Meo Sacchetti e Piero Bucchi nelle dichiarazioni post partita Vanoli Cremona-Virtus Roma 103-92, che leggerete e sentirete, si lamentano entrambi della poca difesa vista in campo al PalaRadi. In effetti la partita è stata la copia di quella dell’andata quando al Pala Eur vinse Roma per 97 a 94. Evidentemente è scritto che queste due squadre debbano giocarsela così pensando più ad offendere che a difendere.
La Vanoli ha cominciato subito dalla palla a due con un 6 a 0 in meno di un minuto e mezzo al quale la Virtus ha risposto con Kyzlink determinato a farsi perdonare la dimenticanza difensiva di Brindisi. Però poi la Vanoli ha ripreso a macinare canestri e quando Ruzzier ha messo due triple consecutive per il 23 a 15 la Virtus non ha saputo reagire subito ed ha lasciato che il primo quarto si chiudesse con un pericoloso – sul piano dell’immaginario – 32 a 22. Cinque su cinque da tre per la gioiosa macchina da canestri della Vanoli nella quale ancora non si era inserito Ethan Happ...
Immaginario che si è concretizzato due volte nel secondo quarto con la formazione di Sacchetti avanti di 13, 42 a 29 e 46 a 33 e con tutta quella inerzia che pareva potesse portarla alla vittoria ben prima del 40°minuto. Convinta di aver già cotto la frittata la difesa di casa ha lasciato che Giovanni Pini a metà tempo si prendesse una tripla comoda come lo erano stati fino a quel momento i tiri dall’arco di Cremona. Il giocatore di Carpi non ha esitato e quella tripla l’ha messa per il 46 a 36. Su questo insolito canestro (1 su 5 prima di allora per il buon Giovanni) la squadra di Bucchi ha trovato energia ed in 4 minuti ha prodotto un parziale di 7 a 15 che ad 1’09” ha fermato il tabellone (ancora con Pini) sul 53 a 51 conferendo alla gara un aspetto del tutto diverso. Grazie anche al solito Jefferson offensivo ed a qualche idea di Buford. Stimolata dalla paura di aver buttato tutto, la Vanoli si è rimessa a giocare e prima con Saunders, poi con Stojanovic ed ancora con Saunders ha segnato 5 punti a zero contando anche sull’aiuto della non difesa romana che sull’ultima azione ha lasciato Saunders andare liberamente a canestro facendogli anche fallo, 58 a 51.
Ma tutto era ancora da scrivere perchè nei primi 109 secondi del terzo quarto Alibegovic, Kyzlink e Jefferson – da tre quest’ultimo! – hanno fatto 0 ad 8 e quindi 58 a 59. Time out di Sacchetti e Cremona fa 4 a 0, 62-59. Si va avanti punto a punto con Kyzlink e Buford ed Alibegovic che tengono a galla la Virtus fino al 69 a 71 con 3 minuti e 28″ dalla terza sirena. La sveglia – e questa volta definitiva – a Cremona l’ha data De Vico con una tripla delle sue da distanza “alla De Vico“, dimenticato dalla sonnolenta?…no inesistente difesa romana. A quel punto la Vanoli ha ritrovato l’incantesimo con le sue geometrie ed Ethan Happ che era cresciuto un pò alla volta ma inesorabilmente, ha fatto il vuoto, 80 a 75 all’ultimo intervallo. Per il centro americano di coach Sacchetti 28 punti (14 su 21 da 2, 0/2 ai liberi) 12 rimbalzi, 4 assist 32 di valutazione ed una serie di movimenti sotto canestro da applausi.
Poco da dire nell’ultimo quarto. La Virtus Roma – anche al PalaRadi 15 palle perse un dazio troppo alto per la serie A da pagare ogni partita – ci ha provato ma con Dyson a mezzo servizio per una distorsione alla caviglia rimediata “incocciando” il piede di Pini all’inizio del secondo quarto – e con Buford rinunciatario al tiro da tre ben poco ha potuto nonostante i canestri di Jefferson e Kyzlink dinanzi allo strapotere Vanoli.
Vanoli Cremona – Virtus Roma 103-92
Parziali: 32-22; 58-51; 80-75
Sala Stampa
Piero Bucchi coach della Virtus Roma :
“Partita dove gli attacchi hanno avuto il sopravvento, Cremona è molto brava a correre, soprattutto in casa, e lo sapevamo; abbiamo provato a fermare la loro transizione ma loro sono stati bravi a riuscire a scappare in contropiede e questi sono i punti che poi hanno fatto la differenza, gli facciamo i complimenti. Noi abbiamo fatto anche buone cose, siamo rientrati, andati sopra, in attacco abbiamo disputato complessivamente una buona partita ma in difesa abbiamo concesso troppo tra contropiede e da tre”.
Eduardo Lubrano