Finito il primo turno, direi col botto, visto l’ultimo quarto dell’ultima gara giocata (MEM-SAS).
Ma andiamo con ordine, e vediamo come si sono chiuse le 8 serie di primo turno.
[b]Eastern
Chicago – Indiana: 4 – 1[/b]
Poco da aggiungere rispetto a quanto detto nel pezzo di settimana scorsa. Rose e Thibodeau daranno alla Windy City tante soddisfazioni in futuro, ma per ora appare eccessiva la fatica con cui hanno superato i men che modesti Pacers, la peggior squadra ammessa ai PO. Se consideriamo che per fare loro posto sono state lasciate fuori Phoenix e soprattutto Houston, ci si interroga sul senso dei due tabelloni separati per le due confernence …
Gara 5 non aggiunge nulla rispetto a quanto visto nelle prime 4 gare, Chicago fa troppa fatica (complice anche un ottimo inizio di Granger), ma alla fine la spunta. Portandosi dietro nella prossima serie il non gradito regalo dell’infortunio a Boozer.
Ah, ma allora era lui quello con la maglia numero 5 dei Bulls! Chi l’avrebbe mai detto …
MVP: aspetta che ci penso … Facciamo Rose? 27,5 punti, 6,2 assist e 2,6 recuperi potrebbero essere buone motivazioni. Certo, ci sarebbe quel problema del 37% dal campo non proprio eccitante, ma considerando che gli ha vinto da solo almeno 3 partite nell’ultimo quarto, non mi lamenterei troppo.
[b] Boston – New York: 4 – 0[/b]
New York era già stata regolata la scorsa settimana, stupisce che non sia ancora arrivata la notizia dell’esonero di D’Antoni, mentre giunge a sorpresa quella dell’estensione del contratto di Donnie Walsh, già atteso al ritorno ad Indiana, per dare posto al ben più meritevole (!?) Isaiah Thomas.
MVP: mi verrebbe da andare sullo strappalacrime, e dire che ha vinto LA Squadra, con i Big 4 protagonisti ciascuno per una partita, ma per rispettare il giochino dell’MVP andrò con Rondo, che con 19 punti, 12 assist e 7 rimbalzi ha quasi fatto una serie da tripla doppia. Si potrebbe dire che è stato agevolato dall’assenza per infortunio del suo avversario diretto (Billups), ma conoscendo Rondo, sappiamo bene che chi ha di fronte è proprio l’ultimo dei suoi problemi …
[b]Miami – Philadelphia: 4 – 1 [/b]
Miami chiude il conto con i Sixers in casa, in gara 5. L’impressione sulla serie è la stessa data dai Bulls con i Pacers, ovvero il divario fra le due squadre era troppo per giustificare una gara 1 vinta a fatica e una gara 4 persa. Miami è questa, e sarà così fino alla fine di questa stagione: orribile da vedere, ma con talento sufficiente a vincere contro chiunque. È appena partita la serie che tutti aspettiamo da un anno, quella contro Boston, anche se a onor del vero Boston non si è presentata (Garnett e Rondo impresentabili, Pierce teso, ininfluente all’inizio, troppo bizzoso sul più bello), e Miami ha avuto comunque i suoi bei problemi a vincere, non ostante un Wade da grandi occasioni. L’impressione è che sarà una serie lunga …
MVP: Bosh. Lo so, vi ho stupiti, sapete che non sono proprio un fan nè del giocatore, né del tipo di giocatore. E il fatto di aver preso (in tutta la serie) solo 3 rimbalzi in più di quel baobab di Wade non è che proprio gli faccia onore. Comunque lo considero un premio di incoraggiamento per un giocatore che torna ai PO (dove non è proprio di casa) con un ruolo politicamente delicato (è il più scarso delle 3 stelle, deve lasciare il giusto spazio agli altri due, senza però scomparire, perché deve anche giustificare il suo contratto), e che tutto sommato si difende bene: 20 punti a partita, 50% dal campo, 9 rimbalzi, una sicurezza. Che detto di lui, è veramente parecchio.
[b]Orlando – Atlanta: 2 – 4[/b]
Primo grande upset dei playoffs. Orlando sopravvive (e bene) alla quinta partita in casa, ma soccombe (e male!) alla sesta nel nido dei Falchi. Ancora un grande Crawford, ma soprattutto ancora i tiratori dei Magic sotto media. La strategia di stare con i tiratori e rendere loro dura la vita ha pagato. Bastava così poco a battere Orlando? L’avesse saputo Lebron, sarebbe rimasto a Cleveland …
Indicativa la conferenza stampa post game 6: Howard parla solo del futuro, di come voglia vincere e di come la sua priorità sia allenarsi per migliorare per la prossima stagione, in cui sarà ancora in forze ai Magic. Scambi? Non risponde su questa domanda.
