Serbia – Islanda 93 – 64
La Serbia si conferma in testa al girone maramaldeggiando a piacimento a scapito della malcapitata Islanda; lo fa con una prestazione superba in cui mette a nudo tutta la differenza che c’è tra una volenterosa e dignitosa squadra da europeo ed una corazzata candidata al gradino più alto del podio. Eppure Teodosic e truppa, nel primo tempo, viaggiano col freno a mano tirato, contenuti dall’aggressività e dall’atletismo dei nordici (24-16 al 10′). La Serbia fa valere una invidiabile selezione dei tiri e mantiene alte percentuali, ma non riesce ad imprimere il break decisivo a causa delle innumerevoli palle perse e delle seconde chance concesse (42-32 al 20′). Lo strappo, però, è nell’aria e si materializza nel terzo parziale, quando Kuzmic e Raduljica riescono ad imporre la propria mole cancellando dall’area gli avversari (67-48 al 30′), per poi dilagare, in pieno garbage-time, con il contributo di Nedovic e Kalinic. Vittoria senza sconti e su tutta la linea, figlia, soprattutto, di uno strapotere nel pitturato testimoniato dalle clamorose percentuali da 2 (79%!) dei serbi. Per l’Islanda, salvo sorprese, il discorso qualificazione si chiude qui, ma decisamente a testa alta.
Germania – Turchia 75 – 80
A Berlino si materializza l’incubo turco per i padroni di casa! La Turchia prende il largo da subito, a tratti umilia i padroni di casa, detta la sua legge in area, tiene gli avversari a 20 punti, poi rischia inopinatamente nel finale sotto i colpi di uno Schröder indemoniato, ma alla fine porta a casa un risultato di importanza capitale nella corsa alla qualificazione con piazzamento privilegiato! Pronti, via!ed è 11-31 a fine primo quarto: l’asse Muhammed-Ilyasova tramortisce la Germania senza incontrare resistenza, mentre ai padroni di casa non ne riesce una. I soli Nowitzki e Benzing accennano una reazione (ma quante forzature dall’arco!), ma gli uomini di Ataman non mollano niente, i lunghi, in particolare, non conoscono ostacoli (24-41 al 20′). Tutti attendono la rabbiosa reazione teutonica al rientro dagli spogliatoi, e la rapidità di Schröder, l’aggressività di Voigtmann ed il solito super Dirk ci provano: il coloured, dalla lunetta firma il -10 al 25′ illudendo il pubblico, ma quando Nowitzki si siede a rifiatare e Pleiss esce già gravato di 4 falli, fermare Erden ed Ilyasova diviene un miraggio e in un amen le distanze sono ristabilite (43-60 al 30′). Ancora Schröder e Nowitzki muovono lo score di casa, ma l’attacco manca della dimensione perimetrale, le tante triple cercate non trovano mai la retina e la Turchia ringrazia e gestisce (56-70 al 35′). A questo punto, però, il play di Atlanta decide di rimettere in piedi la gara praticamente da solo, producendo uno sforzo spettacolare ed encomiabile che infiamma i tifosi tedeschi e, a suon di penetrazioni e viaggi in lunetta, ricuce fino al – 7, ma contro avversari di questa levatura non può bastare: Guler, il solito Erden ed un sempre più emergente Osman non perdono la testa e chiudono la pratica, riscattando appieno la débâcle con la Spagna e costringendo una orgogliosa ma discontinua Germania a sudare ancora, e tanto, per guadagnarsi la pagnotta!
Italia – Spagna 105 – 98
Classifica: Serbia 6, Turchia 4, Italia 4, Spagna 2, Germania 2, Islanda 0
Marco Calvarese