Dietro ad ogni grande uomo…completate voi la famosa frase. Varrà lo stesso anche per Carmelo Anthony? Secondo la stella da Syracuse…no! O meglio: sì, ovviamente, La La Vazquez (Dio benedica la mamma, e non solo per il nome) è pur sempre la moglie, ma Anthony smentisce in qualsiasi modo che la fascinosa VJ sia la prima ad aver già messo mano all’armadio per preparare le valigie, destinazione East Coast. Sarà una decisione delle squadre coinvolte (Denver e New York o New Jersey) e del diretto interessato. Fatto sta che i rumors continuano, incessanti, come dei tamburi tribali che scuotono l’apparente calma prima della battaglia.
Denver non sembra soffrire sul campo, pur provenendo da 3 sconfitte consecutive, queste voci riguardanti il suo giocatore principale, l’uomo attorno al quale qualche anno fa (2003) “courtesy of Joe Dumars” che scelse Milicic e non Melo al draft, decise di costruire i destini della franchigia. Non tutte le ciambelle riescono col buco, perdonate l’odierna necessità di frasi fatte, e così il solito ed umano desiderio di un giocatore di provare a vincere, mentre si accorge che l’età irrimediabilmente comincia a riempirgli la memoria di ricordi, non tutti per forza positivi, potrebbe portare Anthony altrove. New York, forse. Più probabilmente ai Nets del nuovo proprietario Mikhail Prokhorov. E non in estate, bensì entro la dead-line del 24 Febbraio.
Di trade se ne devono intendere in Arizona. Perchè io sinceramente non riesco a intuire quale possa essere il piano dei Suns. Loro lo sapranno – diamolo per scontato. Sta di fatto che in un 132-98 d’altri tempi a favore dei Nuggets, il sentimento che più affiora è quello di solidarietà nei confronti del canadese. Steve Nash è sempre più solo, confinato nel deserto di Phoenix, con Grant Hill che fa dentro e fuori dall’infermeria e, attorno, davvero poco altro. Nonostante la battuta (perchè non ditemi che può essere intesa in altro modo) di Bonfardeci in telecronaca che ha messo “Era D’Antoni” e “Possibilità di arrivare in finale e vincere il titolo” nella stessa frase (che burlone!), è chiaro che non sarà certo con l’arrivo di un Vince Carter qualsiasi che il tifosissimo del Tottenham potrà realmente coltivare altri piani per il suo finale di carriera, se non quelli che lo porteranno nella lista dei grandi giocatori, come dicono loro, “ringless”.
La giocata: Ty Lawson, talentuosa guardia da North Carolina, alza un pallone nelle vicinanze del ferro, anche più sù, probabilmente scambiando J.R. Smith per K-Mart. Per sua fortuna il segno +1 sullo scout alla voce assist arriva ugualmente. Smith schiaccia al volo e subisce fallo da Gortat. Il libero suppppplementare (riscusatemi, dopo l’ennesima dose di Bonfardeci cominciano le crisi d’astinenza…) dà il +2 a Denver, in vantaggio per la prima volta nell’incontro. Siamo a metà del secondo quarto: da lì i Nuggets non si guarderanno più indietro, complice il career-high di Afflalo (31) e l’apatia dei “nuovi” Suns. Non mi guarderò indietro nemmeno io, dopo aver agito sul telecomando per selezionare il commento originale della ESPN…
Garbage time: quando entri nell’ultimo periodo sotto di 30 qualcosa ti devi inventare, se è vero che i dollari dello Zio Sam, pur ultimamente svalutati dalla crisi, arrivano nelle tasche dei giocatori anche perchè se da una parte parliamo del campionato NBA come quello con i giocatori di basket più forti al mondo, da un altro punto di vista rimane una “entertainment league”. Ci pensa Dragic, che evidentemente ha imparato in fretta la regolina di cui sopra, ad azzuffarsi con Martin, rimediando un tecnico che non aggiunge e non toglie nulla alla disfatta di Phoenix.
Fantabasket? Chissà. Intanto come anticipato qualcuno vorrebbe già prenotati 2 voli destinazione Newark e altri 2 destinazione JFK Airport, per i Signori Anthony e Chris Paul. La legge del salary-cap è tremenda, così come il suo intricato regolamento, e dalle parti del Madison Square Garden lo sanno bene. Non meno sprovveduto sembra l’owner russo dei Nets, destinati a Brooklyn (e questo già farebbe tutta la differenza del mondo in qualsiasi tentativo di convincimento rivolto a futuri free agents: vuoi mettere il ponte delle “cicche” con la palude???) e nelle sue intenzioni costruendo una grande squadra a partire proprio dai 2 giocatori che, se non scambiati in tempo, la prossima estate non lascerebbero in eredità alle squadre attuali nemmeno le noccioline umide del menù di bordo.
Andrea Pontremoli