A poco meno di 48 ore di distanza dal match di Madrid che ha consentito ai blanços di battere il Partizan in #Gara5 per 98-94 e perciò d’approdare felicemente alle Final Four di Euroleague 2023 che si terranno il prossimo fine settimana a Kaunas (da venerdì 19 a domenica 21 maggio), sembra essersi oramai placata sui socials in Italia l’ondata di sdegno e d’indignazione, logica ed istintiva, per come il Real Madrid sia riuscito, ad oggi caso più unico che raro nella storia dei Playoff del massimo torneo continentale, a ribaltare una serie che la vedeva soccombere nettamente da 0-2 dopo le due gare giocate in casa fino al 3-2 conclusivo, vincendo prima per ben due volte a Belgrado e recuperando poi in #Gara5 ben 17 lunghezze di scarto agli avversari a quasi 15′ di gioco dal termine.
Aldilà del fatto che oggi molte, troppe notizie appaiono “cotte e mangiate” per poi (s)cadere nel dimenticatoio, fenomeno forse figlio di un’infodemia nella quale tutti Noi da anni siamo immersi, andrebbero però fissati tre paletti almeno che potrebbero così dare delle risposte a questo senso così diffuso di sgradevolezza per aver assistito ad un trionfo sul campo, da parte del Real Madrid, ma che alla fine ha fatto storcere la bocca a moltissimi appassionati e convinti sostenitori di questa Euroleague.
Primo paletto: Real Madrid squadra padrona? Sì.
Chi nega che il Real Madrid sia una squadra forte commette un’errore. Aldilà del 3° posto finale in classifica al termine di questa stagione regolare 2022-23, forse la più equilibrata da quando l’Euroleague si è data questa struttura di campionato all’italiana, il Real Madrid è da tempo immemore sinonimo di forza e competitività sportiva nonchè di vittoria in Europa fin dalla prima vittoria della vecchia Coppa Campioni 1963-64, detenendo ad oggi il record di vittorie con 10 trofei alzati negli anni, l’ultimo 6 anni fa nel 2018.
Ma nel vecchio continente, si sa, la parola storia che fa rima con gloria non è un concetto soltanto limitato alla meritocrazia sportiva se non marginalmente e quasi episodicamente. Figuriamoci poi da quando lo sport, logica alla quale la pallacanestro continentale non si è sottratta, è stato assaltato da chi ne propugna da sempre l’ideale del professionismo tout court.
E fedele a questo disegno è stato proprio il Real Madrid, ad esempio, a firmare in passato vere e proprie leggende del basket europeo e diremmo mondiale come il povero Drazen Petrovic od Arvidas Sabonis dimostrando così di essere sempre un passo avanti alla concorrenza, fino all’anno 2000, del basket italiano per poi scontrarsi con le realtà greche, russe, israeliane (una sola…Il Maccabi) e turche.
Pertanto, non mettendo poi da parte il fatto che l’ECA (Euroleague Commercial Asset), la società privata che detiene da sempre i diritti e che dirige l’Euroleague abbia la sua sede a Barcellona, scriviamo senza mezzi termini che dopo i “provvedimenti disciplinari” in merito all’indegna gazzarra scatenatasi in #Gara2 la qualificazione apparisse quasi scontata a favore del Real Madrid.
“Provvedimenti disciplinari” che toglievano di mezzo i due giocatori del Partizan più determinanti in campo fino al fatidico momento del parapiglia di #Gara2, Kevin Punter e Matthias Lessort ma graziando ad esempio clamorosamente l’autore della miccia innescata Sergio Llull e, clamorosamente, sanzionando con sole 5 giornate il wrestler Guershon Yabusele, autore del laccio californiano ai danni dell’incolpevole Dante Exum, ed utilizzato in Liga ACB in queste giornate con medie di 38′ di gioco!?!?
Una sanzione che fa sorridere (per non dire di peggio), se poi paragonate alla squalifica inflitta a Milos Teodosic di 2 giornate per le vistose proteste che il Mago di Valjevo inscenò vs l’Efes.