Segue VanGundy, che si lancia in sperticati elogi del suo Centro: e’ uno dei giocatori più forti della lega, mi domando come si possa perdere con lui in squadra … Veramente, Coach, speravamo ce lo dicessi tu…
Tradotto per i comuni mortali: Howard se ne vuole andare, i Magic sono disposti a tutto per trattenerlo, ma le probabilità sono bassine. Certo, se veramente se lo pigliassero i Lakers e per la seconda volta andassero a vincere un titolo affiancando a Bryant un centro di strapotere fisico rubato ai Magic (provate a indovinare chi fosse il precedente! Un aiutino: è agente di riserva nella polizia di Miami), sarebbe un duro shock per la città di Disneyworld.
MVP: Jamal Crawford. 20 punti, 50% da tre, il tiro per vincere in gara 4, miglior realizzatore dei suoi, e in generale un rebus insolubile per la difesa dei Magic. Mi verrebbe da dire che più ancora di lui lo merita Coach Larry Drew, esordiente nei PO, che però riesce a dettare le regole tattiche della serie: Howard in 6 partite fa oltre 160 punti (nessuno dei compagni supera la tripla cifra) e quasi 100 rimbalzi, eppure i suoi perdono, e pure malamente. Onore al merito
[b]Western
Los Angeles – New Orleans: 4 – 2[/b]
Come diceva Peterson, “l’altezza non si insegna”.
O come diceva mia nonna: “altezza, mezza bellezza”. Mia moglie non l’ha mai presa molto bene.
Comunque, … Okafor sembrava una bubble head, a fianco a Bynum. A proposito: vista anche questa serie, i Lakers sono sempre convinti di volerlo scambiare per Howard? Chris Paul non ce la racconta giusta, con una gara 6 decisamente inferiore alle (comunque non modeste) attese. Le due vittorie e la combattuta gara 4 (poi persa) ci avevano abituato a ben altre prestazioni, in gara 6 sembrava si conservasse per il finale, ma in realtà non è mai entrato in partita. Sarebbe comunque cambiato poco, i Lakers non sono mai stati realmente alla loro portata. Certo li hanno costretti ad impegnarsi più di quanto volessero, ma siccome il “quanto volessero” dei Lakers è sempre prossimo allo 0, ci riescono quasi sempre tutti. C’è anche chi ha voluto leggere una gara polemica di Paul, del tipo: ecco, questi sono i miei compagni senza di me, dove vogliamo andare? Può essere, ma mi sembrerebbe decisamente una lettura ingenerosa di Paul: se è vero che con quei compagni non puoi arrivare in fondo, dall’altro non puoi non notare che tutti hanno dato il massimo che potevano, e in un contesto così trattenersi apposta è criminale. La squadra gestita ad interim dalla lega chiude così la sua stagione, ora bisogna capire chi la compra, poi cosa fanno (leggi: “con chi lo scambiano”) con Paul, ma sembra che l’esperienza di questo gruppo volga alla fine. PS: Belinelli alla miglior serie giocata da un italiano nei PO NBA? Concorrenza modesta, ma comunque un buon risultato. Io lo rivaluto ad ogni partita che vedo.
MVP: ‘Drew Bynum, oltre 10 rimbalzi, 15 a partita, 56% dal campo, quasi 2 stoppate. Altro premio di incoraggiamento per la prima serie veramente convincente del ragazzone, per una volta Bryant (che è DA REGOLAMENTO MVP in qualsiasi partita giochi) non se la prenderà. Voi comunque non glielo dite, non si sa mai.
[b]Dallas – Portland: 4 – 2[/b]
Come dicevo la volta scorsa, sembra la serie di Portland dello scorso hanno: Cenerentola/Roy dopo gara 4 si accorge che è passata la mezzanotte, si ritrasforma nel brutto anatroccolo, e lascia i suoi senza speranza. Mattews e Wallace i più colpevoli di aver bucato la serie, Alridge principe del “bello ma inutile”, Roy, come detto, vincitore del premio “what if”. Al di là di quello, e di qualche batticuore sopra il dovuto, la squadra più forte vince. Comunque rimane l’impressione che a Dallas vada il record di squadra con il peggior rapporto qualità della squadra/risultati ottenuti dell’ultima decade. I Lakers li batteranno ancora (con calma, ovviamente!) e poi forse quest’estate finalmente Cuban procederà a smantellare un gruppo che, probabilmente per motivi più mentali che tecnici, non potrà mai andare da nessuna parte. O vogliono raccontarci che mancava Butler, e il prossimo anno sarà tutto diverso?
