Ok, è finita. Nessun dramma, in fin dei conti ce lo aspettavamo. Abbiamo sognato ad occhi aperti specie dopo la bella prova vs la Finlandia, abbiamo pensato che la speranza avesse la meglio sul pronostico che vedeva l’Italia comunque sfavorita vs la Serbia ma non è bastato. Però non siamo tramortiti come due anni fa a Lione o, peggio, come l’anno scorso a Torino (tramortiti non rende forse neanche l’idea..). Sapevamo cioè che questa Nazionale 2017 ad Eurobasket costruita dal quel grande allenatore che è Ettore Messina, Nazionale che ha giocato nel corso della manifestazione tra Israele e Turchia anche dei periodi di gioco esaltanti e tutto sommato gare più che decenti viste le premesse di partenza, fosse dotata di certe caratteristiche e che avrebbe trovato ieri sera contro i serbi delle indubbie difficoltà molto difficili da superare ma che se la sarebbe giocata, a viso aperto e con tigna.
La Nazionale Serba è stata invece non forte ma molto più forte di quello che potevamo pensare ma di questo ne parleremo dopo. Quindi, nessun dramma, certo, il popolo della pallacanestro è un popolo che sa riconoscere le differenze tecniche in campo e sa riconoscere sportivamente chi merita o no….Anche se perdere fa sempre male!!
Infatti nessuno che ami veramente la Maglia Azzurra può essere contento oggi di una batosta così pesante vs i Plavi, visto poi lo scarto così ampio nel punteggio che forse, e ribadisco forse, erano in pochi ad aspettarselo (chi vi scrive in primis, e mi scuso con chi invece oggi dice “Io l’avevo detto”), come anche il divario assurdo a certi livelli tra rimbalzi o punti segnati in area tra le due squadre. Nessuno che ami la Maglia Azzurra pensava che di fatto la gara durasse così poco agonisticamente parlando, appena tre periodi di gara (ad essere benevoli), il quarto di finale più disequilibrato della Manifestazione in parole povere. Si pensava che si sarebbe dato battaglia agli acerrimi rivali d’oltre Adriatico almeno sino agli ultimi possessi, invece li abbiamo prima un pò spaventati, poi subiti, infine ammirati nel loro modo di approcciare la gara e, soprattutto, d’eseguire il playbook disegnato da Sasha Djordjevic…A proposito, quale altro allenatore serbo potrebbe essere così bravo quanto lui in questo ruolo?
Pertanto, restando fedele al canovaccio di questa lunga e caldissima estate azzurra, durante la quale abbiamo seguito giorno dopo, gara dopo gara l’evoluzione del team Italia, proverò a trascrivere alcuni pensieri in libertà elecando, a mio sindacabilissimo parere, alcuni argomenti emersi in maniera evidente dopo la debacle di ieri sera.
- Che il Movimento in Italia sia in crisi appare solare come l’acqua riesca a dissetare. Chi scrive od afferma il contrario mente sapendo di mentire. Inutile perciò attendere il risultato di questo Europeo, comunque in linea con in pronostici minimi della vigilia, per sancire che manchiamo da tempo immemore di un playmaker e di un pivot serio ad esempio, senza nulla togliere a Dani Hackett & Co., autori di una prova globale assolutamente ammirevole per dedizione, negativa per quanto concerne la capacità di essere lucidi ieri ed in altri frangenti del torneo nei momenti di crisi. Assente o quasi la “capacità di soffrire” citata da Ettore Messina in un time-out con l’audio rubato dalla diretta, quando stava per montare l’ondata serba che ci avrebbe poi travolto. Questo perchè i nostri uomini, anche quelli di punta, hanno dei limiti anche caratteriali oltre che tecnici. E questi limiti li puoi attenuare se vinci. Non è un caso infatti che i più positivi o se volete i più “freddi”, pur sempre nella complessità del Team, siano stati i “vincenti” in Coppa e Campionato di questa stagione come Capitan Datome, Nick Melli ed Ariel Filloy. Su Marco Belinelli faremo un discorso a parte. Dani Hackett bene ma non benissimo, Dani Boy non è un playmaker puro e la stagione di fermo in Grecia ha pesato certamente sul suo rendimento ma in futuro ancora può dare parecchio, logico.
- Il Beli è un signor giocatore. Anzi, è diventato un giocatore di affidabilità quasi certa in determinate circostanze, lo ricordate come mal-giocava negli scorsi anni in Maglia Azzurra? Ha sempre tirato bene, certo, adesso è un giocatore di caratura elevata che segna e fa segnare ma, come un certo Toni Kukoc disse anni fa proprio dopo l’esordio perso in modo assurdo contro la sua Croazia in Francia (da +18), nell’ultimo Europeo vinto nel ’99, “…Io ho visto solo Michael Jordan vincere le gare 1 vs tutti, non certo Carlton Myers!”. Chiaro? Senza mancare comunque di rispetto al Grande Carlton, aldilà poi del fatto che alla fine poi vincemmo noi l’Europe e Toni se ne tornò a casa con le pive nel sacco, Il Beli non può far tutto. Non lo farà mai. Può essere uno straordinario uomo di punta a patto che il resto funzioni, altrimenti non vagherebbe (bravo lui comunque, sia chiaro), nel dorato mondo dell’NBA anno dopo anno, cambiando franchigia come noi i calzini. Chiaro?
