
$2.50 |
$12.5 milioni |
$3.50 |
$17.5 milioni |
$15,000,000 |
$19,999,999 |
$3.25 |
$16.25 milioni |
$4.25 |
$21.25 milioni |
$20,000,000 |
N/A |
$3.75 + $.50 aggiuntivi ogni $5 milioni in più |
N/A |
$4.75 + $.50 aggiuntivi ogni $5 milioni in più |
N/A |
Fonte: http://www.cbafaq.com/salarycap.htm#18
Il concetto principale che muove queste sanzioni è la differenza tra Non-Repeater e Repeater.
Il modo più veloce per capire in quale fascia può ricadere una squadra, è calcolare quante volte abbia pagato le tasse negli ultimi 4 anni. Se il risultato è 3 o più, allora quella squadra verrà punita più duramente, perché ricadrà nei Repeater. In caso contrario, verrà considerata una Non-Repeater.
L’esatto funzionamento si può capire da questi esempi:
- La squadra A è una Non-Repeater ed ha superato la soglia di luxury di $12 milioni. In questo caso, dovrà pagare l’ammontare della colonna “Incremento massimo” dei due anni precedenti: $7.5 milioni + $8.75 milioni. In più, dovrà aggiungere $2 milioni (differenza tra i $12 milioni e la soglia minima della terza fascia, cioè $10 milioni) * $2.50. In totale dovrà perciò versare $21.25 milioni.
- La squadra B è una Repeater ed ha superato la soglia di luxury di $11 milioni. In questo caso dovrà pagare l’ammontare della colonna “Incremento massimo” dei due anni precedenti: $12.5 milioni + $13.75 milioni. In più, dovrà aggiungere $1 milione (differenza tra $11 milioni e la soglia minima della terza fascia, cioè $10 milioni) * $3.50. In totale dovrà quindi versare $29.75 milioni.
Il ricavo totale che si ottiene da questo sistema è ripartito tra squadre che sono sotto la soglia di luxury (fino al 50% senza una soglia minima obbligatoria) e lega (almeno il 50% e fino al 100%).
L’Apron è una soglia leggermente superiore alla luxury tax che, se superata, provoca alcune restrizioni sulla possibilità di ingaggiare giocatori:
- Impossibilità di utilizzare la Bi-Annual Exception;
- Mid-Level exception meno conveniente rispetto a quella delle altre squadre (3 anni al posto di 4 e salario di partenza più basso);
- Impossibilità di ricevere un giocatore in sign-and-trade, se dopo la trade si è ancora sopra la soglia di Apron;
- Limitazioni sul salario da poter offrire sfruttando la clausola “Gilbert Arenas”;
- Impossibilità di utilizzare la Non-Taxpayer Mid-Level Exception.
Infine, per spiegare il Cap Hold, è necessario introdurre il concetto dei Bird Rights.
Alla scadenza di ogni contratto, grazie all’utilizzo di questi diritti, la squadra ha la possibilità di rinnovare il giocatore a prescindere dalla situazione salariale. Questi diritti possono essere di vario genere: Full Bird (3 anni in squadra), Early Bird (2 anni in squadra) e Non Bird (1 anno in squadra).
Se il giocatore viene scambiato, la squadra di destinazione continuerà ad avere accesso a questo privilegio come se non si fosse mai trasferito.
Questi diritti, nonostante non costituiscano una reale uscita di denaro, formano il Cap Hold.
Per quantificare questo valore, è necessario conoscere il salario ricevuto nell’ultima stagione e il tipo di free agent che sarà sul mercato (Two-way, Non-Bird, Early-Bird…).
In base alla fascia di appartenenza, ci sarà un’incidenza maggiore o minore sul Salary Cap.
Il Cap Hold scompare in tre diverse circostanze: nel momento in cui un giocatore firma un nuovo contratto con la squadra che ne detiene i diritti, quando firma con un’altra squadra, se la squadra rinuncia ai diritti sul giocatore.
Questo meccanismo serve per evitare che una squadra con molti contratti in scadenza abbia lo spazio per ingaggiare un free agent di livello, senza prima prendere una decisione sui suoi giocatori.
