Un`altra sconfitta lontano dal Forum per AX Armani Exchange Milano, questa volta per mano della Germani Basket Brescia, dopo la netta caduta in casa della Virtus Segafredo Bologna, e classifica che si fa sempre meno in linea con il passato recente e le aspettative intorno al club-ammiraglia della nostra pallacanestro.
L`ultimo successo on the road è datato 15 Dicembre, ai danni della Umana Reyer Venezia grazie al prodigio di Vladimir Micov a ridosso della sirena finale. Stasera, invece, a prendersi la scena sono gli acquisti estivi americani di Brescia (questi si, azzeccati..) Lansdowne e Horton.
Due spine costanti nel fianco milanese, due autentici giustizieri che hanno trafitto Milano sul perimetro con accanimento terapeutico, mettendo a nudo delle fragilità biancorosse francamente poco giustificabili a questo punto della stagione.
Errori di comunicazione sui cambi, come quello tra Nedovic e Sykes sulla ultima e decisiva tripla di Horton, ma anche banali distrazioni che fanno addirittura pensare a uno studio non sufficientemente attento delle tendenze dei giocatori avversari. Troppo grandi per essere vere, al netto della quarta partita in una settimana che, inevitabilmente, lascia dei segni profondi sulle energie psicofisiche degli uomini di Messina.
Ma il dato che lascia sgomenti è uno in particolare: la squadra di Vincenzo Esposito, finora, aveva tirato con oltre il 60% da due nelle vittorie casalinghe, in questa occasione si permette invece il lusso di portare a casa i due punti SOLO con il 36% nel quale è compreso lo 0/8 dei primi 10 minuti di gioco.
Nei quali la difesa di Milano è decisamente reattiva sui cambi e riesce quasi sempre a mettere un corpo tra l`attaccante e il canestro, aggiungeNdovi un assoluto controllo a rimbalzo grazie a un sempre più solido Kaleb Tarczewski, che a lungo domina il duello con il navigato pari ruolo Tyler Cain.
Tuttavia, anche nel momento migliore, gli ospiti faticano a concretizzare con un allungo deciso a causa di un attacco che non riesce mai a prendere realmente ritmo, evidenziando i consueti difetti: poca efficacia in contropiede, grande fatica a trovare i lunghi spalle a canestro aggiungendo profondita’ al proprio gioco, inopinate palle perse per fraintendimenti, come si fosse ancora a Novembre.
Per quanto vada riconosciuta la difficoltà di trovare un`intesa a memoria con una squadra costretta a mutare forma senza soluzione di continuità, presa dalla roulette infortuni, è la frequenza di questi cortocircuiti a sorprendere in negativo.
Con una Eurolega che entra nel vivo e la stagione italiana che vedrà assegnare la Coppa Italia nel giro di un mese, la pressione si alza e l’autoesigenza, concetto riemerso negli ultimi giorni sui social milanesi, è qualità che deve necessariamente venire sposata dai ragazzi di Ettore Messina, ora più che mai nel mirino della critica, che lecitamente si attende maggiore stabilità e, conseguentemente, continuità di risultati.
Sul piano delle prestazioni individuali, detto di Tarczewski, il reparto lunghi fornisce pochissimo sostegno al centrone americano: Gudaitis paga pegno ai tanti impegni ravvicinati, boccheggiante e con pochissima presenza a rimbalzo.
Paul Biligha compie un deciso passo indietro rispetto alla serata da protagonista di Tel Aviv: la strigliata prolungata presa da Messina a inizio terzo quarto è il punto più basso di una partita piena di amnesie. Maturità vuol dire non vivere più sulle montagne russe che hanno caratterizzato il suo ultimo anno e mezzo. Può farcela.
Burns si accende subito, impattando bene sulla partita con due rimbalzi offensivi, ma si spegne altrettanto presto. Gli applausi affettuosi riservati dal suo ex pubblico gli avranno fatto piacere, ma forse anche rilassare troppo, per fare una battuta.
Se si cerca qualcos’altro di positivo non si fa fatica a volgere lo sguardo in direzione di Keifer Sykes. In assenza di Sergio Rodriguez, resta 31 minuti in campo: non sara’ mai un ingegnere del gioco, ma si assume numerose responsabilità senza timori reverenziali nei confronti di nessuno, che non è poco in un periodo in cui Milano rischia spesso di “morire con la palla in mano”
Sprazzi del Nemanja Nedovic che conosciamo, aumenta il suo minutaggio e non può che essere un buon segno, ma è anche motivo di perdita di lucidità sul finale limitatamente a stasera.
Ancora una partita troppo a corrente alternata per Michael Roll, chirurgico nel suo primo ingresso sul parquet tanto quanto evanescente nella ripresa. Da capire i motivi.
Vladimir Micov a tratti provvidenziale nella metà campo offensiva, ma anche tassa imponente dietro in un momento di scarsa vitalita’ generale della squadra. Questione di equilibri, a quanto pare rompicapo sempre più complicato per lo staff tecnico meneghino.
Andrea Cinciarini non si prende la luce dei riflettori, ma è sul parquet nei momenti migliori milanesi e qualcosa vuol pur dire mentre Amedeo Della Valle sta ancora rincorrendo una condizione fisica competitiva.
Altra settimana in viaggio per l`Olimpia: venerdì alla Ulker Sports Arena di Istanbul contro il Fenerbahce, domenica a Trieste. Il margine di errore si assottiglia sempre di più.
Francesco Sacco
@sacco94