Sarà quella che sarà, questa short season, con tutte le sue peculiarità e controindicazioni, ma ci fosse ultimamente un’occasione in cui riesco a vedere i Dallas Mavericks almeno vicini agli standards dello scorso anno. Non è la prima volta infatti che i Mavs regalano ai telespettatori italiani una partita scarsa, per non dire nulla come nell’occasione odierna contro i Los Angeles Clippers, che passano comodamente all’American Airlines Center con un ragguardevole 75-94.
Verso i playoffs – Eppura la gara di stanotte doveva contare qualcosa anche per la truppa di coach Carlisle. Il parziale negli incontri stagionali con i Clips recitava un salomonico 1-1, quindi la gara era decisiva per il così detto “tie-breaker” ovvero il vantaggio, o per l’una o per l’altra, in caso di arrivo in parità nella classifica finale della Western Conference. Nonostante questo i texani non sono proprio scesi in campo, se non per onore di firma. Dicono che la rimonta contro gli Orlando Magic abbia portato via troppe energie ai Mavs per consentirgli un’altra gara tirata, contro dei Clippers giunti a Dallas con l’obiettivo invece di prolungare la propria attuale striscia vincente (6 W consecutive, contando questa) guadagnandosi quindi quel famoso eventuale vantaggio di cui sopra. La classifica della conference in questo momento vede L.A. insidiare il terzo posto dei cugini Lakers ad una sola gara di distanza, mentre Dallas non dico che rischia di rimanere fuori dalla post-season, perchè improbabile ed eventualmente solo a causa di un completo terremoto in questi ultimi 22 giorni di campionato, ma con Denver e Houston a inseguire l’attuale 6° posto dei campioni in carica non dovrebbe suggerire a Nowitzki & Co. di lasciare per strada partite come questa.
Un uomo solo al comando – Inutile forse ripeterne nome e cognome ma…sì, parlo sempre di Chris Paul, l’artista col numero 3. Ben coadiuvato da un Randy Foye in serata di grazia al tiro da fuori (8 triple) gestisce a piacimento la propria squadra, gli avversari, la partita stessa. Del Negro gli concede anche ampi riposi in panchina, visto come s’era messa la partita, che non impediscono all’ex Hornets di chiudere con 10 assist ma solo 8 punti, frutto di una serataccia al tiro (0-5 da tre). In una gara davvero poco fisica non fanno notizia i soli 12 tiri liberi tentati dai biancorossi, per altro mal convertiti (appena 5 a bersaglio). Non una novità che uno dei maggiori responsabili di questa statistica tutt’altro che accettabile, sia Blake Griffin (1-5) in quello che è e sarà presumibilmente un limite e un bel problema nelle fasi calde delle ultime partite di stagione regolare, per non parlare poi dei playoffs.
Scusate, ma… – Vinny Del Negro ha salvato – al momento – il suo posto sulla panchina losangelena, grazie proprio a questa striscia aperta di vittorie. I motivi dei dubbi sulla sua permanenza, almeno fino a fine stagione, erano e restano svariati. Una curiosità però mi ha colpito, e non poco. L’ex Benetton Treviso, a modi allenatore di college, tiene in mano e sventola di conseguenza uno o più fogli dove presumibilmente sono segnati i giochi previsti per la gara in corso e/o per situazioni particolari (di solito rimesse, giochi dedicati alle chiusure di quarto, un po’ come fa Doc Rivers per intendersi col suo cartoncino verde – of course – nel taschino interno della giacca). Ma quindi fatemi capire: che c’è scritto su sti fogli? I Clippers giocano solo e soltanto un pick’n’roll centrale, anche più volte nella stessa azione se Paul decide che un lato verso il quale palleggiare non gli aggrada, fa retromarcia e convoca un diverso bloccante. Poi da qui nasce tutto: una sua incursione a centro area per la conclusione personale, magari in arresto-e-tiro, o uno scarico per i tiratori che aspettano ansiosi lungo l’arco dei tre punti (vedi appunto il Foye di questa notte). Non esistono altri set offensivi, non abbiamo potuto ammirare chiamate particolari o che diano l’idea di essere studiate e provate a lungo in allenamento, come si direbbe nel calcio. Soprattutto nel primo tempo si vedono una lunga serie di 1vs1, un po’ di tutti i giocatori dei Clippers, Jordan escluso, poi questa gestione controllata di Chris Paul fino alla sirena finale. Questa volta, è certo, i Clippers i playoffs li faranno, e di sicuro nessuno vorrebbe giocare una gara decisiva a “Lob City” contro CP3 e Griffin, però di fare strada, se le premesse tattiche restano queste, non credo se ne possa parlare, pur con in squadra il miglior playmaker del mondo.
Andrea Pontremoli
@A_P_Official