Siamo partiti menzionando delle eccezioni contenute nel contratto collettivo, per superare legalmente il Salary Cap. Ed ora è il momento di darne una breve descrizione:
- Larry Bird Exception: la squadra è in possesso dei Full Bird (3 anni), può rinnovare per 5 anni. L’incremento stagionale dello stipendio può arrivare fino al 7.5% del salario nel primo anno di contratto.
- Early Bird Exception: la squadra è in possesso degli Early Bird (2 anni) e il contratto può durare da 2 a 4 anni. L’aumento salariale potrà essere il 175% dello stipendio dell’ultimo anno o il 104.5% del salario medio nella stagione appena conclusa, con un incremento fisso annuale del 7,5%.
- Non-Bird Exception: la squadra è in possesso dei Non Bird (1 anno), può rinnovare al massimo per 4 anni. L’incremento è fisso e pari al 4.5% del valore base (il valore più alto tra il 120% del salario della stagione precedente o del minimo salariale e il valore della qualifying offer, ma solo se Unrestricted Free Agent).
- Non-Taxpayer Mid-Level Exception ($9.258.000): utilizzabile solo da chi è sotto la soglia Apron per ingaggiare giocatori free-agent. Si può utilizzare in un’unica soluzione oppure dividerla tra più contratti. La durata del contratto può essere al massimo di 4 anni e l’incremento annuale sarà il 4.5% del primo anno di contratto.
- Taxpayer Mid-Level Exception ($5.718.000): solo per chi è sopra la soglia Apron. Non si può esercitare se la squadra ha utilizzato Non-Taxpayer Mid-Level Exception/Bi-Annual Exception/Room Mid Level Exception o se ha ricevuto un giocatore tramite sign and trade.
Si può utilizzare in un’unica soluzione oppure dividerla tra più contratti e la durata del contratto può essere al massimo di 3 anni. L’incremento annuale sarà il 5% del primo anno di contratto. - Room Mid-Level Exception ($4.767.000): solo per chi è sotto il limite del Salary Cap. Non si può esercitare se la squadra ha a disposizione una Taxpayer Mid-Level Exception/Non Taxpayer Mid-Level Exception/Bi-Annual Exception e scade il giorno dopo l’ultima giornata di regular season.
Si può utilizzare in un’unica soluzione oppure dividerla tra più contratti e la durata del contratto può essere al massimo di 2 anni. L’incremento annuale sarà il 4,5% del primo anno di contratto. - Bi-Annual Exception ($3.623.000): solo per chi è sotto il limite apron. Non si può esercitare se la squadra ha già usufruito di una Taxpayer Mid-Level Exception o di una Room Mid-Level Exception o se questo porta a superare la soglia dell’Apron. Scade il giorno dopo l’ultima giornata di regular season e obbliga la squadra a rimanere per tutta la stagione sotto tale soglia. Si può utilizzare in un’unica soluzione oppure dividerla tra più contratti e la durata del contratto può essere al massimo di 2 anni. L’incremento annuale sarà il 4,5% del primo anno di contratto.
- Rookie Exception: utilizzata dalle franchigie per firmare le scelte al primo giro del draft, secondo il rookie scale contract.
- Minimum Player Salary Exception: utilizzata per firmare giocatori al minimo salariale. Il contratto può avere una durata massima di 2 anni e non possono essere inseriti bonus di alcun tipo. Questa eccezione perde valore ogni giorno che passa, perché si basa sui giorni di campionato. Se un giocatore viene firmato prima del giorno 2, allora avrà diritto all’intero minimo salariale, altrimenti no. La formula per fare questo calcolo è la seguente:
Salario da percepire = (giorni totali del campionato – giorni passati dall’inizio del campionato/giorni totali del campionato) * salario minimo CBA
L’utilizzo di un soft cap ha dei grandi vantaggi sul contenere i costi, ma non elimina uno dei problemi principali dello sport, cioè la possibilità degli owner di investire denaro personale per aumentare le proprie possibilità di vittoria.