- Coach Ettore Messina è stato realmente un valore aggiunto. Qualora non si fosse capito sino in fondo, l’Ettore Nazionale è ad oggi uno dei migliori coaches in circolazione. Quindi tanto di cappello alla Fip per averlo portato di nuovo sulla panchina Azzurra. Solo che personalmente non ho compreso il poco spazio dato a Christian Burns a questi europei, e non solo perchè ieri sera sembrava quello meno “intimorito” al cospetto dei serbi. Ha senso, caro Ettore (e cara Fip), portare in Nazionale uno come Burns oppure rinunciare ad un passaportato (indegna schifezza che andrebbe abolita, proprio dimostra la Serbia, ma se la regola c’è…), per poi farlo giocare con il contagocce o per niente quando l’obiettivo è vincere?
- Sull’assenza pesantissima di Danilo Gallinari mi sono esperesso sia “a caldo” che nei giorni successivi. Il Gallo è mancato a questa squadra come le piogge ai campi estivi in questi lunghi, caldissimi mesi. Ok, ha chiesto scusa, per l’amore del cielo va bene così, tutti sbagliamo e va bene ma sarebbe meglio considerare la sua esperienza con la Maglia Azzurra conclusa. Un gesto sconsiderato e sciocco come quello deve sì essere perdonato ma denota qualcosa di realmente inconciliabile tra l’anima di Gallinari ed una squadra Nazionale che mai come quest’anno avrebbe avuto bisogno di lui. E se lui non l’ha “capita”…
- Applausi sinceri a Paul Biligha e Marco Cusin. Ci han messo tutto: fisico, testa, cuore e forse son anche andati aldilà delle loro aspettative, toccando rarissimi palloni e guardando il ferro poco poco poco. Purtroppo non sono ancora dei centri dominanti ma ci han dato dentro che è stato un piacere e, potrei anche sbagliarmi, se il futuro giocatore della Reyer continuerà ad essere umile, per i prossimi anni abbiamo un giocatore di discreto livello europeo.
- Sull’assenza di Ale Gentile non scrivo nulla. Avrebbe fatto comodo, certamente, un attaccante come lui ma per primo il ragazzo deve rimettere a posto un pò di parametri, lo vedremo questo inverno durante le qualificazioni per i Mondiali in Cina del 2019? Speriamo di sì ma sperando che abbia lo spirito giusto.
- Dopo aver visto ieri sera la dimostrazione di gioco, di testa e di forza dei rincalzi della Serbia, eccezion fatta per Mister Bogdanovic e Mister Marjianovic, pregasi rileggere con attenzione il punto 1., vero Presidente Petrucci? Soprattutto quando ad oggi ci tocca, repetita juvant, ricordare che questa estate le rappresentative giovanili italiane hanno fatto globalmente bene come risultati, pur se con vistosi e clamorosi alti e bassi (molto bene l’U19M al Mondiale, ad un passo dalla disastrosa retrocessione nella fascia B l’U20M agli Europei di categoria), mettendo però a segno la misera media di 65 p.ti all’attivo. Il basket non è come il calcio uno sport “opinabile”. Il basket è fatto di numeri, si nutre di numeri quindi tendente alla meritocrazia e se non si riesce mediamente a superare la fatidica soglia dei 70 punti, vuol dire che più di qualcosa non va nel come questi ragazzie e ragazze sono allenati e cresciuti. Ora, se non insegnamo ai ragazzi ed alle giovani ragazze italiane come far canestro, primo passo essenziale per formare dei giocatori “vincenti” come Bogdanovic, è complicato poi ambire ai risultati continentali, vero? Ed allora, perchè non finanziare i settori giovanili attraverso un compenso agli istruttori, accuratamente istruiti presso le sezioni regionali, dando quindi un senso a questa giungla di “scuole” basket in cui il fine primario di chi le organizza è il lucro e non la qualità dei giocatori/rici prodotti/e? Ah, chi lo scrive è un liberista convinto, non uno statalista della peggior risma.
Bene, è tutto, forse. Ah, dimenticavo. Un rammarico c’è, è che rivedere una manifestazione così bella ed affascinante come queste competizioni internazionali dovremo attendere il 2019. Dovremmo arrivarci durante le gare di qualificazione e senza gli NBA’rs e chi disputerà le Coppe e ce la vedremo vs Olanda e Croazia come avversari di un certo peso specifico e non sarà per niente facile. Anzi.
Comunque sia, sempre e solo FORZA AZZURRI!!
Fabrizio Noto/FRED