La settimana natalizia comincia con una pausa, una vigilia di Natale senza partite, la classica quiete prima della “tempesta”. Lo show riprende, prepotentemente, proprio il 25 Dicembre con big matches dai grandi nomi, sfide d’elite: il meglio della NBA, regalo per un giorno speciale ai 215 paesi collegati in diretta. Nulla di meglio dopo un giorno senza partite, come a sciogliere la suspance dell’attesa.
Il Grand Opening non lascia certo a desiderare: i blasonatissimi Boston Celtics sono di scena a Brooklyn contro i Nets, non poteva certo mancare the game nella Grande Mela in un giorno così importante e niente di meglio per la lega che aprire nella più nuova e sfavillante arena di tutto il circus. I padroni di casa appaiono stranamente molli sulle gambe e lasciano agli ospiti prendere un discreto vantaggio già nella prima metà di gara. Si rivedono i Celtics che ricordavamo dominare il secondo quarto (34-18): freschezza, corsa, atleticità e determinazione sotto canestro. Timidamente i Nets provano a rientrare in partita con il duo Williams – Lopez ma uno spumeggiante Rondo (19, 6 rimbalzi e 5 assist) contribuisce con giocate da campione a far girare la partita nel verso giusto per i suoi, soprattutto con un parziale 5-0 sul finire del terzo quarto che indirizza la partita per i verdi verso il 93-76 finale. Nonostante i 15 punti di Wallace e Lopez, i Nets non riescono a opporre una valida resistenza a Boston che, anche grazie allo spettacolare 60% da 3, espugnano il Barclays Center. Nonostante il brutto inizio nel giorno più importante di questo inizio di Regular Season, i Nets saranno protagonisti sia per i due back to back nell’arco della settimana che per questioni extra sportive.
Infatti, nonostante i 21 punti di Lopez il giorno successivo in casa dei Bucks a Milwaukee, arriva la sconfitta 108-93 contro uno scatenato Jennings che ne mette 25. La doppia sconfitta natalizia costerà molto cara a coach Johnson che viene presto esonerato in favore del suo secondo P.J. Carlesimo. La scelta di affidare la squadra a Carlesimo è sicuramente una mossa temporanea, anche se al momento non sembrano esserci rimpiazzi validi sulla piazza. La mossa è comunque tempestiva, alla vigilia del secondo back to back casalingo contro le ultime della classe (Charlotte e Cleveland), chissà, forse per evitare leciti dubbi a seguito di due probabili risultati positivi … che puntualmente arrivano! Rispettivamente 97-81 e 103-100. Ufficialmente coach Johnson viene esonerato per una “evidente” mancanza di chemistry (amalgama e gioco dei giocatori della rotazione) in campo: seppure l’ultimo mese aveva relegato i Nets, partiti benissimo, nelle ultime posizioni tra le 8 contender, Johnson rimane pur sempre il coach del mese di Novembre (!!!) e i sospetti dell’influenza della stella Deron Williams su tale decisione rimane fondata (visti anche i precedenti di Salt Lake City) nonostante tutte le smentite del caso. Gran brutta reputazione per un giocatore quella di mangia-allenatori; sebbene sia una voce senza oggettivi fondamenti, si sa, basta solo quella per creare un alone poi difficile da scrollarsi di dosso.
I caldissimi New York Knicks visitano invece i L.A. Lakers, al momento più sospinti dall’immenso blasone che da prestazioni che onorino la casacca giallo-viola. La partita dello Staples Center ha offerto stralci di show senza eguali, con tutti i migliori interpreti in campo. Nonostante un super Anthony (34 punti – 7 rimbalzi – 3 assist) i newyorkesi cedono con onore a Kobe and Co. in una partita equilibrata fino all’ultimo periodo in cui i padroni di casa acquisiscono il definitivo vantaggio. 100-94 il risultato finale del Christmas Special losangeleno. Subito rivincita per i newyorkesi il giorno successivo in casa Phoenix. Data l’assenza per un piccolo infortunio di Anthony è J.R. Smith a farla da padrone. Prova veramente maiuscola per l’uomo tatuato che ne mette 27 ma soprattutto infila un buzzerbeater allo scadere dell’ultimo periodo che regala la vittoria a New York 99-97. Il tour settimanale nella Western Conference si conclude due giorni più tardi in quel di Sacramento. Melo ancora fuori per la iperestensione al ginocchio sinistro. i Kings del redivivo Cousins si impongono 106-105 su degli irriconoscibili Knicks: 27 punti di vantaggio per i padroni di casa a metà gara. A quel punto il “solito” J.R. catches fire conducendo una impressionante rimonta nel terzo e nel quarto periodo. 28 punti, 7 rimbalzi e 5 assist alla fine per Smith, Tyson Chandler contribuisce con una prova di forza da 21 punti e 18 rimbalzi e Chris Copeland “aiuta” i suoi con 23 punti dalla panchina fino al vantaggio di due a pochi secondi dalla sirena. Ultimissima chance per i padroni di casa che vedono già all’orizzonte profilarsi la più cocente delle sconfitte. Ottima e solida difesa dei Knicks sull’ultimo possesso Kings. Palla sullo scadere a James Johnson che viene lasciato tirare (anche considerando il non invidiabile record da tre di 0 su 11 in stagione fino a quel momento) … 1 su 12 con tripla a segno e vittoria Kings.
