Che i titoli NBA non si vincano da soli è palese ha tutti, anche perché il basket è uno sport di squadra. Quello americano, in particolar modo, è un campionato molto atletico e stancante. Soprattutto nei Playoffs, che oltre alle stanchezze fisiche logora anche, se non in maggior modo, quelle mentali. Si è notato soprattutto in questa serie tra San Antonio e Miami, a fare la differenza è stata infatti la grandissima compagine degli Spurs, ottimi sia con il quintetto base, che con le riserva, un gruppo ben bilanciato. Dall’altra parte gli Heat troppe volte cercano la giocata del Prescelto, che si è il giocatore più determinante della lega, ma molto spesso lasciato solo, senza compagni intorno che possano aiutarlo. Ecco la sintesi di queste Finals, e in particolare di gara4. Vincono i ragazzi di Gregg Popovich su quelli di Eric Spoelstra, in una gara che ha detto poco e che si è conclusa subito, con il solo LBJ (28 per lui stanotte 10/17 dal campo, 4/8 da tre, con 8 rimbalzi), cavaliere solitario, a cercare di tener botta.
La partita si prospetterebbe come la rivincita degli Heat, ma sin dall’inizio si capisce che i ragazzi di Spoeltra non entrano affatto con la mentalità di chi è con le spalle al muro. Anzi sin dai primi minuti si capisce che quelli con la voglia di vincere, e tornare tra le mura amiche con 48’ dalla vittoria, sono i Texani. Infatti dopo appena 5’08” Spoelstra è costretto a chiamare un timeout, il parziale di 13-4 gli fa capire che non è aria stasera. Ci pensano Wade (brutta prova per lui stanotte con 3/13 dal campo, 0/0 da tre, 4/8 dalla lunetta, con 2rimbalzi e 4 assist) e Bosh (gara incolore 5/11, 0/1 da tre, con 4 rimbalzi), a cercare di tirare su il morale e le speranze Heat, con un parziale di 0-6. Ma il primo peridodo si conclude con gli Spurs in vantaggio di +9 (26-17).
Non c’è niente da fare per Miami, infatti il pubblico incomincia già durante il 2° periodo ad abbandonare il palazzetto. Anche perché negli Spurs ci sono Diaw come al solito prova a tutto tondo, infatti sfiora la tripla doppia, 3/6 dal campo, 0/1 da tre, contornato da 9rimbalzi e 9assist)e Leonard (continua stupire il suo rendimento nella serie, e anche stanotte ne piazza 20 di punti, 7/12 dal campo, 1/3 da tre, e con 14 rimbalzi a chiudere la doppia doppia), che sono inarrestabili, con i tre stranieri i panchina che non si fanno rimpiangere. Solo Allen (stanotte fa quello che può, 3/6 dal campo, 2/4 da tre e 2 rimbalzi) da un po’ di respiro ai ragazzi di Spoelstra, due triple a -6’27” riportano Miami -9 (37-28). Ma è un fuocherello, gli Spurs si portano subito dopo sul +18 (46-28). A fine quarto Mills (come al solito si fa trovare pronto a sostituire il francese, infatti segna quasi un punto a minuto, 5/8 dal campo, 4/6 da tre e 2 assist) da 3 e un tap-in di Leonard, sanciscono il +22 (55-33) con cui i chiude il 1° tempo.
La ripresa è pura formalità per i ragazzi di Gregg Popovich. I primi 10 punti, del terzo periodo, di LeBron fanno sperare in qualcosa, ma senza l’aiuto dei compagni il Prescelto, che pure chiude il quarto con 19 punti realizzati, può ben poco contro la solidità di un gruppo, dove ognuno fa il suo e lo fa molto bene. E così il terzo periodo viene vinto 26-21 dai Texani, che si portano sul +24 (81-57).
Ormai il pubblico all’ AA Arena è andato via, e il palazzetto si è praticamente svuotato. Il 4° periodo ormai è storia scritta, così gli Heat cadono per la 2° volta di fila, non succedeva dal 2012, una serie di 13 vittorie consecutive dopo un k.o.
Francesco Bertoni