Lakers e Hornets sul 2-2, le premesse sono più che ottime: in quattro gare si era visto sostanziale equilibrio tra i due team, con i gialloviola che però, avevano già dimostrato di avere mezzi e capacità per chiudere la serie, premendo sull’acceleratore e liberandosi di questi scomodi avversari. Ma ovviamente i due volte campioni del mondo non si smentiscono mai e così fino ad ora hanno espresso sprazzi di buona pallacanestro alternati regolarmente da black-out di stampo Regular Season. A questa poca incisività (non comunque giustificata), 48 ore prima si era andata ad aggiungere pure la caviglia di Kobe, con blog e siti scatenati nello spargere panico tra i fan losangeleni; terminate le altre due sfide previste nella nottata a Est, ecco dileguarsi ogni incubo (qualche burlone parlava infatti di frattura): Kobe con il suo faccione sorridente è regolarmente in campo tra i primi cinque, con lo Staples che sembra essersi finalmente tramutato per l’occasione in un vero campo da Playoffs.
Pronti via gli ospiti mettono subito il turbo con un 7/7 dal campo che costringe i lacustri ai primi straordinari per restare a contatto: Fisher prima e Artest dopo fermano il principio di fuga, seguiti da due eccellenti movimenti nel pitturato da parte di Gasol e Bynum che portano avanti i ragazzi di Jackson, ma NO ha la mano davvero caldissima e Paul regala in successione un altro dei suoi 8 assists nel solo primo quarto a Smith, che ringrazia e segna il 32-23 con cui si va a riposo. La risposta all’incredibile performance offensiva Hornets (81% dal campo) arriva con la duplice tripla di Brown che conclude un perfetto 8-0 grazie a cui LA ritorna a -1. A poco serve il solito lavoro di arginamento di CP3, perchè a metà parziale anche Bryant decide di entrare nel vivo del match piazzando due jumper dalla media, ma soprattutto saltando in testa ad Okafur con una schiacciata di pregevole fattura che spegne il mini-break guidato da Ariza e riaccende l’entusiasmo dello Staples. Il Mamba non si ferma qui e la grinta messa in campo (sprained-ankle what?) ispira un grande passaggio di Fisher verso Bynum per un’altra inchiodata a canestro. 14-5 di parziale e Lakers sopra di 3 lunghezze a metà gara.
I padroni di casa continuano a spingere anche al rientro, dalla tripla di Derek al secondo strepitoso volo del #24, che questa volta evitando la stoppata di Landry chiude di sinistro. LA vola in poco tempo sul +10. Il nostro Marco, però, è in serata di grande spolvero e due delle sue tre triple mandate a segno danno agli Hornets la chance di rientrare in piena corsa, ma Artest s’infiamma e quando Gasol in post basso su Okafor segna prendendosi anche il fallo, sono addirittura 11 le lunghezze di distacco. La strada sembra spianata per i lacustri e invece Ariza (22 punti finali), un po’ per doti atletiche di tutto rispetto un po’ per demeriti di Kobe, si conferma come diligente scorer, lasciando a “soli” 7 punti il gap tra i due team a fine terzo quarto (79-72). NO potrebbe così ancora insidiare la leadership gialloviola, ma per 4 minuti gli uomini di coach Monty Williams non trovano più la strada del canestro, pasticciando e mollando lentamente la presa: dall’altra parte invece i “comprimari” si comportano davvero bene e quando Bryant,Gasol e Fisher ritornano in campo il vantaggio costruito è oramai incolmabile e il match diventa un semplice e continuo viaggio in lunetta ad arrotondare il tabellino dei singoli. Belinelli è dunque lasciato solo e la tripla di Odom a 36” dal termine nient’altro è che il sigillo di una gara ben controllata, finalmente giocata da veri Lakers. Finisce 106-90, corpose le cifre raccolte dai losangeleni, mentre per gli Hornets dietro al trio Belinelli (21 punti), Ariza e Paul il vuoto più assoluto.
Da sottolineare il notevole lavoro della second unit di LA: Barnes finalmente presente, ha lavorato e non poco per arginare la furia Chris Paul, Blake sa il fatto suo e la varicella evidentemente ha giovato alla sua salute da guardia tiratrice, per poi passare a Odom che ha finalmente cancellato Landry dal campo, giocando una difesa di grande livello e dimostrando un’intelligenza tattica notevole. Su Kobe onestamente non saprei che dire: se la caviglia fa veramente male, staccare da 3/4 metri e sovrastare in questo modo un avversario come Okafor è qualcosa di davvero incomprensibile…si passa sempre e comunque da lui. La pressione passa ora tutta sul groppone degli Hornets e, se i Lakers hanno già visto altre gare 6 giocate sul 3-2 in proprio favore, il rischio per New Orleans è quello di aver perso l’occasione del colpaccio (e della vita) dal secondo quarto in poi di ieri notte. Staremo a vedere…next stop, giovedì.
Michele Di Terlizzi