Perciò alla fine, sebbene a Barcellona abbiano da sempre “in odio” Madrid e non solo per ragioni sportive, possiamo scrivere che abbiano ben presente l’idea che avere due squadre spagnole alla Final Four di Kaunas sarebbe comunque stato motivo di lustro per il già munifico basket iberico consolidandolo e che l’ottimo e profondo roster gestisto da coach Chus Mateo, alla fine, avrebbe avuto buonissime chances vs l’ardore e l’agonismo di una squadra ricca di debuttanti come il Partizan e dalla caratura tecnica elevata grazie in larga parte alla sapiente gestione di Zelimjir Obradovic!
Il resto, ovviamente, lo han fatto sul campo tre grandi ed indiscussi campioni in maglia bianca come Sergio Rodriguez, Sergio Llull e Rudy “simpatia” Fernandez sbuffando e sgomitando lecitamente ma, semmai ce ne fosse ancora il dubbio, il Partizan forte ma ancora acerbo, ha mollato proprio emotivamente come in #Gara3 ed in #Gara4, non riuscendo ad opporsi alla valanga d’esperienza trovatasi contro. In matematica si direbbe “come volevasi dimostrare”.
Secondo paletto: quale credibilità per l’ECA?
Un duro, durissimo colpo per l’ECA quanto accaduto e per la sua smania di accreditamento presso l’establishment professionistico del business sportivo mondiale. Già l’innalzamento del numero delle gare da pochi anni sta generando diversi problemi anche di budget per i club più ricchi del continente, costrette come minimo ad allargare i roster per venire incontro al fatidico (e sembra quasi ormai fastidioso), doppio impegno tra appunto Euroleague e campionato nazionale: siamo sicuri che i loro bilanci siano così floridi e redditizi?
Per questa ragione si parla con insistenza di un team nuovo di zecca da inserire nel torneo, un team con sede a Dubai dal 2024-25 e che porterebbe mega-sponsor con se e quindi tanti soldini tonanti alla causa? Tutto è lecito, per carità, del resto pecunia non oleat! Ma di sicuro il nome Euroleague non avrebbe più tanto ragione d’essere se s’ingloba una squadra con sede a Dubai…
Come se non bastasse durante le passate stagioni, oltre che in questa, per più di una volta (ad essere buoni…) abbiamo storto il naso davanti a certe conduzioni arbitrali, in molti casi inadeguate al cospetto di un’elevato spessore medio tecnico-fisico ed agonistico raggiunto ormai dalle squadre in gioco. E i “provvedimenti disciplinari” non dimentichiamolo, sono stati presi dopo che il trio arbitrale di #Gara2 ha redatto il proprio rapporto.
Dunque è quasi impossibile far finta di nulla, fischiettando e girandosi dall’altra parte perchè il business dello sport professionistico esige un buon livello d’incertezza del risultato finale sul campo per acquisire pubblico e quindi sponsor e TV e l’esito di questi Playoff, se da un lato fa molto felice il basket spagnolo, dall’altro manda a picco la credibilità del torneo.
Terzo paletto: cosa dovrebbe fare il basket italiano?
In questo contesto il basket italiano ha accettato di partecipare al Grande Ballo in questi anni senza mai arrivare a dama (solo Siena e Milano alle Final Four come damigelle negli ultimi 19 anni!). Ma partecipare era logico, anche se solo in virtù dell’alto livello del torneo nonostante da diversi anni ci sia solo l’Olimpia Milano, grazie a parametri accettabili ma discutibili per aderirvi e, da questa stagione, la Virtus Bologna dopo aver vinto la 7DAYS Eurocup lo scorso anno, seconda manifestazione ECA e che quest’anno s’è dimostrata qualitativamente inferiore rispetto alle scorse edizioni.
Ora, tralasciando il fatto che ancora ad oggi la stessa squadra felsinea non sa se potrà partecipare all’edizione 2023-24, con evidenti ripercussioni sul mercato ove già da mesi è iniziato il valzer dei giocatori più appetitosi, non sarebbe forse il caso di pensare a fare un passo indietro?
