Miami Heat (21-9)
Sembra esserci luce in fondo al tunnel degli Heat, che dopo un inizio balbettante si sono portati al comando della propria division grazie a una striscia di 12 successi consecutivi, conclusasi la scorsa notte con una sconfitta in volata contro i lanciatissimi Mavs.
I presunti contrasti tra Lebron James e coach Spoelstra sono ormai alle spalle e la sfortuna che ha accompagnato Miami fino ad ora ( vedi gli infortuni di Mike Miller e Udonis Haslem) sta lasciando spazio a un timido
entusiasmo.
Come da pronostico il gioco della squadra si regge quasi interamente sul trio delle meraviglie Wade-James-Bosh, che al momento sta mettendo insieme 65.4 punti, 20 rimbalzi e 13.4 assist a partita.
Resta qualche problema sulla criticatissima asse play-pivot composta da Arroyo e Ilgauskas, che anche senza acuti, non mancano mai d’impegno.
L’innesto di Dampier e il rientro di Miller sono molto utili per questa squadra, che è stata spesso accusata di avere una panchina corta e soprattutto non all’altezza.
E’ ancora presto per dire che gli Heat lotteranno fino alla fine per il titolo, ma di certo chi auspicava una debacle di Wade e soci, almeno per il momento, dovrà ricredersi.
Atlanta Hawks (18-12)
I falchetti della Georgia veleggiano nelle posizioni buone della Eastern Conference, a conferma della bontà del progetto che sta portando avanti la franchigia nelle ultime stagioni.
Il faro resta Joe Johnson, reduce da un recupero record dall’infortunio al gomito, che ha ripreso in mano la situazione dopo qualche sbandata di troppo nell’ultimo periodo.
La forza di questa squadra è un gruppo che si conosce a memoria e gioca insieme da anni, praticamente con lo stesso quintetto base( Johnson, Bibby, Williams, Smith, Horford).
Un limite della formazione guidata da Larry Drew è quello di una panchina non sempre all’altezza, esattamente come gli Heat.
Anche quest’anno gli Hawks si candidano come mina vagante ai playoffs e chissà che non riescano a fare qualche scherzetto alle nobili della Conference.
Orlando Magic (16-11)
I Magic sono reduci da un weekend che definire rivoluzionario sarebbe eufemico.
Sono partiti Carter, Lewis, Gortat e Pietrus mentre sono arrivati Arenas, Turkoglu, Richardson e Clark a completare il roster di coach Van Gundy.
Squadra dunque tutta da scoprire e da valutare quella che scenderà in campo prossimamente, ma che di certo non manca di talento.
Le fonti riportano di una rivoluzione invocata da “Superman” Howard in persona che, ritenendo la squadra non all’altezza delle aspettative, ha battuto i piedi per terra chiedendo operazioni di mercato alla dirigenza.
Nelle gerarchie Turkoglu dovrebbe riprendere lo spot di “tre” titolare che aveva lasciato due stagioni fa, mentre J-Rich andrà a coprire quello lasciato scoperto dalla partenza di Carter.
A completare il quintetto ci saranno i soliti Nelson e Howard insieme a Bass(molto positivo in questo primo scorcio di stagione), mentre Arenas dovrebbe avere il ruolo di sesto uomo partendo dalla panchina.
La scorsa notte, senza alcun allenamento per i nuovi innesti, c’è stato il debutto post scambi contro gli Hawks che si è concluso con una sconfitta per 91-81, la quale non può dunque essere indicativa.
Il raggiungimento dei Playoffs non è in discussione, resta da vedere quanti e quali progressi sapranno fare in vista degli stessi.
Charlotte Bobcats (9-18)
I Bobcats non se la stanno passando granchè bene al momento e si trovano al dodicesimo posto a est.
Dopo l’addio estivo di Felton, coach Brown non è più riuscito a trovare quella chimica di squadra, apprezzata la scorsa stagione, che li aveva portati ai playoff per la prima volta nella loro giovane storia.
Dj Augustin è un buon prospetto, ma ancora non un giocatore capace di guidare una squadra vincente, mentre la coppia di capitani Wallace(All Star nella scorsa stagione) – Jackson è talmente in calo rispetto allo scorso anno da
giustificare una loro possibile cessione in qualche scambio.
Il reparto lunghi manca di qualità, con il veterano Nazr Mohammed che occupa lo spot di pivot titolare e Kwame Brown( probabilmente la peggior prima scelta assoluta in un draft) a uscire dalla panchina per farlo rifiatare.
Quasi certamente non raggiungeranno i playoffs e i tifosi sperano che il buon Micheal Jordan porti a termine qualche scambio vantaggioso o al limite che la lottery possa riservare loro un ottimo numero di chiamata.
Washington Wizards (7-19)
Si è chiusa questo weekend l’era Arenas, anche se già da tempo l’ex “agent zero” era considerato un corpo estraneo nello spogliatoio dei Wizards.
Come ampiamente noto già da giugno, appena dopo il draft, la dirigenza ha deciso di puntare forte sulla giovane stella di Kentucky John Wall, il quale ha iniziato in maniera egregia la stagione con 16.7 punti, 3.5 rimbalzi e 8.9
assist di media a partita, anche se attualmente è fermo ai box con problemi ai tendini.
Al posto di Arenas è arrivato nella capitale, via Orlando, Rashard Lewis, giocatore che può occupare con ottimi risultati sia lo spot di ala piccola, che quello di ala forte nello scacchiere di coach Saunders.
L’esplosione di Young e i grossi miglioramenti da parte di JaVale McGee sono due luci in mezzo alle molte ombre in casa Washington, che dopo i problemi disciplinari fronteggiati l’anno passato ora si trovano con un pubblico da
riconquistare.
I risultati ottenuti in questa prima parte di stagione non sono dei migliori e la stagione attuale pare già abbastanza compromessa, tuttavia sono presenti in rosa molti giovani talentuosi che potranno dare il via a una serie di
ottime stagioni in futuro.
Massimiliano D’angelo