Questo perché, nonostante l’NBA cerchi di applicare diverse penalità alle squadre che superano le soglie critiche, non vuole limitare la possibilità di spesa dei proprietari.
HARD CAP
È il sistema utilizzato principalmente dalla NFL. A inizio anno si decide il Salary Cap e il Salary Floor per ogni franchigia. E’ obbligatorio non sforare queste soglie, altrimenti vengono comminate sanzioni pecuniarie e sportive.
Prima di tutto bisogna sottolineare la mancanza di qualsiasi tipo di eccezione e la presenza di soltanto due termini chiave: Unadjusted Salary Cap e Salary Floor, rispettivamente $198.2 milioni e $176.4 milioni (cifra che rappresenta l’89% della soglia massima nel 2020, mentre nel 2021 diventerà il 90%).
L’aggettivo Unajdusted è molto importante, perché nella NFL esiste un meccanismo di Cap Carryover, che permette di trasportare lo spazio salariale da un anno all’altro per formare l’Adjusted Cap della singola franchigia:
Adjusted Cap = Unadjusted Salary Cap + Cap Carryover – Incentivi contrattuali raggiunti + incentivi contrattuali non raggiunti
Gli incentivi contrattuali Likely To Be Earned (LTBE), cioè quelli che verranno probabilmente raggiunti, inficiano sul Cap. Se le cifre che erano state calcolate risultano minori alla fine dell’anno, allora nella stagione successiva si avrà diritto a un credito di $X milioni (previsti – realizzati).
Se nel Soft Cap si sono trovati dei modi per rendere legale il superamento delle soglie, in questo caso si è lavorato invece sulla possibilità di premiare i comportamenti virtuosi delle franchigie.
I contratti NFL non sono numerosi come quelli NBA, ma presentano molti più incentivi e bonus come:
- Roster Bonus: pagamento nei confronti di un giocatore se si trova a roster in una determinata data. Una tipologia particolare è il per-game roster bonus, molto simile al premio presenza nei contratti europei. Può essere legato alla presenza generale nel roster o all’effettiva convocazione nel giorno della partita.
Questi bonus possono essere contabilizzati nei seguenti modi: per intero sul Cap della stagione corrente, parzialmente in base alla fattibilità o non fattibilità dell’obiettivo, spalmati per la durata del contratto fino a un massimo di 5 anni (solo se si attivano entro 72 ore dalla firma del contratto). - Workout Bonus: garantito se il giocatore porta a termine, durante l’off-season, una determinata percentuale di allenamenti presso le strutture della squadra. Se non è interamente garantito, pesa immediatamente sul Cap, altrimenti può essere suddiviso per 5 anni.
- Bonus individuali o di squadra: legati al raggiungimento di determinati risultati sportivi o di rendimento (numero di snaps, touchdown ecc…). Se sono del tipo LTBE, allora verranno contabilizzati interamente sul Cap, altrimenti no.
- Prorated Bonus: fanno parte di questa categoria tutti i bonus pagati per intero in un determinato periodo temporale, ma che sono distribuiti su più anni del cap.
In questa categoria rientrano: bonus alla firma, opzioni per estendere il contratto da parte della franchigia, pagamento anticipato dei salari.
L’ultimo fattore che incide sul Salary Cap nella NFL è il Dead Money.
Quando una franchigia decide di rilasciare un giocatore che ha all’interno del contratto una garanzia di pagamento contabilizzata su più anni, la parte mancante dei bonus andrà a pensare per intero sul Cap corrente. Esistono dei meccanismi che vanno a mitigare questo malus, ma non è un approfondimento necessario per questa analisi.
Lo spazio disponibile per una squadra (Salary Cap), sarà quindi:
Salario Disponibile = Adjusted Cap – Spese per salari e incentivi LTBE – Dead Money
APPLICABILITA’ NEL BASKET ITALIANO
Il Salary Cap nella teoria economica è uno strumento di contabilità che definisce dei parametri e delle regole da rispettare per il contenimento dei salari. Essendo un mero strumento, ha bisogno di essere inserito in un contesto contrattuale e disciplinare, in grado di gestire le sue eccezioni e le sue peculiarità.