Curiosità: Nowitzki ha tirato quasi il 50% da 3. Bene, ma sapete su quanti tentativi? 9.
9? Avete letto bene, poco più di un tiro a partita. Dev’essermi sfuggito qualcosa…
MVP: Jason Terry. 17,3 punti, quasi 4 assist, 50% dal campo, uscendo come sempre dalla panchina. E in più le giocate più importanti di gara 5 e 6. Nowitzki, dopo una grande gara 1 è andato un po’ in calando.
[b]Oklahoma City – Denver: 4 – 1[/b]
Anche in questo caso, dopo un breve deragliamento in gara 4, la squadra col favore del pronostico chiude i conti in 5 partite. A differenza però delle serie di Chicago e Miami, la squadra sconfitta era di tutto rispetto, ha rischiato di vincere almeno 3 delle 4 partite perse, e il tutto non ostante una prova complessivamente al di sotto delle aspettative dal suo giocatore di riferimento, Danilo Gallinari. 18, 7, 6, 18, 11: questi i suoi punti nelle 5 gare. Anche qualche canestro indimenticabile, che dà l’idea del giocatore che potrebbe essere, ma il presente appare un po’ spaesato, all’interno di una squadra con tanta buona volontà ma le idee confuse e un roster non bilanciato.
Discorso opposto per i Thunder, che invece sono usciti indenni da una serie comunque insidiosa, dimostrando di aver due realizzatori (Durant e Westbrook) formato all star, una terza bocca di fuoco di tutto rispetto dalla panca (Harden), e una difesa rocciosa arroccata intorno a Perkins e Ibaka. I Nuggets passano dai 107 a partita della RS ai 97 della serie: benvenuti in postseason, firmato: Thunder.
MVP: Ibaka. Continua la nomina degli MVP “alternativi”, ma il ragazzo che ha iniziato a giocare a basket pochi minuti fa ha argomentazioni significative. Quali? Cosa ne dite di quasi 5 (cinque!) stoppate a partita? Si aggiunga che questa belva da difesa non ti danneggia così tanto in attacco (10 a partita), con delle mani che sembrano ogni giorno più morbide.
[b]SanAntonio – Memphis: 2 – 4[/b]
Gli Spurs sono vecchi. Duncan si è infortunato al ginocchio a marzo, e non si è più ripreso completamente. Ginobili si è infortunato nell’ultima di RS, non ha giocato gara 1, e ha faticato nelle successive. Il gioco degli Spurs “new deal” è più adatto alla RS che ai PO.
Queste tutte le cose intelligenti che posso dirvi per spiegare questo risultato. Ma vi direbbe solo motivi per i quali gli Spurs avrebbero potuto perdere la serie. La realtà è che invece l’hanno vinta i Grizzlies. E qui già fatico a spiegarvi perché questa squadra all’apparenza mediocre e senza Rudy Gay abbia giocato così bene.
Poi c’è il quarto quarto di gara 6 di Randolph. Su quello non ho proprio niente da dire.
La front line di Memphis è decisamente solida, con il Gasol minore a spaccar pietre, prendere rimabalzi e difendere, e Zibo a pennellare in post basso come pochi oggi giorno sanno fare. Per il resto, si segnalano un Conley in stato di grazia e una serie di guardie atletiche che soprattutto sfruttano con tagli le letture di Randolph. Da notare anche Tony Allen, che ha affrontato la serie con gli occhi spiritati di chi è in missione. Una difesa su Ginobili ai limiti della perfezione, ma anche in attacco mostra un atletismo e una voglia del tutto fuori scala, che suppliscono anche agli evidenti limiti tecnici del giocatore: quando ha la palla in mano fuori dalla linea da 3 gli avversari lo guardano con pietà, ma come c’è una palla vagante li assale il terrore che Allen si materializzi e se la porti via. Lui, o uno dei suoi cloni in giro per il campo.
MVP: vogliamo proprio parlarne? Zibo, dopo la già citata prestazione in gara 6 (31 punti, 12 nell’ultimo quarto), in cui i numeri non rendono ragione dell’irrealtà dei canestri segnati, credo che non debba più giustificarsi con nessuno. Mai visto giocare così in post basso. Basso, tarchiato, velocissimo e con mani fatate. E’ un po’ come vedere Glen Davis, ma dopo un’indigestione di LSD.
Qui si chiude l’analisi sul primo turno, il secondo è iniziato e Zach e i suoi non sembrano per niente appagati dallo storico risultato raggiunto.
Qualcuno vuole rivedere i suoi pronostici?
Vae Victis
Carlo Torriani