Ci sono partite che rimangono nella memoria di noi appassionati, che le ricordiamo a distanza di anni vuoi per lo svolgimento, vuoi per il finale, vuoi per le emozioni che hanno saputo regalare, che ci fanno essere esausti anche se siamo stati incollati al divano per due ore consumando 10 calorie.
Questa tra Argentina e Italia è una di queste, 50 minuti di battaglia a cui fatico ad associare un aggettivo. Come fatico a trovare un aggettivo per le ragazze, reduci dalla sconfitta contro la Rep. Ceca che le ha costrette al tabellone per il 9-16 posto, e che pur tra mille errori hanno mostrato un bel carattere.
Perché noi a casa spaparanzati non dovremmo dimenticare che loro sul parquet sono alla quinta partita in una settimana, tutte estremamente dispendiose forse più sul piano mentale che fisico, quindi mi pare fuorviante chiedere qualità e pulizia nel gioco.
E’ altresì vero che certe nefandezze viste in campo si fanno fatica a giustificare con la stanchezza, ma tant’è, consideriamo anche che non è una squadra di club, certi meccanismi non sono nemmeno troppo oliati anche se questo vale anche per le avversarie.
Passino in cavalleria quindi le innumerevoli volte in cui l’Italia aveva in mano la partita senza mai chiuderla ed anzi favorendo il ritorno delle mai dome argentine. Passino anche certe scelte tattiche rischiose, oppure altre troppo conservatrici.
Come nella partita contro la Rep. Ceca io insisto nella mia idea (che suggerisco allo staff tecnico) di provare in certi momenti lo small ball mettendo Caloro da ala forte e giocando con le due punte offensive Blasigh e Villa inserendo la fin qui positivissima (e chiave della vittoria odierna) Tomasoni da ala piccola.
Quintetto leggerissimo ma che permetterebbe di cambiare su tutto e tutte, di essere più reattive sui rimbalzi lunghi e di aprire il campo in attacco. Contro squadre dalle lunghe non irresistibili come l’Argentina si poteva fare senza subire troppo fisicamente, a mio avviso.
Detto questo ora non so quanta energia sia rimasta nei serbatoi azzurri (specie in quelli di Villa e Blasigh in campo per oltre 40 minuti) per affrontare la Germania nella semifinalina che da l’accesso vincendola alla finale 9-10 posto (o perdendola a quella 11-12).
Questo potrebbe indurre Andreoli a modificare qualcosa nelle rotazioni e nei minutaggi, magari dando spazio a giocatrici che fin qui hanno visto più panchina che altro come ad esempio Streri o Carraro o anche Ngamene. Vedremo, domani è un altro giorno e si vedrà, cantava quel tale.
Intanto fateci gioire per questa partita. Sono solo poche ore è vero, ma avremo tempo da qui fino all’eternità per raccontare di quella epica partita finita dopo 50 minuti che ha visto le ragazze italiane buttare tutto sul parquet ed avere la meglio sulle argentine…ecc…ecc…
IL TABELLINO : Italia – Argentina 71 – 68 (2OT)
LE PAGELLE
Vittoria Blasigh 6,5: l’Argentina ha preparato la partita su di lei, montandole una guardia spietata, non lasciandole quasi mai spazio per innescare il suo tiro e raddoppiandola costantemente dopo i pick and roll o i consegnati. Vittoria gioca una partita da un certo punto di vista molto matura nonostante le 9 palle perse non siano certo poche, anche se da l’impressione a volte di volersi estraniare dall’azione per lasciare le compagne giocare 4 contro 4. Come tutte, commette ingenuità anche macroscopiche ma gira che ti rigira il canestro più importante lo mette lei
Eleonora Villa 6: la media tra un gran primo tempo e i mediocri 15 minuti finali costellati dai falli in attacco (alcuni veniali, altri evitabili) e da iniziative avventate (specie le penetrazioni a sinistra, di solito molto efficaci). Tutto ciò al netto della difesa argentina che al pari di Blasigh ha l’ordine di toglierle in qualsiasi modo il tiro da tre e anche quello di metterle parecchia pressione (7 perse). Nel primo tempo rimedia alla grande sfoderando tutto il suo gioco nel midrange, poi come detto si innervosisce e fa errori non da lei.
Ramona Tomasoni 8: stasera anima e core della squadra, suggella il suo grande Mondiale con questa prestazione top. Protagonista di tutte le azioni più importanti in attacco ed in difesa dove è energia allo stato puro ma è anche molto scaltra a subire sfondamenti fondamentali.
Beatrice Caloro 6: con lei non ci si annoia mai, è come andare sulle montagne russe a Gardaland in un alternanza di picchi verso l’alto come i rimbalzi catturati, sfondamenti presi, aiuti difensivi e i falli raccattati con furbizia e le depressioni verso il basso come le perse da minibasket e la mano gelida da tre punti. Tutto possiamo dire di Beatrice ma non che sia una giocatrice banale.
Anita Carraro 6: si vede poco in attacco, aiuta invece a rimbalzo
Arianna Arado 6: parte alla grande con due movimenti che denotano mani molto morbide. Poi sbaglia parecchio (soprattutto le scelte offensive) ma la sua mole là sotto si fa sentire specie a rimbalzo
Adele Maria Cancelli 5: anche oggi abulica al tiro, commette troppi falli che la levano dalla contesa troppo presto. Avrebbe avuto le potenzialità per fare male alle avversarie non solo in attacco, le sue 3 stoppate sono lì a dimostrarlo. Dev’essere più concreta
Kenko Loredana Ngamene 5,5: solo 5 minuti, commette un infrazione di passi e si guadagna un fallo da due liberi. La sua partita è tutta qua, contro le tedesche potrebbe invece giocare molto di più
Laura Di Stefano 6: inizio tragico con subito due falli spesi, ributtata in campo nel finale e nei supplementari si guadagna la sufficienza nonostante gli errori al tiro mettendo sul piatto qualche aiuto difensivo “furbo” unito alla sua intelligenza tattica.
Sara Zanetti 7: giocatrice chiave. I suoi 10 punti e soprattutto i suoi 4 liberi sono fondamentali per l’Italia perché segnati in momenti topici.
Cristiano Garbin
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