Cari tifosi milanesi non c’è nulla da fare. Non si può stare mai tranquilli, né tanto meno passare una settimana all’insegna dell’ovvietà, illusione che la partita di martedì contro l’Alba ha dato a tutti.
Poi è arrivato dicembre, e negli ultimi anni non è che il mese natalizio vada d’accordo con soddisfazioni in casa Armani.
In società dovrebbero pensare di istituire l’inno Pazza Olimpia amala…anche se poi i supporter dei rossoneri non sarebbero troppo d’accordo.
Certo è che questa era un occasione da non mancare, per tanti motivi. In primis la classifica, l’Olimpia Milano avrebbe fatto un balzo in avanti e messo fieno in cascina in attesa di partite più probanti e di qualche inevitabile sconfitta contro le big.
Ecco, un altro motivo (forse più importante ancora del primo), è che stasera lo status di top team europeo si fa fatica ad appiccicarlo ai biancorossi.
I quali hanno sì giocato un primo tempo come fanno le grandi squadre e cioè speculando sugli errori altrui e costruendo un cospicuo vantaggio con il minimo sforzo.
Ma poi si sono completamente scordati di finire l’opera, giocando dei secondi 20 minuti pessimi, sia per qualità che per approccio generale.
Ed in Eurolega nessuno fa sconti, nemmeno un Panathinaikos caduto in disgrazia se guardiamo la quantità di talento puro a roster dopo le continue sforbiciate al budget di questi anni.
I greens però hanno nel DNA la voglia di lottare e di non arrendersi mai, e l’hanno dimostrato al Forum presi per mano dai tre grandi ex della partita, che a momenti alterni hanno offerto quel contributo che negli anni scorsi spesso è mancato, specie dalle parti di Assago.
A mio parere comunque precise responsabilità le ha anche lo staff tecnico milanese: faccio fatica a comprendere i 20′ di gioco dati ad un Micov ancora lontano parente di quello solito, e gli 11 ad un Datome molto poco frizzante e che scrive virgola nella casella punti segnati subendo molto atleticamente.
Ma quel che è più grave è che spesso li ha schierati da ala forte, andando poi sotto a rimbalzo contro uno White che pare lui sì essere tornato, se non ai livelli di quello allo Zalgiris, molto vicino. Ed anche Papapetrou e Mitoglou hanno fatto molto male.
In più la scelta di rinunciare ad un positivo, finalmente, Tarczewski, ha consentito a Papagiannis di non avere troppi rivali là sotto, con il solo Hines come avversario.
L’attacco poi spesso smette di muovere palla ed uomini per affidarsi al talento dei singoli. Non è un caso se l’Olimpia è ultima nella classifica degli assist prodotti, e stasera l’assenza del migliore nella specialità ha acuito il problema.
Ora in campionato si va a Varese dell’ex Scola (e Bulleri) dove la vittoria è d’obbligo ma ancor di più preservare gambe e muscoli per un altra doppietta europea contro Khimki e Barcellona. Un successo e una sconfitta sarebbe un buon bilancio.
Olimpia Milano – Panathinaikos Atene 77-80
DIAMO I NUMERI
50 – i punti segnati dai verdi ateniesi nel secondo tempo. Cifra che non esiste, anche e soprattutto considerato il talento offensivo della squadra di Vovoras. E Foster stasera è stato un ectoplasma.
13 – la scelta del draft 2016 spesa dai Kings di Vlade Divac per il lungagnone greco. Ovviamente mal speso, la sua fortuna è che è stata una delle peggiori annate ever. Bender alla 4 il clou, ma anche Baldwin, Zizic, Yabusele, Zipser e Bolomboy. Dopo soli 4 anni, tutti in Eurolega, appassionatamente.
10 – i rimbalzi di White, pari a tutti quelli presi nelle partite giocate a Milano…Più o meno. Mi è sembrato che, dalla stazza e dall’atletismo ritrovato, potrebbe aver abbandonato il nefasto regime alimentare che teneva in Lombardia. Non si poteva portarlo prima da Borghese o da Cracco?
26 – la % da 3 dell’Olimpia. Bassa, bassissima per una squadra di tiratori. Roll in caduta libera da qualche partita, Micov e Datome veramente spenti, Moraschini spaesato…Forse sarebbe il caso di insistere con Brooks anche da 3, almeno corre e salta.
74 – il numero di maglia di Sant-Roos, cubano di formazione italiana che io, fossi in Messina, cercherei di prendere al volo se non ora per il prossimo anno. In campionato darebbe atletismo e vivacità al reparto dietro ed anche in Eurolega sarebbe utile fungendo da agente difensivo, un Cerella più abbronzato insomma ma con molto più attacco. Poi è un ex Bernareggio come Bortolani, ed un ex Casalpusterlengo come Gallinari. Non si può non prendere.
100 – non c’entra con questa partita ma sono i punti segnati dall’Alba Berlino nella vittoriosa trasferta in terra valenciana. E son gli stessi dell’altro ieri, non hanno ingaggiato Lebron o Harden nel frattempo. L’Eurolega è strana con questo format (aridateme le top 16), in tempo di Covid di più.
SALA STAMPA
Ettore Messina:
“Complimenti a loro, hanno giocato una partita umile e solida, ci hanno provato per tutta la gara, si sono riavvicinati nel terzo periodo e poi hanno completato il lavoro nel quarto.
Noi semplicemente, nel secondo tempo, non abbiamo difeso come dovevamo, lo dimostrano i 50 punti subiti. In attacco abbiamo fermato troppo la palla e contro una squadra con la loro fisicità e taglia questo non te lo puoi permettere.
Abbiamo commesso un errore, ora lavoreremo per rimediare nelle prossime. Nel secondo tempo, abbiamo cambiato troppo in difeso, anche quando non dovevamo perché eravamo in ritardo, mentre nel primo tempo eravamo stati buoni. Abbiamo concesso tante penetrazioni a Nedovic con la mano destra.
E’ solo un esempio, ma significa che non abbiamo fatto un buon lavoro né individualmente né come squadra. Mi fa piacere che Nedovic stia bene e giochi bene dopo due anni in cui ha avuto tanti problemi fisici. Poi come succede, soprattutto in trasferta senza tanta pressione, dopo che avevano tirato non benissimo per tutta la gara nel finale hanno anche messo due canestri da tre che hanno fatto la differenza. E in più ci siamo fatti anche prendere qualche rimbalzo in testa”.
Cristiano Garbin
@garbo75