Selezione finale al gran ballo, e ballerini ancora in gara già felici di avere almeno il premietto di consolazione.
Eh sì, perché anche se non si va a medaglia o si resta fuori dal preolimpico, in calce a caratteri minuscoli compare una gradevole postilla regolamentare: le prime sette sono ammesse di diritto agli europei 2013; e se nelle prime sette ci fosse –metti caso– la Slovenia che gli europei li ospita, sarebbe ammessa anche l’ottava.
Bene, siccome ai quarti la Slovenia c’è, tutte le altre sette sono già qualificate per i prossimi campionati continentali; che vuol dire, mal che vada (ovvero, mancando il traguardo olimpico o preolimpico), passare comunque la prossima estate in confortanti amichevoli, anziché dannarsi per il lasciapassare nei gironi di qualificazione.
Tra le soddisfatte, le più radiose sono ovviamente Spagna e Francia: percorso netto, salvo una sconfitta a testa, quasi cercata. Ohi, per la Francia si potrebbe anche togliere il “quasi”, visto che la “gran disfida” contro le furie rosse è stata giocata senza Parker e Noah, e guarda caso la sconfitta evita ai “cugini” la eventuale semifinale con la Lituania padrona di casa, spedendoci proprio la Spagna. Spesso, dopo calcoli di questo tipo, si finisce poi con lo scivolare con una outsider, e – ammettiamolo – uno sgambetto greco non ci addolorerebbe troppo, a maggior ragione dopo aver letto le dichiarazioni dell’ex Mr. Longoria prima e dopo la sfida con l’Italia; ma razionalmente, vista la forza mentale che per la prima volta i transalpini sprigionano davvero, non è che venga spontaneo puntare grandi cifre sugli ellenici.
Per il resto, il second round che ci sarebbe toccato se avessimo battuto la Germania ha confermato l’impressione nefasta avuta al sorteggio; senza esagerare, delle sei più forti del torneo almeno cinque erano dalla nostra parte del tabellone, e sarebbero state sei su sette se la Turchia vicecampione del mondo non si fosse squagliata come al solito al trovarsi lontano dal Bosforo.
Spagna a parte, il basket tecnicamente migliore è stato a tratti quello lituano, capace di passare dai fuochi d’artificio dell’incontro con la Serbia (forse il più divertente del torneo, finora) al catenaccio pur perdente contro la Francia. E poi il cazziatone di Jasikevicius a Lavrinovic – sì, lui, mica l’ultimo panchinaro! – per un errore nella difesa sul pick and roll (avete letto bene: in difesa!, settore dove Jasikevicius non è che sia proprio un docente universitario…), con tanto di non amorevole buffetto sul coppino, merita da solo la semifinale. Certo, magari con qualche fischio arbitrale in più per i ruvidi contatti –ops, stavo per scrivere “mazzate”– su Nowitzki negli ultimi due minuti dello scontro diretto, saremmo qui a commentare la clamorosa eliminazione dei padroni di casa…
Già, la Germania. La vera vittima del sorteggio: alzi la mano chi non l’avrebbe vista qualificata, magari al primo posto, se inserita nell’altro girone. Il bello è che i tedeschi hanno disputato un ottimo europeo, stretti attorno al loro totem, talmente votato alla causa da indurre Kaman a credere di essere tedesco, e addirittura a farlo trasvolare fino in Lituania (“te lo giuro, giocano a basket perfino lì! Se vieni dopo ti porto a mangiare il caviale…Ok, poi ti spiego anche cos’è il caviale“). Stretti attorno sì, ma certo non limitati al ruolo di “dalla a Dirk e mettiti lontano”, anzi: dopotutto, gli azzurri erano anche riusciti a limitarlo, il neo-campione NBA, eppure i due punti, decisivi, sono lo stesso finiti a loro. Al secondo turno tutto questo non è bastato: la quinta/sesta forza continentale fa le valigie, perché le prime quattro erano nel suo stesso girone.
Così l’unica che rischia davvero ai quarti – attenzione: chi vince è almeno al preolimpico, vero obiettivo minimo per tutte tranne la Spagna – è la pigra Serbia, capace di meraviglie e di clamorosi passaggi a vuoto. Il dentro-o-fuori con la Russia è la grande attrazione dei prossimi due giorni, e sarà affascinante scoprire se prevale la regia di Teodosic o l’atletismo dell’incredibile pacchetto di lunghi guidato da Kirilenko.
Le altre provenienti dal girone F sembrano invece destinate a giocarsi gli ultimi due posti per il preolimpico: il “nostro” (certamente più nostro che macedone, diamine!) Mc Calebb ha già trascinato i suoi oltre ogni limite ed ogni precedente nazionale; la tremebonda Slovenia, da sempre la nazionale con più divario tra nomi dei singoli e risultati di squadra, festeggia lo scampato pericolo finlandese (!) senza neanche pensare ad importunare la Spagna; e della Grecia senza le “loro maestà” Diamantidis e Spanoulis – con tutto il rispetto per Zizis – si è già detto.
Un’ultima chiosa, per noi. Vero, sorteggio sfigato, Russia e Grecia le abbiamo battute in preparazione con partite che certo non erano meramente dimostrative, e se fossimo stati “di là” probabilmente ora staremmo programmando la settimana lavorativa sulla base degli orari TV. Ma la fortuna, anche nei sorteggi, va meritata: e se butti via con Israele l’occasione di arrivare quarta nel girone, per quanto “sfigato”, non ti lamentare poi se nelle successive qualificazioni ti trovi due/tre clienti ostici…
Maurizio Zoppolato