Altra grandissima partita quella tra le protagoniste delle Finals 2012, gli Oklahoma City Thunder fanno visita ai Miami Heat. Una gara stellare, una rivalità forse ancora acerba e dovuta anche alla storia recente delle due franchigie ma già ai massimi livelli per intensità e spettacolo offerto. Non a caso la sfida è in palinsesto nella seconda metà del pomeriggio natalizio: decisamente il prime time della giornata. I Thunder si presentano alla “triple A” mutati, con un Harden in meno e la squadra prepotentemente affidata a Kevin Durant e Russel Westbrook. Gli Heat invece hanno cambiato pochissimo nel roster dopo la vittoria del sospirato anello, non per questo fanno meno paura agli avversari. Altalenanti i Thunder nella prima metà di gara, sprazzi di ottima pallacanestro nelle due metà del campo, quando la difesa c’è ne risente in positivo anche la transizione che rende i Thunder davvero implacabili. I numeri dei ragazzi dell’ovest dicono che OKC fa davvero paura: 84% dalla linea del tiro libero a fronte di 38 tentati, una migliore percentuale dall’arco dei tre punti, più rimbalzi offensivi degli avversari, il doppio dei punti in contropiede. Una squadra così dovrebbe vincere, “deve” vincere! Eppure … eppure inesorabilmente gli altri avanzano e si riportano avanti a cavallo tra secondo e terzo quarto grazie a un inaspettato Chalmers che chiuderà con 20 punti (12 da fuori). Gli appassionati avranno notato l’estrema somiglianza con le due gare delle passate Finals: Oklahoma che cresce collettivamente e gioca in maniera mirabile attorno alla stella indiscussa KD35; gli altri hanno James che nel pieno della sua personale maturazione diventa immarcabile quando cambia ruolo ad ogni azione, playmaker, guardia, ala, centro. Il giorno di Natale decide di essere lui il protagonista e a fine partita infatti il tabellino segnerà 29 punti, 8 rimbalzi e 9 assist, a un passo dalla seconda tripla doppia della stagione. Dwyane Wade ne mette 21 con 5 rimbalzi; di Bosh il punto esclamativo a 25,4 secondi con una schiacciata su assist mirabolante di Lebron che regala il prezioso vantaggio di 3 punti. Vantaggio che crescerà poi a 6 nei secondi finali fino al 103-97 definitivo. Kevin Durant onora la partitissima con 33 punti ma fallisce la tripla decisiva nel finale che avrebbe portato parità a 100 dopo la schiacciata di Bosh. Back to back anche per i campioni che passeggiano in casa Charlotte nonostante i 27 punti di Kemba Walker. Stavolta è Wade a condurre i suoi con una bella prestazione da 29 punti; sempre in vantaggio gli Heat alla fine di ogni quarto fino al 105 – 92 alla sirena. Una inaspettata e brutta battuta d’arresto nel weekend per la prima della classe della Eastern Conference che perde 104-85 a Milwaukee. Forse appagati dalla scorpacciata natalizia gli uomini di coach Spoelstra non resistono all’intraprendenza dei Bucks che mostrano una bella alchimia tra gli uomini più rappresentativi, Brandon Jennings e Monta Ellis: il primo chiuderà con 25 punti, l’altro con 14 , 9 assist e 5 palle rubate. Miami è addirittura avanti di 5 nel terzo quarto ma l’ultimo periodo vede James e Wade riposarsi sulla panchina proprio nei minuti finali, quando la gara era orma indirizzata verso i padroni di casa.
La Eastern Conference chiude il Natale in serata a Chicago che ospita gli Houston Rockets. Serata da dimenticare per i Bulls che a Natale storicamente non hanno mai vinto. Non sfatano quest’anno la tradizione con il 44,6% dal campo e il 30% da tre. Seratona per l’ex Asik che ne mette 20 e 18 rimbalzi. James Harden si conferma uomo squadra con 26 punti mentre l’ex Knicks Lin contribuisce con 11 assist. I Rockets battono nettamente e inesorabilmente i padroni di casa per punti in area, un impressionante 66-32. Troppe assenze pesanti per i Bulls che oltre al lungodegente Rose mancano anche della guardia veterana Rip Hamilton. Caustico il commento di coach Thibodeau sul 120-97 finale: “se non si sta bene e non si hanno spunti, di certo non si può vincere senza giocare con il giusto apporto di intensità”. La stessa intensità che ha reso negli ultimi anni la difesa dei Bulls una delle migliori della lega e che nella serata di punta della settimana è mancata totalmente. Pur vincendo nel weekend contro Washington 87-77, i Chicago Bulls sono ancora lontani dalla squadra vincente che erano nelle ultime due stagioni. Si vocifera che Derrick Rose sia tornato ad allenarsi con la squadra, prossimo al rientro ci si augura che trovi il giusto supporto per un finale di stagione degno dei Chicago Bulls. Si vedrà …. l’anno prossimo! Buon Anno a tutti.
@BettoRenzi