Ben prima di parlare della partita con la Francia, 88 a 63 il risultato a favore dei Blues – seconda sconfitta su sette partite di preparazione agli Europei – dovremmo metterci d’accordo su una cosa: queste gare pre torneo contano o no? Danno davvero la cifra di come sta una squadra o meno?
Vanno considerate solo quando si vince e quando si perde vanno frettolosamente archiviate come “una brutta battuta d’arresto” come recitava la prima riga del comunicato della Fip dopo il ventello rimediato contro il Belgio? “Tolosa. Brutta battuta d’arresto per l’Italia, che nella seconda giornata del torneo di Tolosa perde contro il Belgio col punteggio di 80-60. Una serata storta…” Un’affermazione tendente a sminuire in fondo la sconfitta, smentita in modo clamorosa dalla faccia di Ettore Messina mentre usciva dal campo e dalle dichiarazioni dello stesso CT .

Ettore Messina dopo Italia-Belgio torneo di Tolosa
“Abbiamo giocato una partita mediocre, povera di energie mentali e fisiche meritando di perdere. Ci sta dopo sei partite vinte ma questo non può essere accettabile né giustificato. Non eravamo fenomeni dopo la vittoria contro la Turchia e non siamo un disastro dopo aver perso contro il Belgio, squadra che in preparazione ha battuto anche la Spagna. Ora dobbiamo prepararci alla gara contro la Francia, un test durissimo”.
Tanto duro che dopo i primi due quarti giocati sostanzialmente alla pari, 47 a 41 per loro, i nostri si sono liquefatti, arginandosi sulla fatidica soglia dei 60 punti (certo certo 63…) e subendone ancora una volta 80. Ehm…ehm…no…sono 88, parenti strettissimi dei 90… Umorismo facile a parte, c’è qualcosa di troppo che non va in questa squadra che è sparita in due seconde parti di gara e non ci possono essere scuse di stanchezza mentale e fisica che tengano perché gli altri si stanno allenando come noi e stanno giocando più o meno lo stesso numero di partite. Basta cazzate. E scusate veramente il termine.
Forse bisogna cominciare a ragionare sulla qualità di una squadra che ha davvero poco da mettere in campo salvo pochissimi elementi collaudati ad alto livello: Belinelli, Datome, Melli. Ma dei tre l’unico che può garantire punti sostanziali, importanti, è il primo perché Datome può mettere quelli magari decisivi e difendere come si deve ma non è mai stato uno da 20 punti, e Melli ancor di meno, anche se con lui sotto canestro c’è più copertura e qualche rimbalzo in più. Ma ognuno di loro nel proprio ruolo e compito è da solo, senza assistenza di alcun tipo, dunque la negazione del concetto di squadra.
Ed allora? Io sono un tifoso di Ettore Messina, nonostante non ami in modo sperticato il suo modo di giocare. Sono un suo tifoso perché la serietà dell’uomo e del professionista in questi anni mi hanno fatto vedere cose importanti dovunque abbia allenato, dunque ho ancora molta fiducia nel suo lavoro. Ma è arrivato il momento nel quale proprio lui ed il suo qualificato staff, tirino fuori il classico coniglio dal cilindro perché a prescindere dalle vittorie o dalle sconfitte, questa Nazionale gioca male e non ce la fa fisicamente.
Lo confermano le parole del coach dopo la scoppola con la Francia:
“Abbiamo disputato un buon primo tempo e potevamo anche condurre senza i falli che hanno mandato troppe volte in lunetta i nostri avversari. Nel secondo tempo la Francia ha alzato il livello fisico in difesa e questo ci ha creato difficoltà nel prenderci tiri aperti e nel difendere con coesione. Chiudiamo questo torneo con due battute di arresto che ci mettono di fronte a problemi crescenti ma è un passo che dobbiamo compiere se vogliamo rafforzarci in vista dell’imminente Europeo”.
Sorvolo sulla questione arbitrale che nella comunicazione della nostra Nazionale è una tragicomica caduta di stile peggio dei nostri politici che anche quando prendono l’1,08 alle elezioni cantano vittoria…Ma il resto delle dichiarazioni di Messina racconta una verità che è sotto gli occhi di tutti: siamo piccoli in uno sport di gente grande e grossa.
Ecco perché se la squadra voluta dallo staff tecnico azzurro vuole correre e giocare in contropiede, lo stesso staff deve risolvere – il coniglio dal cilindro – un problemino: come si fa a correre se non prendiamo quella cosa a spicchi che si chiama palla perché non controlliamo i rimbalzi e quindi il ritmo delle partite? Fiduciosi attendiamo risposte.
A questo link il comunicato della Fip con racconto della partita e tabellino.
Eduardo Lubrano