L’edizione 2019-20 di questa Euroleague è arrivata al #Round15, ad un passo dal proverbiale “giro di boa”.
Nello specifico, il turno in oggetto prende il via a Istanbul, dove si affrontano il Fenerbahce e lo Zenit San Pietroburgo.
Se la squadra di Obradovic sembrava star uscendo dal tunnel, la banda di Plaza se la passa peggio: ultimo posto e peggior differenza punti del campionato (-124).
La partita vede la squadra gialloblu prendere la testa subito e legittimare il vantaggio. Nel secondo quarto arriva anche sul +11; il primo tempo si chiuderà sul 43-38, ma la partita per come si è evoluta fino a quel punto sembrava ampiamente alla portata dei turchi.
Nel secondo tempo il trend cambia: lo Zenit ricuce e quella che sarebbe potuta essere l’ennesima sconfitta si trasforma in una possibile impresa.
Nell’ultimo quarto il Fener prova a riprendere la partita con un parziale di 10-4 in apertura. Dopodiché la squadra stacca inspiegabilmente la spina.
Lo Zenit, capitanata dai 12 punti (tutti dal pitturato), 3 rimbalzi e 5 assist di Gustavo Ayon, coglie al volo l’occasione che gli si presenta.
Sul 78-81, a 8″ dalla sirena, Sloukas è bravo a trovare la tripla del pareggio, e con 6″ sul cronometro la partita sembra destinata all’overtime.
Plaza però chiama timeout e disegna lo schema alla perfezione: Ayon viene servito nel cuore dell’area, il messicano serve Albicy (12 punti e 3 assist) che dall’arco scrive la parola fine: mette la bomba del 81-84 e lascia soli 3″ sul cronometro. Sloukas proverà ad alzare il tiro -che è più una preghiera- del pari ma si spegne lontano dal ferro.
Lo Zenit vince ed ottiene quello che potrebbe essere lo scalpo più importante nella sua storia.
Prestazione da incorniciare, oltre ai già citati Ayon e Albicy, per Pontika (16 punti e 8 assist) e Abromaitis (10 punti e 7 rimbalzi).
Sul fronte Fener, si potrebbe parlare dei 18 punti di Lauvergne, dei 16 di Kalinic o di DeColo (9 punti, 5 rimbalzi e 6 assist), ma si mancherebbe l’obiettivo principale.
Il Fenerbahce, come già detto, sembrava – nonostante le ultime due sconfitte – star faticosamente uscendo dalla crisi; adesso ripiomba nella disperazione.
Una sconfitta arrivata così, dopo essere stata avanti praticamente per 35′, contro quella che tanti reputano la peggior squadra dell’Euroleague, è un pessimo segnale.
L’anno scorso la squadra turca su un ciclo europeo di 34 partite fece 28 vittorie e solo 6 sconfitte.
Oggi, dopo a malapena 15 partite lo score è di 10 sconfitte e solo 5 vittorie.
Riuscirà Obradovic a risolvere questo rebus all’apparenza insolubile?
Fenerbahce – Zenit Petersburg 81-84
Parziali: 22-18; 21-20; 16-22; 22-24;
Di Milano abbiamo già parlato, ci spostiamo alla Yad-Eliyahu Arena di Tel Aviv, dove il Panathinaikos proverà ad espugnare il fortino del Maccabi: l’impresa fin qui non è riuscita a nessuno.
La squadra greca parte forte, ed annichilisce letteralmente gli israeliani con un primo quarto da 13-29. Il Maccabi però ha abbastanza esperienza per saper gestire anche situazioni difficili come questa.
Nel secondo quarto la squadra riesce a ricucire e a chiudere il primo tempo sul 43-46.
Al rientro dagli spogliatoi, nella terza frazione, la squadra di Pitino si ributta a capofitto nell’incontro e profonde il massimo sforzo senza però riuscire ad assestare il colpo del K.O.
Nell’ultimo quarto i biancoverdi non ne hanno davvero più e la squadra di casa ha gioco facile su una squadra esausta. Il risultato è un impietoso 23-10, gli oltre 10.000 tifosi accorsi possono tirare un sospiro di sollievo: arriva così l’undicesima vittoria consolidando ulteriormente il quarto posto.
Negli israeliani si mette in mostra Wilbekin con 24 punti, prestazione ottima anche per Dorsey (16 punti, 5 rimbalzi e 7 assist) e Hunter (15 punti, 7 rimbalzi e 2 assist).
Nei ragazzi di Oaka il migliore è Thomas (24 punti), seguito da Papapetrou (17 punti), per il resto davvero poco da segnalare.
Ora il Maccabi Tel Aviv si dovrà concentrare per preparare al meglio la sfida di Santo Stefano con la capolista Anadolu Efes.
Maccabi Tel Aviv – Panathinaikos 88-79
Parziali: 13-29; 30-17; 22-23; 23-10;
L’ultimo match della serata è un derby di Spagna. Il Real Madrid sfida il Baskonia nella sua tana.
La partita dura 10′ o poco più, dopodiché è monologo a tinte blancos. Già nel secondo quarto si tocca il +18, e, quand’anche la squadra di Vitoria faccia dei mini-break, non si ha mai l’impressione che la partita sia mai in discussione.
Nei baschi, quanto visto, è davvero troppo poco per esprimere un giudizio sulla loro prestazione.
Nelle fila madridiste invece brillano Mickey (15 punti e 8 rimbalzi) e Rudy Fernandez (12 punti, 5 rimbalzi e 4 assist). Buone prestazioni anche per Causeur (9 punti) e Deck (8 punti e 4 rimbalzi).
Con questa vittoria -la dodicesima della loro Euroleague– il Real raggiunge per la notte l’Anadolu in cima alla classifica.
Per il Baskonia è stata amara la settima spagnola prima di Natale. Ad inizio settimana si parlava di una squadra che era a ridosso della zona playoff; dopo le due sconfitte arrivate contro Valencia e Real la squadra è sprofondata al tredicesimo posto.
Ora la squadra deve ricompattarsi per preparare al meglio la sfida di Berlino con l’Alba del prossimo 26 dicembre.
Baskonia – Real Madrid 55-77
Parziali: 13-15; 16-30; 15-12; 11-20;
Emanuele Giorgi