Antipasto di playoff al Taliercio di Venezia. Sembra incoerente dirlo, alla luce dei 4 punti di distacco della Reyer da quel ottavo posto che vuol dire biglietto per Pesaro, in occasione della prossima Final Eight di Coppa Italia a Febbraio.
Tuttavia, gli orogranata hanno dimostrato finora di essere una squadra più che ostica tra le mura amiche e la sfida odierna non ha rappresentato eccezione, sebbene gli errori individuali siano stati troppi, da ambo le parti.
I minuti finali ci hanno regalato una sfida da giocatori alpha: Austin Daye e Mitchell Watt da una parte, Sergio Rodriguez e Vladimir Micov dalla sponda biancorossa si sono lanciati ufficialmente il guanto di sfida, a suon di canestri da urlo. Se ci saranno altri capitoli da scrivere lo sapremo in primavera.
Alla ultima chiamata ha avuto ragione Milano, che conferma il suo secondo posto e ritrova il sorriso dopo il nuovo tonfo europeo di venerdì, ma che conferma tutte le criticità emerse nelle ultime settimane. Significativo, però, avere il guizzo vincente in un momento di grande pressione.
L`Olimpia fatica ancora eccessivamente a coinvolgere i propri lunghi in maniera proficua: se si eccettua la capacità di Scola di costruirsi tiri in autonomia, i biancorossi non hanno mostrato alternative credibili a un alley-oop sopra al ferro per Kaleb Tarczewski dal pick and roll.
Ormai praticamente tutte le squadre hanno capito che è sufficiente una buona transizione difensiva e riempire l`area per vedere aumentate esponenzialmente le proprie chances di successo. Va da sé che la percentuale dal perimetro diventa la chiave principale, azzerderei quasi unica, sui destini delle partite della Ax Armani Exchange. Il 43,5% è stata soglia decisiva.
Limiti strutturali ai quali aggiungere una ulteriore criticità emersa nelle ultime partite, ovvero la scarsa tenuta dell`1vs1 sugli esterni avversari, che hanno gioco facile nel colpire Milano nel cuore della sua difesa. “Fortuna” vuole che Venezia non disponga più di un certo Marquez Haynes e che, quindi, gli orogranata si limitino a qualche scorribanda di Filloy e De Nicolao nel primo tempo.
La squadra di coach Walter De Raffaele, però, ha in Mitchell Watt un totem con pochi eguali nel campionato e, quando l`organizzazione di squadra latita e la pressione difensiva avversaria sale, due parafulmini come Daye e Bramos a togliere le cosiddette castagne dal fuoco, nonché una solidità difensiva che costringe gli avversari agli effetti speciali per passare in laguna, non a caso inviolata fino a stasera, qualità riconosciuta e apprezzata dal coach dei padroni di casa in sala stampa
Manca continuità alla Reyer per tornare quella pretendente allo scudetto unanimemente riconosciuta e rispettata. La struttura c`è ed è di qualità, magari manca un innesto nel reparto esterni, che poi potrebbe essere quel Andrew Goudelock che, però, ancora non ha debuttato mentre il girone di andata segna solo 4 partite da giocare, come i punti da recuperare sulla ottava posizione e un obiettivo stagionale che rischia di sfuggire troppo presto.
Continuità che manca anche alla squadra di Ettore Messina. Dei problemi abbiamo già parlato, allora concentriamoci sulle virtù di una Milano che, soprattutto nel terzo quarto, ha espresso grande eneregia negli aiuti e nelle rotazioni difensive, costringendo i padroni di casa a realizzare solamente 13 punti con uno 0/7 da tre punti, 4 perse, 3 soli assist e 2 tiri liberi tentati.
Frammenti dell`Olimpia di inizio stagione, da rimettere insieme con un paziente lavoro in palestra, non facile considerando il calendario che propone più ore di viaggi rispetto agli allenamenti, oltre alla pressione che classifiche e aspettative della piazza che inevitabilmente si pone su giocatori comunque più o meno preparati a sopportarla.
Dei Rodriguez e Micov tutto si è detto e non vi è dubbio alcuno, più importante la risposta di un giocatore come Micheal Roll, che può essere quel giocatore in grado di produrre strappi determinanti sulle partite e che Milano non sempre è stata in grado di mettere in ritmo.
Il tutto in attesa che la componente indigena del roster fornisca risposte diverse e omogenee. Per un Cinciarini che ritrova finalmente il parquet e si batte da capitano, un Della Valle offre una prova di incertezze che non sono sostenibili per un giocatore che ha un compito chiaro: entrare dalla panchina e prendere tiri, con la qualità necessaria a segnarli.
Per Milano è ancora tempo di salire sull`aereo, direzione Madrid, prima tappa di un doppio turno di Eurolega che proporrà anche uno scontro diretto cruciale con Valencia, altra squadra senza particolari endorsement, ma in salute. Una potenziale trappola insomma, così come lo è stata Villeurbanne venerdì.
Francesco Sacco
@sacco94