Non sarà la division più entusiasmante della lega, tanto per usare un eufemismo, ma la Central va comunque tenuta sott’occhio, soprattutto per i Bulls, terza forza dell’east dietro ai big three di Miami e ai vicecampioni NBA, i Celtics. Andiamo ad analizzare dunque, partendo proprio da Chicago e concludendo con Cleveland, la peggior squadra dell’NBA, la situazione delle varie franchigie della Central.
CHICAGO BULLS: Come detto in ogni recap e nella preview, la squadra più forte e con più ambizioni della division. Il momento è positivo 6 vittorie nelle ultime sette, le ultime due con Cleveland e i rivali del Wisconsin (Milwaukee), entrambe nella Central. Piano piano stanno trovando la quadratura del cerchio e difensivamente la mano di Thibodeau si inizia a vedere nonostante l’assenza di Noah a centro area, e la solita scarsa vena difensiva, chiamiamola così, di Boozer. Per l’ex Jazz tutt’altra storia quando parliamo dell’altra metà campo: 20 a partita con oltre il 50% dal campo, conditi da 10 rimbalzi ad allacciata di scarpe. Sorprende, ma ormai neanche più tanto, il continuo progresso di Rose, quasi 25 di media con 8 assist.
Direi che la vittoria della division è scontata, e la semifinale di conference è ampiamente alla portata dell’ex squadra di MJ! Ovvio che a quel punto l’accoppiamento sarebbe, molto probabilmente, con Celtics o Heat…difficilino per quest’anno arrivare oltre!
DETROIT PISTONS: Dopo un inizio al limite della tragedia timidi segnali di ripresa in quel di Detroit. McGrady promosso in quintetto da playmaker, Hamilton che ormai guarda da sette partite i compagni dalla panchina…il metodo Kuester sta portando i suoi frutti: sei vittorie nelle ultime dieci, l’ultima sul campo dei Magic, hanno portato i Pistoni vicino alla zona playoffs. Si respira un’altra aria, c’è più fiducia, e c’è il contributo di quei giocatori, come Austin Daye, che fino ad ora erano mancati. Se si migliora la continuità lontano dalle mura amiche i playoffs, visto che siamo all’east, sembrano decisamente alla portata, o quantomeno non un’illusione come era prima dell’anno nuovo…in crescita!
MILWAUKEE BUCKS: L’infortunio dell’ex Roma Jennings ha condizionato fortemente l’ultima parte di stagione dei Bucks. Brandon, fino ad allora miglior realizzatore con quasi 18 di media a partita, non gioca dal 18 dicembre. Nelle ultime 10 ben sette sconfitte, e soprattutto una qual certa difficoltà nel difendere le mure amiche: con un record negativo in casa (9-10 fino ad ora) non si va di certo ai playoffs. Passando alle note positive, sicuramente non si può trascurare la ripresa dell’acquisto estivo più importante: Corey Maggette. Per l’ex Clippers cifre che iniziano a farsi interessanti: 15 in 27 minuti nelle ultime 10 partite, e le ultime sette in quintetto, dove è destinato a partire da qui a fine stagione. Insomma della poca competitività nell’est, riguardo alle ultime piazze disponibili per accedere alla postseason già abbiamo ampiamente discusso, e questo permette di avere cali, dovuti a infortuni o quant’altro, come quello che ha colpito i Bucks di recente. Aspettando Jennings possono restare a galla, per poi cercare l’aggancio ai playoffs nel finale di stagione.
INDIANA PACERS: Anche per i Pacers, dopo un inizio sorprendente, è arrivato il momento di ridimensionarsi un pochino. Al contrario dei Bucks qui non c’è l’attenuante degli infortuni, ma un calo, che definirei fisiologico, dovuto soprattutto all’inesperienza ed alla discontinuità. Le otto sconfitte nelle ultime dieci uscite non ridimensionano di certo il potenziale di questa squadra, che può e deve crescere. Preoccupa un pochino il passo indietro fatto da Hibbert, devastante ad inizio stagione; nelle ultime uscite è l’ombra di se stesso, neanche 7 punti e 7 rimbalzi a uscita se si considerano le ultime 5, se allarghiamo il discorso alle ultime dieci non è che andiamo tanto meglio. Punto fermo e garanzia continua ad essere invece Granger, il quale forse dovrebbe prendersi più responsabilità nei momenti difficili, come compete ad una potenziale superstar NBA. Diciamo che li rimandiamo a più avanti questi Pacers, sicuramente possono vincere e perdere con tutti, in quanto a talento non siamo messi malissimo.
CLEVELAND CAVS: Difficile. Molto difficile parlare dei Cavs quest’anno. Ancor più difficile parlare dei Cavs in quest’ultimo periodo…18 sconfitte di fila. Si sapeva sarebbe stato un anno di transizione, in cui si sarebbe vissuto semplicemente per battere gli Heat dell’ormai odiato ex James…impresa tra l’altro andata ben lontano dall’essere compiuta. Una cosa è certa, sono i candidati numero uno ad avere la prima posizione nel draft del prossimo anno. Magra consolazione per chi tifa i Cavs.
Gianluca Frontani