Degli Spurs con un anno in più nelle gambe, dei Grizzlies sempre più in crescita, dei Mavericks rinnovati e le incognite Rockets e Hornets freschi delle scelte di Davis e Rivers al draft. Scopriamo nel dettaglio ogni franchigia della SouthWest Division e le sue aspettative per la stagione in arrivo.
San Antonio Spurs
Gli anni passano, ma le aspettative sugli Spurs ogni anno restano sempre alte: il nucleo centrale della squadra è rimasto il medesimo, per tentare così l’ennesimo assalto al titolo sotto la guida di Duncan, Ginobili e Parker. I giovani Green, Leonard e Splitter sono chiamati a ripetere le buone prestazioni della scorsa stagione, affiancati poi dai ben più esperti Stephen Jackson e Boris Diaw, pronti ad offrire il proprio contributo e a giocarsela per un posto in quintetto che ormai non gli può essere garantito (sopratutto per il secondo). Sarà molto interessante vedere quale potrà essere il contributo offerto da Patty Mills, super con la sua Australia alle Olimpiadi di Londra, e del francese De Colo, ex giocatore del Valencia in Liga ACB. A guidare il gruppo, che spera anche in qualche miglioramento di Neal e Blair, ci sarà un Parker sempre più leader vista la parabola ormai discendente di giocatori come Duncan e Ginobili. Ogni anno gli scettici danno gli Spurs per finiti, ed ogni anno i texani sorprendono tutti ritrovandosi (ancora una volta) ai vertici della Western Conference. Fin dove arriveranno la prossima stagione?
Memphis Grizzlies
Che sia questo l’anno buono per il definitivo salto di qualità per gli uomini di Hollins? Sperando in una stagione senza infortuni delle stelle Randolph e Gay, la franchigia del Tennessee punta ad un buon piazzamento nella regular season, per poi giocarsela ai Playoffs come ha sempre fatto nelle ultime due stagione, con più o meno successo. Orfani di Mayo, diretto in sponda Dallas, l’arrivo della matricola Tony Wroten da Washington dovrebbe offrire un buon ricambio nel ruolo di combo-guard. Il reparto lunghi di Memphis è da prime 5 squadre nella Lega, con Zach Randolph ed un Marc Gasol sempre più solido e versatile a lottare sotto ai tabelloni. Bayless e Ellington, i nuovi arrivati rispettivamente da Raptors e Timberwolves, rinforzeranno il ruolo di guardia, con il punto fermo Gay come ala piccola; proprio dal giocatore da Connecticut ci si attende il salto di qualità definitivo, che più in generale tutta la squadra deve fare per diventare un cliente scomodo per le squadre ai vertici della Western Conference.
Dallas Mavericks
Dopo aver visto sfumare i sogni Deron Williams e Dwight Howard, e con le cessioni importanti dei veterani Kidd e Terry, Dallas ha deciso di iniziare la propria ricostruzione, con un roster talentuoso che potrà dire la sua per strappare uno degli ultimi posti per la postseason. In Texas è sbarcato Elton Brand, “amnistiato” dai Sixers, i due ambiti free agent Chris Kaman e O.J. Mayo, e con una trade con i Pacers anche Darren Collison e Dahntay Jones. Nonostante coach Rick Carlisle in una intervista abbia dichiarato che i Mavs puntano addirittura al titolo, è inverosimile che la squadra riesca ad arrivare tanto in alto, vista l’agguerrita concorrenza ed un posto nei Playoffs neanche garantito. Sotto la guida del solito Nowitzki, assieme ai veterani Marion e Carter, che non li manca da 12 anni, i texani non demorderanno facilmente. Gli innesti di Mayo e Collison hanno dato buone prospettive future alla franchigia, che potrà contare su un reparto lunghi rinforzato e una coppia di pivot tutta tedesca (Kaman e Dirk) in grado di far bene. Insomma, il roster dei Mavericks è una sorta di mix tra giovani e veterani molto in stile Spurs, anche se le aspettative sono abbastanza diverse. La squadra è intrigante, vedremo fin dove riuscirà ad arrivare.
Houston Rockets
Da possibile dominatrice del mercato con l’arrivo di Howard, i Rockets si sono dovuti accontentare di Jeremy Lin e Omer Asik, firmati con due contrattoni rispettivamente da 20 milioni di dollari in tre anni (10 l’ultimo) e da 25 milioni sempre in tre anni. Si tratta di cifre eccessive (in particolare per il secondo), quando aver disposto di ulteriore spazio salariale si sarebbe rivelato molto comodo nel mercato dei free agent. Aldilà dei due giocatori appena citati, Houston punta forte anche sui giocatori selezionati al draft, ovvero Jeremy Lamb, Royce White e Terrence Jones (con le chiamate 12, 16 e 18), davvero un buon bottino di talento e potenziale futuro. Con la partenza del promettente Goran Dragic, Lin è chiamato a ripetere la sua scorsa stagione con i Knicks, migliorando dal punto di vista delle palle perse e della percentuale dal campo e magari trascinando la squadra assieme all’uomo-franchigia Kevin Martin. A questa formazione si affiancano anche buoni giocatori pronti a partire dalla panchina, come Carlos Delfino, Toney Douglas, Chandler Parsons e Patrick Patterson. I Rockets hanno tutte le carte in regola per dimostrarsi la mina vagante ad ovest, magari centrando finalmente i Playoffs, solo sfiorati nelle ultime stagioni.
New Orleans Hornets
Dopo una delle stagione più disastrose della loro storia, in quel di New Orleans si punta forte sulle scelte al draft per tentare la rincorsa alla postseason, che quest’anno non sembra poi irraggiungibile. A Anthony Davis e Austin Rivers verrà data fin da subito molta fiducia, in un gruppo con molto potenziale futuro guidato dalla stella Eric Gordon, finalmente al meglio dopo l’infortunio al ginocchio che lo ha costretto a saltare gran parte della scorsa stagione. Partendo comunque un po’ più svantaggiati, NOLA potrà lottare con i vari Nuggets, Timberwolves e i già citati Rockets per gli ultimi posti nella Western Conference. La dirigenza ha fatto molto bene nel mercato, ottenendo anche Ryan Anderson in cambio del ben più modesto Gustavo Ayón e facendo approdare in Louisiana anche Lopez e Warrick. Gli Hornets sono una franchigia che potrà fare molto bene in futuro contando sulla crescita dei propri giocatori, ma se fin da subito Davis e Rivers prenderanno il comando della squadra assieme ad Eric Gordon i tifosi degli Hornets potranno ricominciare, come nell’era Chris Paul, a pensare in grande.
Federico D’Alessio