Lo scorso anno l’Olimpia Milano esordì in Eurolega con una sconfitta all’OT contro il Fenerbahce che, rispetto a quella di questa sera contro Monaco, la cataloghiamo come grande prestazione e se tanto mi da tanto non lascia dormire sonni tranquilli ai tifosi biancorossi già stizziti per il passo falso a Trieste.
Il punto di contatto tra le due edizioni dell’Olimpia Milano è principalmente la mancanza di un creatore di gioco palla in mano, un giocatore cioè che riesca a dare ritmo all’attacco ed a creare il vantaggio da finalizzare poi con le tante bocche da fuoco di cui Messina dispone.
Dodici mesi fa la croce la si gettava contro la scelta di tenere Pangos per motivi contrattuali, oggi invece su quella di lasciare solo Bolmaro e Dimitrijevic a gestire palla, tempi e ritmi.
L’argentino ha mostrato lampi interessanti ma non credo possa essere il play titolare di una squadra vincente e lo stesso si può dire di Dimitrijevic, sicuramente dotato di buon talento offensivo, ma lontano dall’essere quel play che comanda e gestisce il gioco.
Da questa prima partita però la delusione maggiore (almeno per me) è l’approccio avuto nei primi 20 minuti, dove per approccio si intende solo la voglia di lottare e combattere ma anche l’attenzione e la concentrazione che sono state nettamente sotto la soglia minima richiesta per questo tipo di impegno, dato che Monaco è squadra da primi posti.
Le statistiche non raccontano nulla del dominio dei francesi, quel -13 a rimbalzo è solo una spia della scarsissima qualità difensiva degli esterni che ha costretto ad aiuti obbligati i lunghi, sguarnendo le plance dove il Monaco ha banchettato.
Certo, concedere il 65% da due punti su una notevole mole di conclusioni (40) è un altro indizio su dove Messina debba concentrarsi nei prossimi giorni. Impensabile vincere in trasferta, anche tirando oltre il 50 sia da due che da tre punti.
Adesso in campionato ci sarà l’esordio casalingo contro la Dinamo Sassari mentre settimana prossima arriva l’ambizioso Paris a testare questa tremebonda Olimpia che dopo la vittoria di SuperCoppa sembra sfilacciata e nemmeno troppo talentuosa.
Urgono due vittorie, pena l’innescarsi di una spirale di polemiche che coach Messina vorrebbe certamente risparmiarsi.
IL TABELLINO: AS MONACO – OLIMPIA MILANO 93 – 80
DIAMO I NUMERI
10 – i punti nel primo quarto di un Olimpia Milano impaurita, bloccata e dominata dal Monaco che è sì un ottima squadra ma non certo dei marziani ingiocabili. E la scusante che era la prima partita, che il gruppo si deve amalgamare quest’anno è meno vera di altri anni, dato che Messina praticamente è dal ritiro che ha tutti gli elementi a disposizione con pochissime eccezioni. Quindi, dove sta l’inghippo?
20 – i punti in combinata di Jaiteh e Strazel, i due che non ti aspetti e che hanno messo canestri pesantissimi sopperendo alla non proprio felice di Motiejunas e James, limitato da problemi fisici. Ogni anno però bisogna notare questa costante, e cioè che contro l’Olimpia salgono sempre alla ribalta giocatori che prima e dopo di norma sono irrilevanti o quasi.
261 – i secondi in campo di Tonut e tutti nell’ultimo quarto a buoi praticamente già scappati dalla stalla. Scelta, in assenza di problemi fisici, che mi lascia perplesso se non basito data l’atavica difficoltà per tutto il primo tempo dei piccoli milanesi di tenere dal palleggio i vari James ed Okobo. Messina avrà certamente avuto i suoi motivi, ma permettetemi di nutrire parecchi dubbi sulla bontà della scelta, un filo degradante anche nei confronti di Stefano.
0 – i liberi tentati da Mirotic, segnale piuttosto chiaro di come la squadra necessiti che l’ex Bulls vada a conquistarsi viaggi dai 5 metri e 20 per alleviare la pressione su un attacco che fa fatica a creare vantaggi. Detto questo, aggiungo anche che Nikola deve garantire maggior continuità di rendimento, ché la squadra così come è strutturata non può permettersi un suo rendimento così altalentante.
2 – i rimbalzi totali dei pivot biancorossi. Un numero inquietante anzicheno, perché si pensava in estate di aver sistemato la questione con l’ingaggio dell’ex Maccabi e di McCormack, due corpaccioni atletici ingaggiati per fare il vuoto, almeno contro certi avversari. Invece Nebo ha giocato una pessima partita, sempre in ritardo negli aiuti e mai pericoloso in attacco, McCormack invece è stato impalpabile. Se Nebo probabilmente è incappato in una serata no ho qualche dubbio sull’ex Kansas University. Perché dal poco che ho visto mi pare un lungo dalle mani ruvide, e con poca malizia e furbizia cestistica: potrei sbagliarmi (lo spero) ma ad oggi avrei preferito un altro tipo di 5, più talentuoso in attacco in modo da avere qualche alternativa in più
16 – i punti di Armoni Brooks, nota lieta di serata. Che sapesse tirare lo si sapeva già, e che fosse un giocatore difficilmente arginabile quando prende fuoco anche. Ma quel che mi è piaciuto tanto di lui è il tasso di attività in campo, a rimbalzo ed in difesa , sempre nel vivo del gioco, reattivo e vigile. Bravo, se continua così diventerà ben presto un idolo del Forum prendendo il posto di Billy Baron.
SALA STAMPA
Ettore Messina
“La gara è stata decisa da quanto accaduto nel primo tempo in cui il nostro livello di fisicità non è stato all’altezza della competizione, siamo stati soverchiati, anche a rimbalzo dove hanno prodotto 17 punti.
Nel secondo tempo siamo andati meglio, scegliendo di giocare più grossi con Ricci da 3, abbiamo mosso la palla, segnando oltre 50 punti contro una squadra di alto livello di EuroLeague, siamo andati un po’ meglio a rimbalzo, un po’ meglio in difesa. Ma la differenza di fisicità stasera ha deciso la gara. L’abbiamo visto, ne prendiamo atto e ci mettiamo a lavorare per migliorare e miglioreremo”
Cristiano Garbin