Come nessuno, permettetecelo. Mentre chiudono riviste storiche, mentre tutti gli appassionati dotati di decoder si preparano alle nottate di fronte alle immagini trasmesse da Sky Sport o in alternativa allo streaming su internet (questa l’intera schedule della serie) noi di All-Around ci/vi facciamo – nella persona del nostro boss Simone Mazzola – un regalo senza precedenti: un viaggio al di là dell’Oceano per seguire, primi tra tutti i siti italiani del nostro genere e status, le finals da Oklahoma City e Miami. E non da turisti per caso, ma da inviati regolarmente accreditati dall’NBA. Scusate se è poco e…permetteteci il vanto!
Dall’Italia invece continueremo con i contributi della redazione, che come tutti voi si piazzerà di fronte alla tv, scorte di caffè alla mano, anche se probabilmente non serviranno, data l’elettricità più che probabile delle gare. Minimo 4, massimo 7, ormai lo sappiamo tutti. Si parte da OKC, una città che vive sportivamente parlando per la propria squadra. Un palazzo che viene riempito dall’entusiasmo di un pubblico più da college che da NBA, pronto ad esplodere per le giocate dei campioni della Western Conference.
Per fortuna il basket è un gioco che si disputa a tutto campo, attacco e difesa, perciò non potrà
mai essere l’attacco degli Heat contro la difesa dei Thunder, o viceversa, ma una sfida completa, da analizzare e capire. Previsioni e pronostici, si sa, sono fatti per essere poi smentiti dal campo, l’unico giudice insindacabile, ma come sempre ci proviamo.
La prima considerazione che mi viene in mente è quella legata agli accoppiamenti difensivi scelti da Spoelstra. James quasi sicuramente dovrà occuparsi di Durant, a Wade quindi verrà assegnato uno tra Harden (probabile) e Westbrook. Bene, ma quello non marcato da D-Wade chi se lo prende? Nella serie contro Boston gli Heat si sono potuti permettere abbondanti minuti di Wade o James addirittura su Rondo, tanto erano bagnate le polveri degli esterni biancoverdi. Con Ray Allen fortemente condizionato dai problemi alle caviglie anche un Battier o un Miller ne hanno potuto seguire le piste lungo i consueti percorsi ad ostacoli (ehm blocchi) organizzati da Rivers sulla linea di fondo. OKC che gioca in modo completamente diverso non darà le stesse possibilità a Miami, soprattutto se Westbrook non terrà la palla troppo ferma come spesso ha fatto un pur sempre grandissimo Rondo, vero motivo insieme a Garnett, dell’approdo addirittura a una gara 7 di finale di conference da parte dei Celtics.
I Thunder, altra importante variante, non disdegnano di correre, e se Miami ha provato a spingere di certo più di Boston nella serie appena conclusasi, in finale i ruoli potrebbero invertirsi. Wade non arriva in grandissima forma all’atto conclusivo della stagione, così come il già citato Mike Miller, e Chris Bosh, positivissimo soprattutto nel tiro da fuori nell’ultima gara, è comunque reduce da un infortunio importante agli addominali. Tutto questo fa pensare a come gli Heat potrebbero decidere di rallentare il ritmo delle gare, cercando di giocare a metà campo e affidandosi al talento di LeBron e Wade.
D’altra parte non è pensabile (sarebbe davvero assurdo ipotizzarlo) che Spoelstra possa ora variare qualcosa nel suo game-plan offensivo. L’attacco sarà sempre imperniato sulle soluzioni 1vs1 (ma anche contro 2, 3, 4…) in primis di James, e di Wade a seguire, con i tiratori appostati negli angoli per sfruttare eventuali scarichi. Probabile che l’area difensiva di OKC verrà riempita molto più spesso di quella dei Celtics, grazie alle capacità difensive di Perkins, Ibaka e Collison, in grado di aiutare e poi recuperare, di coprire molto spazio orizzontalmente per intervenire in caso di necessità sui tiratori con azioni di close-out dopo aver impedito le penetrazioni avversarie a centro area.
L’attacco dei Thunder, in contraddizione con quello avversario, offre invece molte varianti. E
d’altra parte nella metà campo difensiva ha uomini in grado non di fermare, ovviamente, ma di certo di limitare il potenziale di Miami. Oklahoma City appare quindi molto più completa, nel roster e nelle soluzioni a disposizione di Scott Brooks, come dimostrato fino ad oggi dalla loro corsa nei playoffs, che li ha visti eliminare nell’ordine Dallas, Lakers e San Antonio. Come per quel che s’è scritto e detto a proposito della serie contro gli Spurs, OKC sembra sempre troppo giovane ed inesperta, eppure ce la ritroviamo a queste Finals. L’incoscienza, unita certamente al talento smisurato di Kevin Durant, e all’atletismo talmente diffuso in tutti i suoi compagni di squadra, possono essere le vere chiavi per arrivare a un anello che avrebbe dell’incredibile, se solo pensiamo da dove sono partiti Sam Presti & c. poche stagioni fa. Tutta la pressione sarà sulle spalle di James, ancora una volta, che dopo la sconfitta con i Mavs della passata stagione, vive momenti ed emozioni che solo lui – pur con difficoltà – potrebbe raccontarci. La faccia messa in mostra in gara 6 e 7 di finale di conference dice invece di un LeBron maturato forse al punto giusto per trascinare se stesso prima dei compagni alla vittoria finale che dal 2003 (anno di ingresso nella Lega) gli è sempre sfuggita. Purtroppo per lui, personalmente, penso che anche quest’anno l’anello non arriverà, vedendo comunque OKC come favorita e quindi vincente al massimo in 6 gare. C’è però da dire a favore degli Heat che il progetto di Pat Riley è inevitabilmente a un bivio: se non si vince quest’anno il roster verrà presumibilmente rivoluzionato, per quanto possibile con le regole del salary cap, e forse proprio per questa seconda occasione consecutiva, che puzza tanto di ultima spiaggia, Miami potrebbe tirar fuori quel qualcosa che fino ad oggi, evidentemente le è mancato per fare l’ultimo, decisivo passo verso l’anello.
In conclusione una raccomandazione: il 2012 si sta rivelando un anno pieno di soddisfazioni per tutti noi di All-Around.net: la conferma della copertura totale con i nostri inviati su tutti i campi di Serie A, l’impegno per l’Eurolega e tutte le altre sezioni, l’uscita del nostro libro “12 Storie 1 Passione” e ora il viaggio di Simone al seguito delle NBA Finals. Se volete, condividete tutto questo con noi!
Andrea Pontremoli
@A_P_Official