Quando si parla di introdurre un tetto salariale nel campionato italiano, si tende a considerare il Salary Cap come un mezzo autoconclusivo che permette, in maniera automatica, di raggiungere un contenimento dei costi e un riequilibrio della competizione.
La sua applicabilità nel basket italiano presuppone alcune problematiche degne di nota:
Per stabilire il tetto salariale, si utilizzano i ricavi della federazione, ma nel bilancio della FIP non esiste la divisione per determinarne l’origine.
Uno dei metodi più sicuri potrebbe essere quello di prendere la sommatoria dei ricavi di tutte le squadre di Serie A.
Nel 2019 la situazione era la seguente:
Ipotizziamo due scenari con un Salary Cap hard e soft e cerchiamo di colpire la squadra che spende di più.
Consideriamo che l’obiettivo finale sia quello di aumentare la competitività generale e non di limitare soltanto l’esborso salariale. Non è interessante esplorare situazioni dove non viene stabilita una quota minima obbligatoria per i salari, perché non si raggiungerebbe questo scopo:
- Hard Cap: in questo scenario, il Salary Cap sarà pari al 10% dei ricavi totali delle squadre, quindi €9.048.109. Il Salary floor sarà pari all’80% della soglia massima, quindi €7.238.487.
L’80% è un indice che media bene tra la necessità di dare flessibilità alle squadre e garantire una competizione equa. Minore sarà questa percentuale e maggiore sarà il grado di iniquità potenziale.
Se avessimo applicato questo meccanismo nella stagione 2019, ci sarebbero state soltanto due squadre in grado di coprire gli stipendi con i propri ricavi: Umana Reyer Venezia e A|X Armani Exchange Milano. Tutte le altre sarebbero state pesantemente in difficoltà e probabilmente non avrebbero neanche partecipato al campionato.
In questo ragionamento non si considerano eventuali bonus contrattuali che, come visto nel caso NFL, vengono inseriti nel conteggio del Cap.
I ricavi delle squadre, inoltre, non dovrebbero coprire soltanto i salari, ma anche il 52,7% di costi contabilizzati e non legati agli atleti.
Abbassare la soglia massima e minima aumenterebbe la partecipazione al campionato, ma creerebbe una spirale negativa difficilmente gestibile:
Impoverimento tecnico del campionato
↓
Minori incassi da sponsor e biglietteria
↓
Riduzione dei ricavi delle squadre
↓
Adeguamento al ribasso delle soglie
- Soft Cap: in questo scenario la federazione decide di venire incontro alle società e fissa il Salary Cap al 2% dei ricavi totali delle squadre, ovvero €1.809.621. Il Salary floor sarà pari all’80% della soglia massima, quindi €1.447.696.
Se avessimo applicato questo meccanismo nella stagione 2019, tutte le squadre sarebbero state in grado di coprire gli stipendi con i propri ricavi.
In aggiunta viene fissato il tetto della Luxury Tax a €3.619.242, ma non quello dell’Apron (in Europa non ci sarebbero delle limitazioni adeguate che non sfocino in un hard Cap).
Stiamo colpendo le squadre più ricche? Assolutamente no, perché potrebbero tranquillamente pagare le tasse e andare oltre le soglie massime.
La metodologia Soft non vuole infatti preservare l’equilibrio della competizione a tutti i costi, ma cerca di tassare la possibilità di spesa del singolo proprietario. Le tasse, infatti, sono uno strumento tributario che perde di importanza nel momento in cui un soggetto è disposto a spendere.
- I contratti sportivi non sono così complessi come l’adozione di un Salary Cap richiederebbe. Per gestire uno scenario soft, è necessario utilizzare un mix di eccezioni e contratti.
Nel caso NBA la quantità di eccezioni permette di poter scegliere la soluzione migliore anche in ottica futura. Con dei contratti annuali, pluriennali o temporanei non si potrebbe fare tutta quella parte di programmazione economica.
In questo contesto, infatti, la bravura di un front office non sta solo nel prendere i giocatori migliori al minor prezzo, ma anche nell’amalgamare i diversi contratti per avere la possibilità di farlo in quell’esatto momento. - L’adozione del Salary Cap a livello nazionale creerebbe uno squilibrio con le altre nazioni europee. Le squadre più ricche potrebbero allora creare due roster distinti, ma è davvero una soluzione ottimale?