Perchè partecipare ad un torneo economicamente dispendioso, che richiede un impegno finanziario di forte impatto e nel quale spesso si collezionano sconfitte su sconfitte? Prendiamo il lato economico, ad esempio sempre con il Real Madrid come pietra di paragone.
Il budget della casa blanca per lo scorso mercato è stato quasi il triplo dell’Olimpia Milano avvalendosi anche di leggi nazionali favorevoli che supportano i club professionistici spagnoli, sempre alla faccia di una sana ed equa competizione in seno ad una UE unita!?!?
Quindi il Real Madrid si può permettere di non cambiare il roster per anni a differenza di chi, come l’Olimpia Milano, deve trovare la quadra economica non godendo in patria, come d’altronde la Virtus Bologna, delle stesse agevolazioni fiscali.
Inoltre lo status societario permette al Real di giocare e comprare come se niente fosse nonostante un debito attualmente stimato di circa 950 milioni di Euro…Occorre aggiungere altro per capire che, se a questo aggiungiamo gli aiutini di cui sopra, conquistare l’Euroleague sconfiggendo magari in finale proprio il Real Madrid appare un’impresa nel quale non si possa sbagliare o trascurare un solo dettaglio che sia uno?
Per questo motivo sarebbe forse auspicabile che Olimpia Milano e Virtus Bologna prendessero seriamente l’ipotesi di un passo indietro, magari partecipando alle manifestazioni di area FIBA? Roba forte, che desterebbe di certo grandissimo clamore mediatico in Europa e non solo sebbene da tanto, troppo tempo il basket italiano si agiti (consapevolmente), all’interno di una pozzanghera e non di un lago come in passato.
Ma i dirigenti, i nostri dirigenti, sono in grado di realizzare o forse solo concepire un’idea del genere? Qualcuno ha la forza di suggerire o solo consigliare il management di Olimpia e Virtus per indicargli cosa sarebbe opportuno fare? Un passo indietro oggi per consentire anche magari domani la crescita sostenibile di giocatori italiani e di altri club in Europa, con aumento dell’incertezza del risultato finale in LBA e con relativo, connesso, senso d’emulazione che porterebbe piazze come Reyer Venezia, Brescia, Varese o Tortona e forse anche Napoli o Brindisi con Trento ad investire cifre ragionevoli e compatibili con i rispettivi budget.
Ed infine…Avete mai pensato per solo un minuto che cosa poteva accadere se nella fatidica #Gara2 tra Real Madrid e Partizan al posto dei malcapitati serbi si fosse trovata l’Olimpia Milano o la Virtus Bologna?
Non pensiamoci, per fortuna non è accaduto…Per fortuna!?! Ma una cosa è comunque certa, cioè che dal defenestramento alla presidenza del catalano Jordi Bertomeu dopo 20 anni causato da una gestione economica a dir poco rivedibile (e che spinge oggi l’ECA a quanto riportato sopra in quel di Dubai in cerca di ossigeno), nonchè al seguente arrivo di Dejan Bodiroga, ex gloria di Virtus Roma, qualcosa sta cambiando.
Avete presente l’avvocato generale della Corte di Giustizia Europea (CGUE), il greco dott. Athanasios Rantos, che il 15 dicembre 2022 ha rilasciato un parere consultivo sul presunto ruolo monopolistico nell’organizzazione delle competizioni calcistiche per club a livello paneuropeo nel ricorso presentato dai promotori della Superlega di calcio?
Tale parere consultivo affermava che le norme della FIFA e della UEFA che sottopongono a previa autorizzazione qualsiasi nuova competizione sono compatibili con il diritto della concorrenza dell’Unione Europea. Dunque, perchè il casus belli non dovrebbe allargarsi a FIBA vs ECA?
Siamo forse alla vigilia di un cambiamento perchè, come dicono in Toscana, senza lilleri non si lallera! Eppoi magari, si tornerebbe a vincere più di qualcosa…
Fabrizio Noto/FRED
@Fabernoto