Che Polonia – Russia, 79 a 74, sarebbe sta una partita vera e con esito incerto c’era da aspettarselo vista la prima fase: senza sconfitte per la Polonia con una battuta d’arresto per la Russia, ma con la rivalità storica tra le due nazioni a rendere equilibrato il pronostico.
E così è stato. La partenza forte della squadra di Bazarevich nel primo quarto con i tiri da fuori di Kulagin è stata rintuzzata dalle penetrazioni dei polacchi con Pontika a suonare la carica. La Russia ha insistito a tirare da tre – male, la Polonia a buttarsi dentro per sfidare i lunghi avversari. Pur senza eccellere nella precisione la squadra russa ha avuto un vantaggio per trenta minuti sulla gara perchè da due ha comunque tirato meglio ma quello che l’ha condannata alla fine sono stati i tiri liberi subiti: 38. E che i polacchi hanno segnato con una precisione impressionante: 35 su 38 che fa il 92%. E con soli 27 falli il che vuol dire praticamente che ogni fallo commesso dai russi ha mandato in lunetta gli avversari. O quasi. Di contro la Polonia ha commesso 21 falli ma i russi ne hanno tratto solo 19 liberi (di cui 13 mandati a segno)
La gara si è risolta nel quarto periodo quando in un minuto Koszarek da 3 e Cel hanno agguantato la parità a quota 58. Da quel momento la Polonia ha cercato l’allungo decisivo che è arrivato solo a 3’10” dalla fine con due liberi (ovviamente”) di Sokolowski per il 69 a 67 perché da allora la Russia non è più riuscita a pareggiare come aveva fatto in precedenza. Nel quarto periodo 10 su 11 dalla linea della carità per i ragazzi di Waczynski e compagni (18 punti e 9/10 dalla lunetta) con Pontika a 14 e 9/9 ai liberi e Kulig a 10 con 8/9 ai liberi e 7 rimbalzi. Per la Russia Kulagin 21 con 5 su 12 da3; Vorontsevich 11 con 8 rimbalzi e qui c’è il tabellino
Serbia-Porto Rico poteva essere utile utile per valutare la nostra prossima avversaria, dell’Italia, ma il 90 a 47 e soprattutto il modo in cui è maturato, senza contestazione alcuna cioè, non permette nessun giudizio sulla squadra centroamericana che onestamente è stata poca cosa. Certo la Serbia di oggi appiattisce tutto e tutti quindi non è un termine di paragone così si può dar conto giusto degli 11 punti di David Huertas e di un paio di buone cose di Isaiah Pinero, un’ala di 201 centimetri di 24 anni che ha talento. Per il resto la solita macchina da canestro e da difesa della Serbia nella quale la notizia vera sono i soli 5 punti di Bogdanovic – come si vede dal tabellino – ed i 16 di Marjanovic alcuni dei quali da pianista autentico.
https://youtu.be/bg_uKNUzbrM
Lo stesso discorso si può fare per Argentina -Venezuela vinta agevolmente dalla squadra dell’eterno Scola per 87 a 67 nonostante un parziale rientro dei venezuelani negli ultimi due quarti. La partenza dei ragazzi di coach Hernandez però è stata così buona che dopo due quarti il punteggio era fissato sul 38 a 25 ma soprattutto non c’era niente che facesse pensare ad un possibile rientro degli avversari. Così la squadra di Gabriel Deck, 25 punti, si è rilassata ed ha giocato col pilota automatico i rimanenti due quarti consolidando le sue chance di accedere ai quarti di finale come ci si attendeva da prima dell’inizio del Mondiale. Detto di Deck e di Scola a quota 15 e del 27 su 29 dalla lunetta per gli argentini, il tabellino evidenzia solo i 19 punti di Carrera per il Venezuela e poco altro.