No il punteggio finale di gara5 tra Vanoli Cremona ed Umana Reyer Venezia, 69-79, non dice tutto quello che si è visto in campo. Certamente dice che la squadra veneta torna in finale scudetto – contro il Banco di Sardegna Dinamo Sassari questa volta – per la seconda volta nella sua storia, ma non dice che lo fa con ampio merito grazie ad una rosa dal talento medio enorme che ha messo subito le cose in chiaro, scavato nei primi 15 minuti della gara il solco sul quale ha costruito la vittoria, resistito ai deboli in verità tentativi di Cremona di rientro e poi controllato.
Michael Bramos con 11 punti in meno di 5 minuti del primo quarto ha spaccato subito la contesa, poi Austin Daye ha proseguito l’opera prima che Tonut e poi Vidmar puntellassero il vantaggio della Reyer arrivato anche a più 23. Di contro per Cremona è stata una serata da incubo al tiro da 3 – 4 su 25 – nella quale la sua punta di diamante, Andrew Crawford ha brillato per assenza ancora una volta come in tutta la serie con i lagunari. Merito di una difesa, quella avversaria e nello specifico di Julian Stone, che gli ha tolto i rifornimenti, gli appoggi giusti e gli spazi per muoversi. Il basket è uno sport di squadra nel quale però un singolo può esaltare gli altri come è successo alla Vanoli per tutto il campionato. Quando meccanismo non si accende diventa difficile; se poi a questo si aggiungono le pessime condizioni fisiche di Travis Diener ecco spiegata la stanchezza visibile e la poca produttività offensiva della squadra di coach Sacchetti che pure non ha lasciato nulla di intentato rientrando a meno 7 ad 1minuto e 24″ sul 69 a 76. Qui Bramos ha messo una tripla dal garage del PalaRadi ed il pubblico si è alzato in piedi ad applaudire la sua squadra ovviamente che ha giocato una stagione meravigliosa ma anche la Reyer che per una volta ha limitato al minimo i suoi momenti di black out ed ha portato giustamente a casa il risultato.