Male. Per carità una sconfitta ci poteva stare visto l’insieme di non perfette condizioni mentali e fisiche, ma al di là di una serie che è ancora lunghissima, forse una W avrebbe dato più morale ai Lakers per presentarsi a New Orleans con un vantaggio considerevole. Non è andata così. Non è stata una grande partita, squadre ancora un po’ imballate su entrambi i fronti, come due macchine ancora in fase di rodaggio. L’hanno spuntata (giustamente) gli Hornets e per i gialloviola è stata una bella botta, sperando che da gara 2 Jackson sappia, non solo rimettere le cose in chiaro, ma ridare anche tanto animo alla sua banda.
Fin dalle prime battute l’avventura losangelena nella posteason 2011 si preannuncia in salita: gli ospiti volano subito sul 12-4 segnando da ogni posizione. Bynum e Fisher non ci stanno e bloccando Paul da una parte, piazzano insieme un parziale di 9-0 dall’altra. Risponde però presente, all’uscita dal timeout, il nostro Belinelli che con 8 dei suoi 10 punti riporta in corsa i suoi, permettendo così ai ragazzi di coach Williams di chiudere il primo parziale in vantaggio di due lunghezze, quattro se non fosse per il comodo layup a campo aperto di Brown a meno di un secondo dalla sirena.
Di nuovo CP3 al rientro in campo e di nuovo vantaggio Hornets (24-33 a 9′). Kobe lasciato solo dal fido compare Gasol è costretto agli straordinari, ma LA perde troppi palloni (saranno 13 alla fine) e solo una nuova sfuriata del Mamba tappa le troppe falle di una squadra troppo spenta che subisce la velocità di Paul e cede malamente sotto i tabelloni. Solo gli ultimi 10 secondi danno una summa di emozioni che il resto del match non regalerà più: il #24 lacustre firma l’assurdo canestro del -8 in fade away, cadendo e sbattendo però la testa contro una sedia in prima fila e restando a terra; dall’altra parte Chris piazza una tripla senza alcuna opposizione, ma sullo scadere risponde da centrocampo Artest (47-55). Lo Staples comunque non esplode più di tanto, Kobe esce visibilmente fiacco e i timori di una sua assenza nel secondo tempo sono piuttosto forti.
Terzo quarto con qualche piccolo miglioramento per i padroni di casa, certo ripresi dall’immediato ritorno in campo della propria star. Fisher e un gioco da 3 punti di Bynum riportano lo svantaggio sul -3, ma Landry e Paul riallungano nuovamente con il solo Bryant che si ricorda davvero come mettere la palla nel cesto firmando il pareggio dalla lunetta a 65. E’un vano segnale di ripresa, perchè gli Hornets resteranno, da qui alla fine, sempre davanti. Shannon Brown chiude il periodo con 4 punti consecutivi firmando il 72-73 con cui si va all’ultimo miniriposo. Kobe ne ha a tabellino 27 e appare difficile sperare in una vittoria se non grazie alle sue giocate, i Lakers risultano infatti assai deficitari.
Non cambia però molto nell’ultima frazione di gioco. Jack penetra come e quando vuole nell’orrenda difesa losangelena e se Bynum prima e Shannon dopo (stupenda schiacciata in tap-in) danno anima al fronte offensivo, LA si complica la vita commettendo tantissimi falli fin quando il cronometro dice 7′ con Fisher che regala il bonus agli Hornets. Ultimi sussulti con Kobe e Artest per il -3, ma Gasol e Odom sono restati nello spogliatoio fin da palla a due e Chris Paul imperterrito continua a tagliare come il burro la retroguardia avversaria. A 2 minuti dal termine ultima tripla di Ron, ma Paul guadagna 2 liberi inesistenti per il +6. Ancora Ron Ron dall’altra parte ci mette tanto cuore piazzando il sesto libero su altrettanti tentativi e riducendo il gap a 4 punti. Bynum si divora un possesso perdendo la contesa e gli Hornets vanno ancora a bersaglio (98-92). Le residue speranze si spengono quando Kobe si dimentica in palleggio la palla, regalandola ad Ariza.
La partita di fatto finisce qui e il punteggio finale dirà 109 Hornets- 100 Lakers.
Di certo Jackson ha gestito malissimo il pick&roll, Gasol su Paul è stato il mismatch che ha di fatto aperto alla W ospite (lo sogno ancora di notte il mio ex coach che urlava “Non cambiare mai!“), ma certo anche la gestione del pitturato ha visto il solo Bynum in grado di dare un suo serio e concreto contributo, con un chiodo fisso che rimane: ad oggi vedere giocare al loro meglio i tre lunghi lacustri è sempre stato un bel sogno. Gli Hornets hanno fatto la partita della vita, giocato con grande intensità, galvanizzati da prestazioni allucinanti di certi singoli, solitamente mediocri. A mente fredda (ma anche ieri sera sul divano gelavo) resto comunque convinto che LA abbia solamente avuto una brutta serata, un po’ la fotocopia di una RS tentennante. New Orleans resta la squadra meno credibile di questi Playoffs e come tante volte si è concluso nel corso della stagione se i gialloviola giocano da veri campioni del mondo non c’è alcun CP3 che tenga. Negli ultimi anni LA ha affrontato game-3 sull’1-1 su campi ben più caldi che la NO Arena..non ci resta allora che aspettare il vero esordio dei Los Angeles Lakers. Next stop: giovedì notte, ancora in California.
Michele Di Terlizzi