Successo prestigiosissimo e meritato per la Pompea Fortitudo Bologna tra le mura amiche del Paladozza, tutto esaurito da giorni per la grande sfida all`Olimpia Milano di un Ettore Messina avversario di tante battaglie, spesso vinte dal coach ex Virtus, per cui il 85-80 a tabellone ha il gusto ulteriormente dolce della rivincita.
Torna al successo dopo due sconfitte consecutive la squadra allenata da Antimo Martino, recentemente insignito del Premio Reverberi per la splendida cavalcata-promozione della stagione appena trascorsa. Vittoria che mancava dal 27 Ottobre contro Pistoia. Raggiunge proprio Milano a quota 10 punti in classifica, in piena zona playoff.
Cade di nuovo in trasferta Milano, come aveva fatto a Cremona poco meno di un mese fa, dando ancora una volta l`impressione di non riuscire a distribuire al meglio il dispendio energetico tra Eurolega e Campionato, scoprendosi disarmata al cospetto della contender di turno, che parte a razzo dopo una settimana piena di preparazione alla partita della stagione.
Coach Ettore Messina sceglie di escludere Shelvin Mack e Aaron White per turnover, dopo la serataccia di entrambi in quel di Mosca, e parte con Moraschini in quintetto, insieme ai “soliti” Rodriguez, Micov, Brooks e Tarczewski, ma fin da subito ci si accorge che i leoni delle notti infrasettimanali sembrano dei gattini che fanno le fusa a un avversario che ha molte più energie per imporre ritmo e canovaccio tattico alla partita.
Milano muove poco e male il pallone in attacco nei primi due quarti, producendo palle perse che favoriscono il contropiede casalingo oppure, nella migliore delle ipotesi, conclusioni forzate che hanno poche chances di riuscita, spesso dal perimetro peraltro, il che non fa altro che premiare la zona match-up dei padroni di casa, facilitati nel compito di seguire i portatori di palla milanesi.
Chiaramente, non riuscendo ad aprire la scatola, gli ospiti si ritrovano ad attaccare in emergenza una Fortitudo perfettamente in grado di riempire l`area, impedendo i rifornimenti ai lunghi biancorossi in post basso, ad eccezione di due occasioni nelle quali Luis Scola, al primo ingresso sul parquet dalla panchina, trova i suoi canestri abituali.
A lungo, l`attacco milanese è limitato alla presenza di un Jeff Brooks in versione cecchino dal perimetro e solo ad avere la forza di attaccare con energia il ferro. Tuttavia, non riesce a calarsi completamente nella parte del go to guy, non ha quella predisposizione mentale, per cui Milano non trova quella continuità necessaria a rimanere attaccata nel punteggio.
Bologna sposta il pallone velocemente sui due lati del campo, alterna perfettamente gioco interno ed esterno, guidata da un ritrovato Matteo Fantinelli, e fa pagare a Milano ogni ritardo sulle rotazioni difensive, grazie ai canestri di Pietro Aradori e di un Kassius Robertson assolutamente infuocato dopo i primi 5 errori al tiro.
Merita un capitolo a parte la prestazione di Henry Sims: dopo il tragicomico infortunio di inizio stagione, è tornato il totem sul quale Pavan e Carraretto confidavano grandi speranze in estate. Il suo è un dominio totale nelle due aree: doppia-doppia da 17 punti e rimbalzi in 23 minuti, condita dal 25 di valutazione. La sua presenza è condizionante.
Uno sforzo ingente quello dei biancoblu, che inevitabilmente si sconta prima o poi, alla luce delle rotazioni abbastanza corte. Dopo 25 minuti in cui la partita era ampiamente in loro controllo, ecco che un pizzico di stanchezza inizia a fare capolino, la lucidità cala e gli errori aumentano.
La differenza di energia tra le due squadre si assottiglia e Milano riemerge. Nemanja Nedovic si fa portatore di una reazione tutta orgoglio misto a frustrazione che riporta gli ospiti dal massimo svantaggio di 21 punti al 61-51 al 30′, con una raffica che proseguirà anche nel quarto periodo.
Milano inizia a far valere la sua maggiore fisicità, raddoppia e forza i turnovers dei padroni di casa. Trova in Micheal Roll un altro terminale per tentare di chiudere il gap, prima che Henry Sims riportasse ossigeno a una Fortitudo che si ritrova quasi a perdere il pallone sul +4, a pochi secondi dalla fine e a pochi secondi dal termine, ma che alla fine riesce a completare la missione e a riportare molto in alto l`orgoglio fortitudino.
Gli ospiti, invece, si ritrovano a riflettere sull`ennesimo passo indietro della sua campagna italica e sulla sparizione di tanti, troppi giocatori, anche coloro che non ti aspetti come Sergio Rodriguez, protagonista di un pomeriggio da dimenticare. Quello visto al Paladozza non è il campione in carica della Eurolega, ma il cugino che palleggia troppo, sbaglia scelte e tiri, rendendo più visibili del solito le sue mancanze difensive.
Seconda prestazione inusualmente timida da parte di Vladimir Micov: se abitualmente è il giocatore cui Milano si appoggia nei momenti difficili, come a Mosca sembra quasi nascondersi, disinteressato alla contesa. Per lui e lo spagnolo, però, pare più il chiaro segnale della spia della riserva che si accende ed è per questo che Messina spera in un contributo realmente incidente da Mack e White, nonché dagli italiani, anche stasera deludenti nel complesso.
Moraschini produce il secondo flop consecutivo dopo Pistoia e continua a peccare gravemente di discontinuita’, mettendo Messina in una posizione difficile in vista del doppio turno settimanale di Eurolega, Burns fa troppo poco per uscire da una condizione di marginalità ormai conclamata, Biligha soffre la fisicità di Sims e colleziona più falli che canestri mentre Cinciarini inizia con un bel arresto e tiro dalla media, ma prosegue sconfitto nel 1vs1 con Fantinelli.
Lezioni come quelle di stasera possono essere salutari se suonano come una chiamata alle armi per tutti, perché una squadra matura non ha bisogno di troppi schiaffi per trovare la direzione giusta. 4 in 9 partite iniziano a essere tanti.
Parlando in sala stampa di Final Eight di Coppa Italia in pericolo, Ettore Messina mette in allarme l`ambiente milanese, ma pone il gruppo di fronte alle proprie responsabilità da maestro esperto, conscio anche di avere a disposizione un gruppo che ha si dei limiti e molti aspetti del gioco da migliorare, ma che ha anche dimostrato di valere tanto, ben più di quanto testimoniato dalla classifica.
Allora, in quest`ottica, Maccabi Tel Aviv, Anadolu Efes Istanbul e Banco di Sardegna Sassari, con la spinta del pubblico del Mediolanum Forum di Assago, devono rappresentare il più grande stimolo possibile e non dei grandi spauracchi.
Photo: Fortitudo Pallacanestro Bologna 103
Francesco Sacco