Dobbiamo ammettere che uno degli effetti collaterali di questa maledetta pandemia è rappresentata dal fatto che il tempo sembra scorrere diversamente rispetto al passato. In ambito cestistico europeo ad esempio, sembra che la Regular Season di Eurolega sia iniziata poco tempo fa.
Invece sono passati 6 mesi, e sembra davvero ieri che Shields regalò ai tifosi biancorossi la prima gioia stagionale proprio a Monaco contro il Bayern: come disse il grande Diego Abatantuono in uno dei suoi film cult, il destino a volte è proprio beffardo.
Quindi l’Olimpia termina al quarto posto dopo una grande stagione con tante vittorie di prestigio , con pochi momenti di crisi e comunque con una certa costanza di rendimento che alla fine l’ha premiata. Ed anche nell’ultimo atto di questa lunghissima cavalcata europea la squadra di Messina, pur priva di Hines, non ha lasciato nulla al caso ed ha sconfitto un Efes in ciabatte ma che pur sempre ha giocatori in grado di fare malissimo anche quando innestano soltanto le marce basse.
Troppa comunque la differenza di motivazioni tra le due squadre, e tanta è stata anche la differenza di rendimento tra le due panchine. Parlando di panchine poi, non si è potuto fare a meno di notare come l’immarcescibile Ataman praticamente è rimasto seduto tutta la partita con lo sguardo di chi deve passare forzatamente un paio d’ore in maniera non gradita.
Atteggiamento questo subito assimilato dal proprio roster che infatti non ha mai dato l’impressione di tenerci anche minimamente a questa partita: se posso permettermi a me non pare un buon viatico per costruire una mentalità vincente, da grande squadra. Vedremo a breve se i fatti mi daranno ragione.
Per l’Olimpia testa ora alla LBA con un trittico di partite impegnativo (Brindisi, Sassari e Virtus) che definiranno la classifica e il relativo accoppiamento playoff. Bisogna evitare troppo entusiasmo per l’approdo ai playoff europei; va bene che non si era abituati ma dev’essere l’obiettivo minimo per una società gloriosa e danarosa come quella posseduta da Giorgio Armani.
Un obiettivo per volta quindi, cercando di evitare l’accoppiamento in semifinale scudetto con Brindisi e Bologna e poi testa al Bayern. Non sarà semplice ma l’occasione è troppo ghiotta per non pensare di arrivare finalmente alle Final 4. Di certo lo scontro più atteso non sarà in campo ma tra i due coach, dopo le polemiche dell’ultimo incontro finito tanto a poco per i biancorossi milanesi.
IL TABELLINO: Olimpia Milano – Efes Pilsen Istanbul 98 – 75
DIAMO I NUMERI
49 – i punti segnati da Milano sia nei primi 20 minuti che nella seconda frazione di gioco a dimostrazione di una partita costante , senza cali di tensione come quelli assassini di Atene; evidentemente la lezione è servita, e certo ha aiutato anche il ritorno di Delaney che ha permesso a Rodriguez di non spremersi esageratamente ed a Punter di non portare palla.
4 – la posizione finale in classifica di Milano: fossimo alle Olimpiadi sarebbe la medaglia di legno, invece dopo 34 corride è un gran bel risultato che siamo sicuri il 99,9% di tifosi e dirigenza ad ottobre avrebbe firmato per ottenerlo. Quindi ora possiamo dirlo, l’Olimpia è tornata tra le grandi d’Europa, ora manca l’ultima scalata , la più difficile. Quella dall’ultimo campo base alla vetta. Ci si proverà già tra poco, ma più probabilmente sarà il prossimo anno quello dell’all in.
6 – i punti di uno svogliatissimo Larkin, a memoria non ricordo una partita così poco prolifica da parte sua ma aveva la stessa voglia che di solito abbiamo noi comuni mortali di fare la fila in Posta. Peccato perchè sulla carta quello con Delaney era un duello da scintille, chissà non possa riproporsi a Colonia….
10 – come i punti segnati dai miei due MVP di giornata, Micov ed Evans. Il primo sembra abbia ordinato una cassa di bevande energetiche, pare così essersi finalmente rifocillato e in campo si è visto il Vlado degli anni scorsi. Bene, perchè ci sarà tanto bisogno di lui nel prossimo mese, stante anche la condizione precaria di un Datome piuttosto giù di corda. Ma lo dico a fil di voce, Gigi di solito vien fuori negli appuntamenti clou. Evans invece assomiglia sempre più a quello ammirato al Khimki. Anche di lui coach Messina non potrà farne a meno, perché ha caratteristiche che nessun altro biancorosso ha e contro i vari Jajuan Johnson e Reynolds il suo atletismo sarà vieppiù utilissimo.
2 – gli anni di contratto siglati tra i Thunder e Micic, presumibilmente per cifre intorno ai 3-4 milioni annui. Questa quindi rischia di essere l’ultima volta in cui abbiamo ammirato questo talento dalle nostre parti e sono curioso di vedere cosa farà nel Nuovo Continente. Quel che è certo è che la NBA continua a pescare a piene mani dall’Europa ed a portar via talenti come Deck o Campazzo. Fortuna che anche da quelle parti qualcuno non capisce un granchè ed ecco quindi che uno come Poirier compie il percorso inverso, quello che tutti speriamo faccia anche Melli. Peccato che è capitato in una franchigia dove pare che riconoscano i giocatori che oltre segnare e giocare in uno contro uno (o contro tutti), sanno anche difendere e giocare di squadra…
SALA STAMPA
Cristiano Garbin
@garbo75
Foto tratte dalla pagina ufficiale Facebook Olimpia, che ringraziamo.