Bologna, 29 dicembre 2019 – Brutta, bruttissima sconfitta per un Olimpia troppo molle e sconclusionata per essere vera. Ovviamente, dopo aver giocato a 3.000 km di distanza giovedì sera ed aver affrontato prima un lunghissimo viaggio di ritorno venerdì e poi un molto più breve viaggio verso la Virtus Arena sabato, non si poteva pretendere che il livello di energia fosse al massimo.
Comunque sia, credo di non dire una bestialità se scrivo che una squadra con un roster come quello di Milano non possa offrire prestazioni così deficitarie. In primis sul lato mentale/nervoso rispetto a quello tecnico.
Non è accettabile ad esempio una transizione difensiva così scadente: a questo livello se lasci che gli avversari segnino tanti canestri in facili terzi tempi o con schiacciate volanti non può che finire come poi è finita.
Con una squadra che si è gasata e che ha continuato per tutti i 40 minuti a difendere forte contro l’altra che si è spenta come una candela e che ha sempre faticato per trovare ogni singolo punto, non capendoci veramente nulla e andando a sbattere contro il bel muro difensivo messo a punto dall‘ex play della Recoaro Milano.
Un altro alibi è rappresentato dall’assenza di Nedovic, ormai il suo stato fisico sta diventando una barzelletta, e dal mancato esordio di Sykes a causa degli uffici Fip e Lega chiusi fino al 2 gennaio (questa invece è già una barzelletta, provate a chiedere a qualche dirigente dalla ACB spagnola e non potrete che ottenere una risata di scherno….).
Non cadiamo però nell’errore di pensare che basterebbe avere la squadra al completo o che basti tagliare quello e ingaggiare quell’altro. Qui c’è un problema di fondo a mio avviso: la squadra ha una condizione che non è compatibile con il vincere delle partite a qualsiasi livello (abbiamo presente la fatica fatta contro Pesaro?).
Per condizione intendo più quella mentale che quella fisico-atletica che in più sconta la mancanza atavica di atletismo. Vedo poca gente aggressiva, vedo troppi rimbalzi concessi, vedo pochi aiuti quando il compagno sbaglia, insomma l’idea e l’impressione è di non coesione.
Poi viene tutto il resto: reparto esterni decimato da un Mack separato in casa e con la valigia in mano; da un Nedovic che passa più tempo ai box di Binotto e Toto Wolff messi assieme; di un Cinciarini che nonostante questo viene utilizzato poco e male; di un Roll che è e rimane un comprimario e come tale poco può fare per far cambiare direzione alla barca in alto mare in tempesta.
Della Valle e Moraschini continuano la loro stagione fatti di alti e bassi; Burns e Biligha vedono il campo con il contagocce anche quando impattano bene; Scola va a sprazzi come è logico che sia data l’età.
Tarczewski e Gudaitis stanno soffrendo questa situazione: in difesa devono sempre chiudere su tutti e poi fanno brutta figura a rimbalzo. In più il lituano ancora è lontano parente del pivot che dominava in Europa 12 mesi fa.
Quindi il peso offensivo continua a gravare su Rodriguez e Micov, le altre squadre lo sanno e i loro miracoli, quando avvengono, non sono più sufficienti. Il primo a mio avviso sta tirando troppo: 13 tiri in 27 minuti contro ad esempio i 6 di Gudaitis o i 4 di Roll dicono che c’e’ da lavorare sul bilanciamento in attacco.
Il secondo invece dà l’impressione di avere una zavorra di 30 kg sulle caviglie: gioca da fermo e forse è arrivato il momento in cui non bisognerebbe lasciarsi impressionare dalle giocate di pura tecnica che dispensa ma avere una visione più globale.
Quanto il buon Vlado è produttivo per la squadra e quanto quest’ultima si può permettere un suo utilizzo perennemente oltre i 25 minuti? Personalmente la mia risposta la scrissi già ad agosto qui (peraltro caldeggiavo già allora l’arrivo del buon Keifer..). Fatemi sapere se siete d’accordo o meno con la mia visione.
Lascio per ultimo coach Messina: ad oggi la sua stagione, la sua organizzazione e il suo uso delle risorse umane non è troppo dissimile da quello tanto criticato (giustamente, eh) del suo predecessore.
Io continuo a non capire la gestione di Mack e White, di Burns e Biligha, del sovrautilizzo dei senatori e del sottoutilizzo del gruppo italico. Continuo a non capire le mancate correzioni in corsa quando proprio Ettore si è sempre distinto per una strabiliante capacità di reagire alle mosse avversarie. Come se l’avventura NBA lo abbia cloroformizzato.
In più continuo a ripeterlo: il modello gestionale per cui i vari Rodriguez , Micov e Scola debbano giocare anche in campionato 20 minuti almeno non paga, perché loro sono stanchi e gli italiani non incidono da mere riserve.
Si dovrebbe avere il coraggio di ribaltare in Italia gerarchie e ruoli, facendo diventare protagonisti SEMPRE i vari Cinciarini, Della Valle, Burns, Biligha supportati dai giovani lunghi e da Sykes e relegando a pochissimi minuti di gregariato gli ultra trentenni in squadra.
Solo così si potrà far reinnamorare questa squadra dal pubblico milanese, altro problema di queste stagioni dallo scetticismo imperante sulle tribune (e sui social…) nonostante le fanfare di fine estate.
E adesso arriva lo Zenit, ultima in classifica, che viene a Milano senza nulla da perdere e che si scontrerà contro una squadra impaurita con tutto da perdere. Occhio……..
Cristiano Garbin
@garbo75