No, perché potrebbero decidere di abbandonare le competizioni nazionali, dato che la necessità di creare una squadra “europea” di primo piano farebbe lievitare i costi e non renderebbe più conveniente differenziare l’investimento su due fronti.
Questo danneggerebbe anche il mercato degli italiani, perché ci sarebbero meno investimenti e si abbasserebbe il livello della competizione.
Inoltre, tutte le squadre italiane partirebbero con un handicap difficile da superare in fase di trattativa. Il potere contrattuale che eserciterebbero sarebbe molto minore di qualsiasi altra squadra europea.
Questo provocherebbe un aumento dei costi per acquisire le prestazioni di un giocatore, perché ci sarebbe bisogno di aumentare il salario base, per essere più attrattivi. La possibilità di intervenire con degli aggiustamenti a stagione in corso si ridurrebbe in maniera sensibile, condannando le squadre che hanno sbagliato a fare mercato a una retrocessione certa.
L’unico modo per evitare questo squilibrio di mercato sarebbe istituire un Salary Cap europeo, dove tutte le società sono soggette allo stesso trattamento e non possono trarre vantaggio dalle norme economico-contabili (situazione che oggi si verifica con la diversa tassazione tra i paesi). - Le squadre che partecipano alla LBA, tranne pochi casi, non hanno dei ricavi strutturati in grado di garantire crescita o stabilità nel corso del tempo.
Non si può avere un Salary Cap che da un anno all’altro abbia delle fluttuazioni negative o positive molto pronunciate, perché altrimenti sarebbe impossibile firmare contratti pluriennali.
Ipotizziamo dunque due situazioni diverse:
- Hard Cap: Il Salary Cap diminuisce da €9.000.000 a €5.000.000, perché 10 squadre registrano dei ricavi in forte decrescita.
La squadra A ha dei contratti garantiti per €8.500.000, da una stagione all’altra si ritrova a superare il Cap senza esserne direttamente colpevole.
Le soluzioni potrebbero essere due: abbuonare questo scarto e quindi rendere inefficace tutto il meccanismo oppure sperare che le squadre agiscano in maniera preventiva e non facciano contratti pluriennali troppo onerosi. - Soft Cap: Il Salary Cap diminuisce da €9.000.000 a €6.000.000, perché 10 squadre registrano dei ricavi in forte decrescita.
La squadra B ha dei contratti garantiti per €8.000.000 e si ritrova a superare la soglia di Luxury.
Anche in questo caso, ci potrebbero essere due soluzioni: non far pagare la Luxury Tax alla squadra, creando un pericoloso precedente, oppure sperare che le squadre agiscano in maniera preventiva e stiano molto sotto la soglia del Salary Cap per contrastare le fluttuazioni.
Quest’ultima soluzione sarebbe preferita da tutte le squadre meno dotate economicamente e più in difficoltà a trovare un extra-budget.
In media, quindi, si cercherebbe sempre di tendere verso la soglia minima.
Spero che questa analisi abbia fatto capire che quando si cerca di utilizzare degli strumenti economico-contabili nel mondo dello sport bisogna sempre considerare principalmente l’ambiente a cui sono destinati.
Infatti non tutti i contesti hanno le stesse caratteristiche giuridico-economiche.
In questo momento il Salary Cap “italiano” non sarebbe sostenibile e non lo potrà essere neanche nel breve periodo.
Manca lo scheletro che possa permettere la sua piena applicabilità, senza creare discussioni o zone grigie.
Questo non esclude che si possano trovare (o creare) altri strumenti per controllare i costi e migliorare la competitività.
Nel frattempo accontentiamoci di un campionato dove, fortunatamente, non bastano i soldi per vincere, ma serve anche una certa dose di bravura nella costruzione del roster.
D’altronde , Come diceva Igor nel celebre Frankenstein Junior: “Potrebbe andare peggio, potrebbe piovere”.
Alessandro Bagnari